venerdì 27 aprile 2012

IL CANE DA GUARDIA DELLA DEMOCRAZIA? ALCUNE DOMANDE

Nella vicenda del bando del valore di 10 milioni di euro per le “auto blu” ci sono spunti per una serie di domande che non ho trovato (ne le domande ne le risposte) nel dibattito pubblico sia sui media tradizionli (quelli a cui ho accesso), sia, in forme più virulenti, sui social network. La prima domanda è: fare una convenzione per cui l’eventuale acquisto di auto ( di cilindrata bassa, quindi potenzialmente modeste, di servizio più che di rappresentanza) da parte soprattutto delle amminIstrazioni periferiche avverrebbe a un prezzo che è stato detto essere più favorevole rispetto al prezzo di libero mercato, è un atto di “buona amministrazione”? L’aver attuato questa convenzione è un atto dovuto, nel senso che periodicamente il ministero rinnova questa prassi? oppure è stato un atto che, alla luce della necessità di evitare spese inutili e conoscendo la facilità delle amministrazioni a cadere intentazione, sarebbe stato un atto che era meglio non fare? come dire un mettere il cacio vicino a una combriccola di roditori (voglio vederli resistere). Se l’atto non fosse stato necessario, vuol dire che Monti e i suoi viceministri non hanno il pieno controllo della casta dei funzionari pubblici che vivono e vegetano nei ministeri più o meno indifferenti ai cambi di governo? Quindi questa dei burocrati di stato è la seconda potente casta che imbriglia le energie positive italiane? E’ evidente che questa domanda decade se la risposta alla precedente è un SI’ convinto Secondo la tempistica che si può dedurre dalla lettura dei documenti parlamentari, già l’11 aprile questa vicenda era stata sollevata con una Interrogazione a risposta immediata da Di Pietro, e aveva risposto Grilli (purtroppo io dal sito del Parlamento non sono riuscito a leggere la risposta di Grilli). Ora se non erro la vicenda è stata sollevata dall’Espresso uscito questa settimana, quindi attorno al 20 di Aprile (ricordo che ho visto i post su FB di alcuni amici 2/3 giorni fa). Ma già prima chi legge, per lavoro, le cronache parlamentari non sapeva solo della domanda di Di Pietro, ma anche della risposta di Grilli. Ora, io non leggo l’Espresso, forse nell’articolo si diceva già che non si trattava dell’acquisto di auto ma di una convenzione, però leggendo e sentendo i commenti popolari e vedendo che il 26 aprile Palazzo Chigi è uscito con una nota esplicativa, forse tanta chiarezza non c’era. Mi pongo quindi la domanda. La libera stampa è il cane da guardia della democrazia. Ma lo è sempre? Se già si sapeva tutto di questa vicenda, solleticare il disgusto per la classe politIca ( e stimolare ad estenderlo al governo attuale) in modo, salvo che mi sfugga qualcosa – che pregherei mi fosse illustrato – in modo dicevo surrettizio, vuol dire fare il cane da guardia della democrazia oppure evidenziare che i media sono la terza casta che impedisce alla nazione di crescere perlomeno nel senso dello stato, nello spirito civico, come cittadini consapevoli e informati alfine? E lancaire un messaggio per evidenziare la propria potenza, non necessariamente al servizio dei cittadini?

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