giovedì 20 marzo 2014

LE UNICHE CHE NON CI VENGONO MENO NE' CI DELUDONO SONO QUELLE CHE CI VENGONO STRAPPATE

Ho terminato il libro di Javier Marias "Gli innamoramenti"
Dopo una partenza folgorante ho fatto più fatica, per stanchezza, per impegni, per un aumento della complessità e della difficoltà  del libro stesso, di quanto immaginassi allo sfolgorante inizio, a concluderlo.
Non so, perché la fiamma che mi aveva acceso le prime pagine si è un po' smorzata, perché l'argomentare è un po' troppo complesso per le mie capacità speculative, se scriverò una mia riflessione sul libro (per passione potrei anche scrivere di cose che non capisco, ma se non sento la passione le difficoltà sono insormontabili)
Quindi mi limito a proporre, per ora, stralci che mi hanno colpito.
Questo in particolare è ambiguo. Perchè sento che è vero il messaggio in senso astratto ma la mia storia di uomo che vive la sua vita di relazione mi smentisce e mi sussurra che non è così. Forse, ma per pietà non lo faccio, dovrei piuttosto chiedermi se non dovessi rovesciare la prospettiva, passando da soggetto a (complemento) di agente. 

" Ciò che dura si sciupa e finisce per marcire, ci annoia, si rivolta contro di noi, ci satura, ci stanca. Quante persone che ci sembravano vitali perdiamo per strada, quante si esauriscono e con quanti si diluisce il rapporto senza che vi sia un motivo apparente né tanto meno uno importante. Le uniche che non ci vengono meno né ci deludono sono quelle che vi vengono strappate, le uniche che non lasciamo cadere sono quelle che scompaiono contro la nostra volontà, bruscamente, e così non hanno il tempo di crearci dispiacere o di deluderci"

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