sabato 1 marzo 2014

IL DIRITTO SE NON è FIGLIO DEL DOVERE DIVENTA PRETESA

Alberto Krali commenta la vicenda del SalvaRoma sull'Eco di Bergamo di Venerdì 28 febbraio.
Pubblico un piccolo estratto:
"No, così non funziona più. Noi Pantalone ti diamo garanzie se tu cittadino romano ne dai a noi che paghiamo. Quindi ti facciamo un prestito a condizione che tu faccia buona amministrazione e i conti tornino, se sballi non avrai più un euro. E questo è un impegno con la cittadinanza intera, non solo con l'amministrazione. Perchè i sindaci passano e gli abitanti restano. E' quindi un patto politico che i cittadini di tutta Italia contraggono con i cittadini della capitale. Misure chiare e severe come quelle che intercorrono tra il cliente che chiede il mutuo e la sua banca. Si chiama responsabilità"

Come sempre Krali è convincente e preciso nell'analisi.
Mi ha colpito che abbia scritto "cittadino" e non "sindaco". I sindaci passano e i cittadini restano. Quando i diritti non sono frutto di una crescita civica, di un senso del dovere che disciplina il nostro essere cittadini, di una appartenenza a una comunità, diventano delle pretese che generano sprechi e risentimenti. 

Ho il diritto a vivere in una città pulita ma ho il dovere precedente di fare una buona differenziata, di non gettare i mozziconi per terra, ho il diritto all'istruzione ma ho il dovere precedente  di studiare, ho diritto che mi si aiuti nell'inserimento in una comunità nuova, ma ho il dovere precedente  di imparare e rispettare le norme e la lingua di quella comunità, ho il diritto ad avere i servizi efficienti, ma ho il dovere precedente  di pagare tutte le tasse e le imposte dovute, ho il diritto che la scuola, il comune, lo stato tutelino i miei figli, ma ho il dovere precedente  di insegnare loro il rispetto per gli insegnanti, le autorità, la cosa pubblica e di dare il mio esempio.


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