venerdì 21 marzo 2014

NON DIMENTICARE BAHAREH E LE TANTE ALTRE DONNE (E UOMINI)- IN IRAN - SEPOLTE VIVE NEL SILENZIO DEL MONDO

Sul Corriere di ieri l'annuncio della liberazione della signora SAKINEH, che ha corso il rischio di essere lapidata per adulterio in Iran  (c'è stata una forte mobilitazione in sua difesa circa 4 anni fa).
Siamo tutti contenti della soluzione (un atto di clemenza del regime in una vicenda dai contorni poco chiari). Però più importante il messaggio nell'ultimo paragrafo dell'articolo  a firma Cecilia Zecchinelli

"resta il fatto che se il mondo era insorto nel nome di una detenuta comune, sulla cui innocenza i dubbi sono p più che leciti anche se certo la pena di morte non sarebbe stata accettabile, in Iran ci sono centinaia di prigionieri condannati o in attesa di giudizio, torturati o uccisi, spesso solo per reati politici, ignorati quasi del tutto da noi.
Tra i tanti nomi, quello di Bahareh Hadayat, l'attivista e femminista 33enne condannata nel 2010 a dieci anni per il suo impegno, malata e non curata nel famigerato carcere di Evin.
Una campagna per liberarla è stata lanciata dagli esuli politici iraniani, prima fra tutti dalla Nobel Shirin Ebadi. Nel convegno del Sant'Anna di Pisa, l'8 marzo, Ebadi e molte arriviste e studiose iraniana hanno chiesto a tutti di non dimenticarla, di aiutare Bahareh e le tante altre donne ( e uomini) sepolte vive nel silenzio del mondo."

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