sabato 8 dicembre 2012

PATTO CIVICO LOMBARDIA


DOMANDE AI TRE CANDIDATI PER IL “PATTO CIVICO LOMBARDIA”
Il sole 24 ore pubblica un'inchiesta che intitola i Regioburocrati, giocando tra il senso di burocrati delle regioni con l'eco riflesso  di una burocrazia mandarina fuori da ogni controllo, opaca quando non castale o fuori legge (vicenda bando dirigenti lombardi). Ma la burocrazia credo sia importante come le ruote dentate del cambio, vuoi avere 12 cilindri che girano a mille, se poi il moto non viene trasmesso alla ruote, e una burocrazia ostile al cambiamento può far imballare il miglior motore. Allora chiedo. Pensa di e come intervenire perché il palazzo della regione diventi una casa di vetro orientata verso i cittadini? Ai livelli di maggiore responsabilità lo spoiling system, se i funzionari durano nell'incarico tanto quanto i referenti politici, é un sistema perverso? Noi siamo per la meritocrazia, ma se un politico sa che il suo successo dipende anche dal bravo direttore di dipartimento, non sceglierà un incapace.


Trasporti locali. Quando si parla di trasporti locali si parla quasi solo di ferro. Quando di parla che di gomma, che ha il pregio della duttilità (va a prendere il passeggero, non ha bisogno di un secondo mezzo di trasporto per essere raggiunto) si pensa solo al trasporto radiale verso i poli attrattori. La mia impressione é che ci si dimentichi dei collegamenti tangenziali, tra le realtà locali del territorio, e che quindi sia quasi impossibile, o difficile, muoversi all'interno del territorio se non su punti posti sulla semiretta che porta al centro attrattore. Per esempio, non c'è standardizzazione tra la produzione di informazioni, oppure siamo lontani dal biglietto unico ( primi passi con Io viaggio) o infine due aziende contigue con linee con punti in comune non attuano coincidenze studiate. La invito a prendere in mano il problema TPL partendo dalla necessità del cliente esistente e potenziale risalendo verso la soluzione dei problemi delle aziende in funzione del cliente. È vero che le deleghe sono alle provincie, ma i cordoni della borsa li ha la regine e Anav e Asstra verranno a parlare con il suo, potenziale, assessore.


Un amico che lavora nel mercato equo e solidale mi ha mandato un post nel quale informa che sono state depositate 7.800 firme per  un progetto di legge regionale, credo si dica di iniziativa popolare, che tuteli e valorizzi il commercio equo e solidale. Pensa che entrerà nel suoi programma l'adozione di questa proposta di legge?

La sconfitta di Formigoni non significa che la rete di potere di CL /Compagnia delle Opere in Lombardia sia al tramonto o tracollata. Entrare in Regione con prospettive di cambiamento vuol dire fare i conti con quello che possiamo immaginare essere un reticolo di lobbies, di centri di potere, di corporazioni che hanno avuto 20 anni per sedimentare ( non posso evitare di pensare alle sconfitte di Monti nel tentativo di scardinare i centri di potere e le corporazioni che bloccano lo sviluppo della Nazione). Ipotizzando due strade le chiedo quale prediligerà scegliere, trovandosi a governare la Regione. La prima, quella di “aprire le finestre e fare le pulizie di primavera” vuol dire andare allo scontro contro una miriade di corporazioni ben introdotti nel ventre molle della burocrazia regionale (rimando alla mia domanda sullo spoiling System) con esiti incerti ; cercare la strada della condivisione del percorso, dell’accordo, del compromesso ( sia pure nobilmente al rialzo) può voler dire deludere il proprio corpo elettorale e chi spera in un appariscente e sensibile ricambio in Regione e vedere dilazionati se non derubricati alcuni potenziali punti del programma. Ha già valutato che linea vorrà seguire?

Votare contemporaneamente per la Regione e per le Politiche, considerato che nel Patto Civico per la Lombardia troviamo finalmente una comune partecipazione delle forze politiche di centro sinistra e di sinistra, sarà un problema per lo schieramento per la Regione perché assisteremo a una schizofrenia per cui si farà una battaglia comune su un tavolo salvo dividersi aspramente, come già possiamo vedere accade oggi, sul tavolo nazionale. Un fianco molle nel quale, se non si sarà chiari, se non si useranno toni moderati, se non ci sarà un avvicinamento a livello di politica nazione (se non prevarrà la volontà autodistruttiva alla divisione tipica di noi di sinistra), la destra infilerà con dolorosa costanza il suo forcone. Indipendentemente da chi sarà il candidato governatore.

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