lunedì 1 aprile 2013

LUIGI EINAUDI: PREDICHE INUTILI

prefazione Piero Ostellino: predica inutile?

Un po' per stanchezza e per disgusto di un presente italiano ove tutti pontificano e il futuro sembra essere aggiornato ogni 30 minuti, ho preso dalla libreria un libricino venduto assieme al Corriere: Luigi Einaudi "Prediche Inutili".
Einaudi, citato spessissimo, non lo conosco veramente.
Prefazione di Ostellino (presente italiano!), leggo anche quella

Scrive Ostellino:
Einaudi aveva troppo a cuore le libertà al plurale per indulgere a forme di moralismo che tracimassero nell'integralismo. I differenti stili di vita di ogni uomo e di ogni donna, in una società demoratico-liberale, si concretavano, per lui, nel diritto di ciascuno di perseguili come meglio credeva alla sola (kantiana) condizione di non impedire ali altri di fare altrettanto e di non procurare loro un danno. Per lui, anche la libertà economica, l'idea stessa di intrapresa erano una "tesi morale", in virtù della quale l'uomo economico perseguiva i propri interessi non solo come manifestazione di un egoistico, e personale, stile di vita, ma come "istanza etica" da affermare attraverso quel fertile rapporto dialettico fra domanda e offerta che è il mercato.
L'idea di virtù individuali, ispiratrici dei diversi stili di vita, ridotte, invece,a un comun denominatore imposto forzosamente da una collettività elettasi a Tribunale morale, gli era tanto estraneo quanto la razionalistica Volontà generale di Rousseau
...
Le plurime virtù indivudali... "pluralismo di valori"... un affare di ciascun individuo alla sola condizione che non interferisca nelle virtù altrui, negandole e impedendo loro di esprimersi liberamente...

La teoria è bellissima, ma persino se io faccio intersecare su un piano diverse calamite la deviazione dal loro percorso non è uguale per tutte, immagino che quella con maggior spinta obblighi quella con minor spinta a una deviazione maggiore. Quindi immaginerei che tra due diverse virtù, la prima che intende la donna come una portatrice di attenzione in quanto richiamo sessuale e la seconda che intende la donna come portatrice di idee e valori come ogni altro essere umano, intraprendendo una impresa nel campo televisivo, l'interesse del primo potrebbe aver prevalenza sull'interesse del secondo, e lo fagociterebbe se non ci fosse un Tribunale superiore a porre dei limiti. E anche la donna che accettasse liberamente di essere puro oggetto di intrattenimento per il suo giusto guadagno, apparentemente perseguirebbe il suo interesse, come quella del produttore di spettacolo che usasse il corpo della donna per attirare verso il suo prodotto. Siamo certi che non ci sarebbe danno... magari a una donna sconosciuta che potrebbe essere vittima di violenza a causa di una certa idea di donna trasmessa dal produttore e dalla inconsapevole complice?

Ugualmente se io dovessi vendere frutta e trovassi conveniente vendere frutta israeliana, comperata regolarmente e sui cui guadagni pago le tasse, e anche l'azienda israeliana e il trasportatore pagassero le loro tasse sui loro guadagni, ciascuno di noi avrebbe perseguito il suo scopo senza danni, per nessuno , neanche per il consumatore finale che gusterebbe un ottimo pompelmo. Tutti contenti... nessun danno... ma siamo sicuri che non ci sarebbe un contadino palestinese al quale magari il frutteto sarà stato distrutto con la scusa di motivi di sicurezza e che non potendo fare concorrenza alla ditta israeliana avrà consentito ad essa di abbassare il prezzo. Io che mangio pompelmo israeliano veramente non ho fatto danno a nessuno?

Sono due esempi magari un po' sciocchi, ma la mia impressione è che Ostellino ci è o ci fa, o crede alle favole o vuole che ci crediamo noi.
Cominciamo a leggere Einaudi direttamente, senza intermediari magari un po' interessati, che è meglio. Speriamo di capire qualcosa

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