PRIMARIE PER LA SCELTA DEI CANDIDATI ALLE LISTE PER IL PARLAMENTO DI PD E SEL
IL mio modesto suggerimento, di volontario ai seggi solo per passione delle primarie, neanche iscritto a PD o SEL (comunque volontario in un seggio PD), quindi proprio ultima ruota del carro, è che, fino a dopo il 24 febbraio, si congelino le valutazioni, le critiche, le recriminazioni, le delusioni che questa neonata, imperfetta, velocissima, grandissima sperimentazione delle primarie per i candidati potrebbero far sorgere.
Ora c'è da preparare, raffinare, condividere e far apprezzare una AGENDA PROGRESSISTA che dia confidenza agli italiani, soprattutto ai più penalizzati, ai più in difficoltà, agli onesti lavoratori, ai giovani, che essa, avendo la fiducia, possa contribuire a far cambiare rotta al Paese, sbloccare una società ingessata, contribuire a risanare l'economia FACENDO CONTRIBUIRE CIASCUNO IN MODO PROGRESSIVO RISPETTO ALLE PROPRIE RISORSE.
MA
Il 26 febbraio si metta in cantiere VERAMENTE una riflessione collettiva e partecipata su come sono state organizzate, condotte e realizzate le PRIMARIE, sul buono e sul non buono, per migliorare sempre più questo patrimonio democratico che la sinistra, il centro sinistra, ha saputo regalare all'Italia.
Invito sommessamente a non sprecare questo patrimonio.
La storia non è finita. Chi non è riuscito a dar esito positivo alla propria passione e disponibilità non demorda ma non si perda neanche in, anche forse giustificabili, recriminazioni. Si proceda insieme con ugual passione. Il mio modestissimo impegno, e quello ben più lustre di tanti altri, rammenti al PD che la società non organizzata in partito ma di impegno civile non è un lustrino ma una domanda difficile e aspra.
Lo si faccia, se non per noi, almeno per gli Italiani che lottano con le difficoltà quotidiane e per il nostri figli.
se anche vi vedo tutti in piedi ad applaudire, io continuo a pensare che sia sbagliato _EUROPEO e ITALIANO di MINORANZA_ DOVERISTA GENTILE
domenica 30 dicembre 2012
giovedì 27 dicembre 2012
AI CANDIDATI ALLE ELEZIONI PER IL PARLAMENTO DELLA PROVINCIA DI MILANO PER IL PD
Per concludere, per conto mio, con un tono di pensata leggerezza una bella competizione tra “belle facce pulite”, ho provato a immaginare un paio di canzoni da associare all’elenco dei candidati, perlomeno dal mio punto di vista e con il mio livello di conoscenza degli stessi.
La prima è “mi fido di te” di Lorenzo Cherubini
Mi fido di te è un passaggio obbligato in una competizione nella quale in pochissimi giorni ho dovuto cercare di conoscere (e permettermi di valutare) 37 persone.
Ho provato ad aumentare il livello di conoscenza ponendo ad alcuni di loro (per quanto il web mi ha consentito) 3 domande per me importanti, alle quali hanno risposto con cortesi e precise parole e proponimenti.
Poiché però non conosco veramente nessuno di loro (anche per deficit mio), una forte percentuale di fiducia, indotta anche dalla possibilità di fare una veloce rassegna della loro storia politica, si rende necessaria.
E’ un limite e anche un pregio di queste primarie. Un limite che a mio avviso è ampiamente accettabile se consideriamo da cosa siamo partiti e come sono state formate le liste precedentemente (anche a sinistra, ovviamente) e come lo saranno per la Regione Lombardia (ho chiesto le primarie per i candidati anche per la Regione al prof Di Stefano, ma sinceramente mi ha detto che sarebbe stato a suo avviso impossibile… ma la richiesta non sarà dimenticata).
E’ un pregio perché posso dire che chiunque sceglierò , e non dirò chi sceglierò… sono ancora in dubbio!!!..., sarà una persona che non mi avrà offerto neppure un caffè o un aperitivo per condizionare la scelta.
Quindi rimane un investimento di fiducia.
Ed entra in campo la seconda canzone, una straordinaria esecuzione di “You’ll never walk alone” cantata dalle tifoserie di Celtic e Liverpool assieme (se ho ben capito è l’inno di entrambe le squadre – il Celtic è la mia seconda squadra preferita)
Con un duplice significato.
Il primo che impegna, questa volta che abbiamo potuto se non scegliere contribuire alla formazione delle liste, ciascuno di noi a seguire, con gli abbondanti strumenti che la tecnologia ci offre, i deputati e i senatori che avremo contribuito a far eleggere, per far sentire loro la nostra attenzione e il nostro sostegno.
Il secondo è che il nostro sostegno si manifesta anche nel chiedere un rendiconto delle attività svolte, della coerenza nelle scelte fatte e dei voti espressi.
Un controllo di cui abbiamo diritto, pur espresso nel pieno rispetto del lavoro.
Leggendo i profili, mi sembra che la cifra comune dei candidati sia la passione per la cura della res publica.
La passione politica è una condizione necessaria perché io accetti di pagare, con le mie tasse, lo stipendio dei “miei” parlamentari di riferimento, ma la sola passione non è una condizione sufficiente, è richiesto, in un quinquennio di prevista tregenda, studio e acquisizione di conoscenze per scelte determinanti e razionali.
mercoledì 26 dicembre 2012
PRELIEVO FISCALE -ANALOGIE
Ho trovato quella che mi sembra una analogia tra MARIO MONTI: "Cambiare l'Italia, Riformare l'Europa. Un'Agenda per un impegno comune" e JOSEPH STIGLITZ " Le politiche economiche tra austerità e crescita" su IL LAVORO IN EUROPA (www.sbilanciamoci.info). E' una mia incomprensione?
MONTI: (pag 5) "Per la prossima legislatura occorre un impegno, non appena le condizioni generali lo consentiranno, a ridurre il prelievo fiscale complessivo, dando la precedenza alla riduzione del carico fiscale gravante sul lavoro e impresa. Questa va comunque perseguita anche trasferendo il carico corrispondente su grandi patrimoni e sui consumi che impattano sui più deboli e sul ceto medio. Servono meccanismi di misurazione della ricchezza oggettiva e tali da non causare fughe di capitali. In questo modo il fisco diventa strumento per perseguire anche obiettivi di maggiore equità nella distribuzione del peso dell'aggiustamento"
STIGLITZ (SBILANCIAMOCI): (pag. 10) Infine, ci sono politiche che comportano pesanti trade- off in cui non tutti hanno benefici nel breve periodo. Se il consolidamento fiscale ci deve essere, questo non dovrebbe pesare sulle spalle di chi ha sofferto per il malfunzionamento del sistema durante l'ultimo quarto di secolo, a piuttosto sulle spalle di chi ne ha beneficiato. Negli Stati Uniti, per esempio, con circa un quarto dell'intero reddito nazionale che appartiene all'1% più ricco della popolazione, moderati incrementi delle tasse sul reddito, sui guadagni in conto capitale e sul patrimonio potrebbero portare grandi entrate fiscali senza compromettere lo standard di vita. Anche una piccola tassa sulle transazioni finanziarie potrebbe far recuperare grandi risorse.
MONTI: (pag 5) "Per la prossima legislatura occorre un impegno, non appena le condizioni generali lo consentiranno, a ridurre il prelievo fiscale complessivo, dando la precedenza alla riduzione del carico fiscale gravante sul lavoro e impresa. Questa va comunque perseguita anche trasferendo il carico corrispondente su grandi patrimoni e sui consumi che impattano sui più deboli e sul ceto medio. Servono meccanismi di misurazione della ricchezza oggettiva e tali da non causare fughe di capitali. In questo modo il fisco diventa strumento per perseguire anche obiettivi di maggiore equità nella distribuzione del peso dell'aggiustamento"
STIGLITZ (SBILANCIAMOCI): (pag. 10) Infine, ci sono politiche che comportano pesanti trade- off in cui non tutti hanno benefici nel breve periodo. Se il consolidamento fiscale ci deve essere, questo non dovrebbe pesare sulle spalle di chi ha sofferto per il malfunzionamento del sistema durante l'ultimo quarto di secolo, a piuttosto sulle spalle di chi ne ha beneficiato. Negli Stati Uniti, per esempio, con circa un quarto dell'intero reddito nazionale che appartiene all'1% più ricco della popolazione, moderati incrementi delle tasse sul reddito, sui guadagni in conto capitale e sul patrimonio potrebbero portare grandi entrate fiscali senza compromettere lo standard di vita. Anche una piccola tassa sulle transazioni finanziarie potrebbe far recuperare grandi risorse.
lunedì 24 dicembre 2012
CRITERI PER LA SCELTA DELLA CANDIDATA/DEL CANDIDATO ALLE PRIMARIE PARLAMENTARI
Entra nel periodo caldo la campagna elettorale dei candidati
alle primarie parlamentari dei partiti del centro sinistra. Aspettavo questo da tempo e sono orgoglioso
che almeno un paio dei movimenti politici nei quali cerco una risposta ai
problemi italiani hanno organizzato queste primarie, con fatica, forse con
limiti strutturali, in una data difficile (non per loro colpa), ma intanto a
sinistra si è iniziato questo percorso. Complimenti. Si può solo migliorare.
Mi giungono autopromozioni o suggerimenti da parte di terzi
non candidati per sostenere l’uno o l’altra ( e l’altra, visto le regole). Con
riassunti della attività passata e presente.
Che vuol dire poco o nulla visto che non mi dice come
qualitativamente sono stati assolti gli incarichi e mancando il tempo per fare
una ricerca documentale.
Diamo per assodato che un po’ di fiducia ci vuole e per scontato che Fiorito o Renzo Bossi, e men che meno Nicole Minetti si candidano per il centro sinistra.
Allora sono tre le domande che pongo ai candidati e la cui
risposta, se mai arriverà, sarà di discrimine per la scelta:
1- Se
eletto la/il rappresentante della circoscrizione che avrò scelta/o aprirà un
canale di contatto con i propri elettori che identifico in una newsletter nella
quale ci dirà cosa fa in parlamento, quali legge vota, come e perché, quali
leggi propone?
2- Se
eletto la/il rappresentante della circoscrizione che avrò scelta/o aprirà un
ufficio sul territorio nel quale assicurerà la presenza nei giorni di vacanza
di convocazione parlamentare per essere punto certo di riferimento per amministratori
locali, volontari nei partiti di riferimento, cittadini dell’area di
riferimento e cittadini comuni?
3- Se
eletto la/il rappresentante della circoscrizione avrò scelta/o si impegna a organizzare
assemblee pubbliche sul territorio nelle quali illustrare la sua attività
parlamentare passata e discutere con i propri elettori (in senso più ampio possibile)
anche le scelte future motivando i propri convincimenti (sia che voto con senso
di squadra come chiede la coalizione, sia che esprima un voto libero in
contrasto con il resto del gruppo parlamentare), in un dibatti che, preservando
la libertà di scelta del parlamentare, possa creare una circolazione di idee e
un concorso di conoscenza e partecipazione.
martedì 18 dicembre 2012
TREZZO: "DEBITI". UN INTERVENTO CHE FA UN PO' DI CHIAREZZA
L’amica
Giancarla Passoni mi manda questo suo intervento in risposta alle ricostruzioni
volutamente imprecise nei termini ma chiare nella volontà di “riscrivere la
storia” esposte per il paese dalla lista per il cambiamento.
L’intervento
di Giancarla, con la quale ho condiviso un tratto di cammino nella
Amministrazione, ha il pregio di precisare termini e contesto, dimostrando
rispetto per i cittadini di Trezzo che possono fare le loro scelte liberamente,
senza essere trattati da “manovrabili incompetenti”. Per questo, con il suo
consenso, trascrivo questo pezzo nel mio blog e lo posto sui social network,
con l’invito a condividere e diffondere il testo. Tanto sappiamo quale sarà la
reazione, senza molta fantasia chi osa criticare questa maggioranza è accusato,
dagli amministratori pro tempore, secondo l’uggia del momento, o di essere in
malafede o di essere in confusione mentale. Tanto banali nelle reazioni quanto
opachi nelle strumentalizzazioni. Eppure il vento soffia ancora.
ADESSO BASTA CON IL TORMENTONE DEI DEBITI!!!!
Capisco
che per giustificare il proprio immobilismo e la mancanza di idee si tenti di
denigrare ciò che altri hanno invece fatto,
ma vediamo di capire qual'è la
verità:
I presunti “debiti” che l'amministrazione Villa
ha ereditato dalla precedente amministrazione sono in realtà i MUTUI ancora
in ammortamento relativi agli investimenti per le opere pubbliche.
Infatti
dei 60 mutui ancora accesi 41 sono
riferiti ad opere pubbliche degli anni '80 e '90 e quindi l'entità complessiva è riferita ad
opere pubbliche realizzate nell'arco di
trent'anni.
Ma
possono essere davvero considerati “debiti” o non sono forse il risultato di una profonda trasformazione
del nostro paese?
Ecco
a cosa sono dovuti i “presunti debiti”:
-Ristrutturazione
Villa Gina
-Acquisizione
e ristrutturazione ex Chiesetta di S. Marta per la sede Vigili (ora spostata in
Via Gramsci) e Centro Anziani “Libro Aperto”
-Ampliamento
Scuola Materna e nuovi arredi
-Ristrutturazione
Scuola Elementare e nuovi arredi
-Centro
canottaggio
-Campi
calcio Concesa
-Area
mercato
-Costruzione
Asilo Nido di Via Mazzini
-Realizzazione
Centro Socio-Educativo di Via Roma
-Nuova
Sede Croce Azzurra
-Residenza
sanitaria anziani
-Costruzione
Palestra via Nenni
-Rifacimento e
riqualificazione strade e piazze
- ecc. ecc. ecc.
E
allora? Si tratta davvero di “debiti”
ingiustificabili?
Credo
che i cittadini si rendano conto che senza MUTUI non sarebbe stato possibile realizzare
tante opere pubbliche che fanno la differenza nella qualità della vita nel
nostro paese sia per i giovani che per gli anziani ed in generale per tutte le
famiglie.
In
quanto alla gestione oculata, Trezzo è stato dichiarato comune virtuoso da
anni, ancora prima della Giunta Villa, così come il patto di stabilità è sempre
stato rispettato fin dalla sua istituzione.
Certo
le difficoltà economiche (peraltro già presenti 3 anni fa anche se smentite
dagli amici di Villa) obbligano le amministrazioni locali a tagliare le
spese, ma dove tagliare è una scelta
oggettiva di chi amministra e che deve avere il coraggio di assumersene le
responsabilità, invece di ripetere come un tormentone, che tutto è colpa dei
“debiti” trovati, che in realtà sono investimenti per rendere la nostra Trezzo
una città vivibile con una grande disponibilità di servizi e strutture
sportive.
Un'altra
cosa di cui le precedenti amministrazioni possono essere orgogliosi è che pur
avendo nel tempo estinto alcuni mutui utilizzando l'Avanzo di Amministrazione
(la giunta Villa non ha inventato nulla anche in questo caso) ha sempre
garantito tutti i servizi con rette sostenibili, garantendo nel contempo anche
i contributi alle famiglie per i degenti
trezzesi della R.S.A.
Al
contrario la politica dell'Amministrazione Villa è quella di tagliare i servizi
ed aumentare le rette pur di estinguere i Mutui.
sabato 8 dicembre 2012
PATTO CIVICO LOMBARDIA
DOMANDE AI TRE
CANDIDATI PER IL “PATTO CIVICO LOMBARDIA”
Il sole 24 ore pubblica un'inchiesta che intitola i
Regioburocrati, giocando tra il senso di burocrati delle regioni con l'eco
riflesso di una burocrazia mandarina fuori da ogni controllo, opaca
quando non castale o fuori legge (vicenda bando dirigenti lombardi). Ma la
burocrazia credo sia importante come le ruote dentate del cambio, vuoi avere 12
cilindri che girano a mille, se poi il moto non viene trasmesso alla ruote, e
una burocrazia ostile al cambiamento può far imballare il miglior motore.
Allora chiedo. Pensa di e come intervenire perché il palazzo della regione
diventi una casa di vetro orientata verso i cittadini? Ai livelli di maggiore
responsabilità lo spoiling system, se i funzionari durano nell'incarico tanto
quanto i referenti politici, é un sistema perverso? Noi siamo per la meritocrazia,
ma se un politico sa che il suo successo dipende anche dal bravo direttore di
dipartimento, non sceglierà un incapace.
Trasporti locali. Quando si parla di trasporti locali si parla quasi solo di ferro. Quando di parla che di gomma, che ha il pregio della duttilità (va a prendere il passeggero, non ha bisogno di un secondo mezzo di trasporto per essere raggiunto) si pensa solo al trasporto radiale verso i poli attrattori. La mia impressione é che ci si dimentichi dei collegamenti tangenziali, tra le realtà locali del territorio, e che quindi sia quasi impossibile, o difficile, muoversi all'interno del territorio se non su punti posti sulla semiretta che porta al centro attrattore. Per esempio, non c'è standardizzazione tra la produzione di informazioni, oppure siamo lontani dal biglietto unico ( primi passi con Io viaggio) o infine due aziende contigue con linee con punti in comune non attuano coincidenze studiate. La invito a prendere in mano il problema TPL partendo dalla necessità del cliente esistente e potenziale risalendo verso la soluzione dei problemi delle aziende in funzione del cliente. È vero che le deleghe sono alle provincie, ma i cordoni della borsa li ha la regine e Anav e Asstra verranno a parlare con il suo, potenziale, assessore.
Un amico che lavora nel mercato equo e solidale mi ha mandato un post nel quale informa che sono state depositate 7.800 firme per un progetto di legge regionale, credo si dica di iniziativa popolare, che tuteli e valorizzi il commercio equo e solidale. Pensa che entrerà nel suoi programma l'adozione di questa proposta di legge?
Votare contemporaneamente per la Regione e per le
Politiche, considerato che nel Patto Civico per la Lombardia troviamo
finalmente una comune partecipazione delle forze politiche di centro sinistra e
di sinistra, sarà un problema per lo schieramento per la Regione perché
assisteremo a una schizofrenia per cui si farà una battaglia comune su un
tavolo salvo dividersi aspramente, come già possiamo vedere accade oggi, sul
tavolo nazionale. Un fianco molle nel quale, se non si sarà chiari, se non si
useranno toni moderati, se non ci sarà un avvicinamento a livello di politica
nazione (se non prevarrà la volontà autodistruttiva alla divisione tipica di
noi di sinistra), la destra infilerà con dolorosa costanza il suo forcone.
Indipendentemente da chi sarà il candidato governatore.
30.000 è più di 100
Forse non sono stati 95.000, forse un terzo 30.000/35.000, sicuramente opache e con molti nei, ma anche prendendo il numero più basso dei partecipanti alle Parlamentarie, mi sovviene che è un numero molto più alto del numero di persone che hanno deciso chi fossero i parlamentari di questo nostro attuale squalificato parlamento. E guardando le facce di alcuni di coloro che sono stati scelti, appaiono anche più belli e più normali di molti parlamentari attuali. Un consiglio al centrosinistra: non guardi il pelo nell'occhio del mov 5 stelle, eviti una trave nel proprio organizzando delle grandi, belle, trasparenti primarie per le proprie liste, sia al Parlamento e Senato, sia, essendo Lombardo, per il Consiglio Regionale della Lombardia (possibilmente di una unica coalizione "patto civico Lombardia"). Per una volta, con orgoglio, facciamo i primi della classe.
domenica 2 dicembre 2012
GRATTANDO IL GHIACCIO PER CERCATE TERRENO FERTILE
Murakami Haruki
"L'uccello che girava le viti del mondo"
pag. 161
"L'uccello che girava le viti del mondo"
pag. 161
Mi sedetti sul divano, e con la forbice tagliai il bordo
della busta. Lòa lettera era ugualmente scritta col pennelli in caratteri
eleganti su un rotolo di carta di riso all’antica. Era una capolavoro di
calligrafia, sicuramente opera di una persona molto raffinata, ma per me che
tanta raffinatezza non la possedevo,, leggerla fu un vero e proprio rompicapo.
Mi ci volle un sacco di tempo per decifrare quegli ideogrammi all’antica…
venerdì 30 novembre 2012
PRIMARIE C.S. - GRAZIE A DIO E' VENERDì
GRAZIE
A DIO E’ VENERDì! Non perché si approssima il week end, bensì perché finalmente
si arresterà questa triste deriva di acrimonia e furbizia verso cui gli
apparati stanno deviando quella bella festa di popolo che sono state le
primarie del centro sinistra.
Nel
momento in cui potevamo assistere con umana partecipazione al disfacimento di
quel “brutto figuro” che conosciamo, siamo stati distratti da chi confonde
arroganza con franchezza, sincerità con sospetto, signorilità con debolezza.
Ma
io vorrei dare la mia delega e fiducia a dei Signori, non a “lor signori”.
Nel
festival del peggio però spicca la pagina di “domenica voto io”, così patetica
nell’invitare al voto generico con i colori renzaniani, da ricordare la favola
della gioventù della Coca Cola che inseriva nei film le pubblicità subliminali
con le arachidi per far venire sete agli spettatori.
Probabilmente
tutto ciò sta un millimetro a sinistra e un millimetro a destra perfettamente
nelle regole, ma appare essere così ontologicamente democristiana che a me che
per anni mi sono ripromesso di non morire democristiano risulta indigesto.
Alla
Tv hanno mostrato che in mezzora hanno prodotto e registrato il sito e comprato
le pagine sui giornali. Che decisionismo! Ma se il decisionismo lo
si spende per queste operazioni
spregiudicate, beh, non posso far altro che ricordare il decisionismo craxiano.
Ne stiamo pagando ancora le conseguenze. Anche quello vorrei averlo messo alle
spalle.
Da
una festa di popolo le primarie sono diventate viagra per giornalisti che
non possono nascondere il luccichio
negli occhi e il filo di bava alla bocca forse un po’ stupiti di poter avere vittime
sacrificali che si sono offerte al loro banchetto (e offerto motivo perché possano
tenerli per i cosiddetti nei prossimi anni)
A
me Renzi piace molto e apprezzo molto del suo programma ma le ultime genialate
del suo entourage mi hanno fatto definitivamente decidere per Bersani.
Solo
che volevo decidere per addizione di valore e invece mi trovo a decidere per
minore sottrazione. E questo non lo scorderò.
giovedì 29 novembre 2012
PRIMARIE DI CENTRO SINISTRA. BERSANI O RENZI
Chiunque dei due vinca, può un cittadino di sinistra, che
vota centro sinistra per realismo, sperare che:
1) ci sia contaminazione con
quanto di buono a livello di idee è sorto in queste primarie (depurando da
sospetti e insulti) nella preparazione di un programma rigoroso da sottoporre
all’elettorato attivo?
2) si
faranno le primarie, molto più sciolte, a livello di
circoscrizione per fare le liste con o
senza –a maggior ragione con – il porcellum? 3) la partecipazione importante,
nei numeri, di cittadini stopperà le
fregole autoreferenziali di tanti medi “dirigenti” che, nell’auspicato caso di
vittoria, cercheranno visibilità e coltivazione del proprio orticello, e farà
riconoscere al (doppio) vincitore l’autorevolezza e l’autorità di guidare la
colazione (pur sviluppando il lavoro di squadra?
O ancora una volta, Tafazzi di
(centro) sinistra manderemo a balengo tutto?
Ultima domanda: verso sinistra c’è
un muro come tra Israele o Palestina o abbiamo speranze?
martedì 27 novembre 2012
WARREN BUFFET
due frasi interessanti di Warren Buffet estrapolate dall'articolo pubblicato oggi su Repubblica.
frase 1:
Ed è rivoltante che una casella postale alle Cayman possa contribuire ai raggiri fiscali di individui e aziende ricchi.
frase 2:
Ma la necessità di riformare questi complessi meccanismi non deve indurci a rimandare la correzione di iniquità semplici e costose. Non possiamo permettere a coloro che vogliono proteggere i privilegiati sostengano impunemente che non si possa fare niente fino a quando non saremo in grado di fare tutto
(chiosa: purtroppo anche chi vuole proteggere gli svantaggiati spesso non accetta di fare niente finché non si sia in grado di fare tutto, e si rimane al palo)
frase 1:
Ed è rivoltante che una casella postale alle Cayman possa contribuire ai raggiri fiscali di individui e aziende ricchi.
frase 2:
Ma la necessità di riformare questi complessi meccanismi non deve indurci a rimandare la correzione di iniquità semplici e costose. Non possiamo permettere a coloro che vogliono proteggere i privilegiati sostengano impunemente che non si possa fare niente fino a quando non saremo in grado di fare tutto
(chiosa: purtroppo anche chi vuole proteggere gli svantaggiati spesso non accetta di fare niente finché non si sia in grado di fare tutto, e si rimane al palo)
domenica 25 novembre 2012
GRAZIE
GRAZIE
IN PARTICOLARE AI VOLONTARI DI TREZZO E CONCESA.
perchè le buone idee e le cose positive hanno bisogno delle gambe degli uomini per camminare
ho potuto scegliere tra cinque cittadini italiani che apprezzo per la loro personaLITà e le loro idee (cinque belle facce) quello che reputo migliore, un voto in positivo e non contro qualcuno
spero che non si sprechi nulla del patrimonio di idee e di partecipazione
spero che non si dimentichi un popolo alla sinistra del "centro sinistra", portatore di idee, valori e sentimenti che non meritano di essere esclusi dal dibattito pubblico e politico e che arricchirebbero l'Italia.
I NUOVI ANALFABETI
articolo su LA LETTURA del Corriere di Paolo di Stefano
intitolato I nuovi Analfabeti.
Cito:
Nel libro intervista con Francesco Erbani
La cultura degli italiani, Tullio de Mauro evoca una una indagine del CEDE, che
valuta il sistema nazionale dell'istruzione, per chiarire una serie di cifre
assolute " più di due milioni di adulti sono analfabeti completi, quasi 15
milioni sono semianalfabeti, altri 15 milioni sono a rischio di ripiombare in
tale condizione, e comunque sono ai margini inferiori delle capacità di
comprensione e di calcolo necessarie in una società complessa e che voglia non
solo dirsi ma essere democratica" In definitiva il 70% degli italiani non
possiede le competenze " per orientarsi e risolvere, attraverso l'uso
appropriato della lingua italiana, situazioni complesse e problemi della vita
sociale quotidiana". Sono numeri che, in una situazione economica
ordinaria (e in un Paese consapevole), farebbero scattare subito l'emergenza
sociale.
CONTRO LA PREPOTENZA DEI CICLISTI DELLA DOMENICA
Gli Armstrong, i Contador e i Pantani che, in spregio alle regole di circolazione e di buon senso, sfrecciano per la nostra città (soprattutto alla domenica mattina) hanno stancato fino ogni limite immaginabile.
E' necessario porre rimedio a questa prepotenza che prende in ostaggio le vie del paese.
All'incrocio delle "5 vie" (via Quarto, Marconi, XI febbraio, Galli, dei Mille) una volta c'era il semaforo. I ciclisti non si fermavano al rosso, quando mai!, ma almeno rallentavano. Ora con la nuova rotonda transitano a 60 km/h anche se in sequenza ci sono due passaggi pedonali.
L'idea che potrebbero esserci pedoni che devono attraversare non sfiora i loro cervelli (colpa dei caschi protettivi troppo robusti o di che altro?).
L'autorità preposta a verificare il rispetto delle regole (che proteggono il più debole) è assente.
Sappiano questi invasati che se devo attraversare, mi avvalerò del mio diritto di precedenza. Se in conseguenza di questo faranno una macedonia di forcelle, clavicole, tibie e raggi... non dicano che non sono stati avvertiti.
La civile convivenza passa anche dal rispetto da parte di tutti delle regole.
E' necessario porre rimedio a questa prepotenza che prende in ostaggio le vie del paese.
All'incrocio delle "5 vie" (via Quarto, Marconi, XI febbraio, Galli, dei Mille) una volta c'era il semaforo. I ciclisti non si fermavano al rosso, quando mai!, ma almeno rallentavano. Ora con la nuova rotonda transitano a 60 km/h anche se in sequenza ci sono due passaggi pedonali.
L'idea che potrebbero esserci pedoni che devono attraversare non sfiora i loro cervelli (colpa dei caschi protettivi troppo robusti o di che altro?).
L'autorità preposta a verificare il rispetto delle regole (che proteggono il più debole) è assente.
Sappiano questi invasati che se devo attraversare, mi avvalerò del mio diritto di precedenza. Se in conseguenza di questo faranno una macedonia di forcelle, clavicole, tibie e raggi... non dicano che non sono stati avvertiti.
La civile convivenza passa anche dal rispetto da parte di tutti delle regole.
lunedì 19 novembre 2012
GIAPPONE. KYOTO. KIYOMIZU-DERA
Questo antico tempio fu edificato per la prima volta nel 798, ma gli edifici attuali sono ricostruzioni del 1633.
L'edificio principale è contornato da un vasto portico, sostenuto da centinaia di colonne, che si affaccia sulla collina.
Poco più in basso, scorre la cascata OTOWA-NO-TAKI: i visitatori bevono le sue acque cui sono attribuite proprietà terapeutiche.
GRATTANDO IL GHIACCIO PER SCOPRIRE TERRENO FERTILE
GIAPPONE: UFFICIO POSTALE
Sono venuti dall'Africa, dall'India, dalla Cina a sbirciare cosa ci sia dentro questo modesto ufficio di pochi metri quadrati. all'ingresso, un bancomat, poco più in là un piccolo corridoio. Sul bancone una pila di fogli, un contenitore con diverse paia di occhiali, nel caso il cliente li abbia dimenticati a casa. E tante penne. Sono oltre 24mila gli uffici come questi in Giappone...
...Nella vita quotidiana del cittadino l'ufficio postale è una certezza. niente file perchè le operazioni vengono evase in un attimo.
Le raccomandate sono una rarità. Le ricevute sono tutte compilate a mano, semplicemente perchè sono una rarità. Perchè mai un giapponese dovrebbe spedire una Raccomandata? Non c'è alcun motivo La posta viene
sempre recapitata entro il giorno successivo. Una lettera, una cartolina o una stampa aperta non viene mai smarrita. E nessuno si sognerebbe mai di insinuarlo.
Bisogna spedire un foglio ma non si ha la busta? Niente paura, la si trova all'ufficio postale. Il pacco da spedire si è rotto? L'ufficio postale vende scatole di tutti i formati. Non c'è neppure la soddisfazione di vedere un francobollo. Sono gli impiegati allo sportello ad appicicarlo. E sono sempre loro a impostare la vostra lettera...
,,, Alcuni cittadini cambiano casa senza notificare l'ufficio postale.
Niente paura. I giornali elencano periodicamente i nomi dei destinatari cui non è stato possibile far giungere la posta, e accanto un numero telefonico cui rivolgersi per farla recapitare. E se non si è a casa durante la consegna di un pacco per il quale è necessaria una firma, un avviso ricorda al cittadino che basta telefonare al numero indicato per notificare il giorno e l'orario in cui si è in casa perchè il pacco possa essere consegnato.
da Agostino Mauriello: "il Giappone dalla A allo Zen"
Sono venuti dall'Africa, dall'India, dalla Cina a sbirciare cosa ci sia dentro questo modesto ufficio di pochi metri quadrati. all'ingresso, un bancomat, poco più in là un piccolo corridoio. Sul bancone una pila di fogli, un contenitore con diverse paia di occhiali, nel caso il cliente li abbia dimenticati a casa. E tante penne. Sono oltre 24mila gli uffici come questi in Giappone...
...Nella vita quotidiana del cittadino l'ufficio postale è una certezza. niente file perchè le operazioni vengono evase in un attimo.
Le raccomandate sono una rarità. Le ricevute sono tutte compilate a mano, semplicemente perchè sono una rarità. Perchè mai un giapponese dovrebbe spedire una Raccomandata? Non c'è alcun motivo La posta viene
sempre recapitata entro il giorno successivo. Una lettera, una cartolina o una stampa aperta non viene mai smarrita. E nessuno si sognerebbe mai di insinuarlo.
Bisogna spedire un foglio ma non si ha la busta? Niente paura, la si trova all'ufficio postale. Il pacco da spedire si è rotto? L'ufficio postale vende scatole di tutti i formati. Non c'è neppure la soddisfazione di vedere un francobollo. Sono gli impiegati allo sportello ad appicicarlo. E sono sempre loro a impostare la vostra lettera...
,,, Alcuni cittadini cambiano casa senza notificare l'ufficio postale.
Niente paura. I giornali elencano periodicamente i nomi dei destinatari cui non è stato possibile far giungere la posta, e accanto un numero telefonico cui rivolgersi per farla recapitare. E se non si è a casa durante la consegna di un pacco per il quale è necessaria una firma, un avviso ricorda al cittadino che basta telefonare al numero indicato per notificare il giorno e l'orario in cui si è in casa perchè il pacco possa essere consegnato.
da Agostino Mauriello: "il Giappone dalla A allo Zen"
domenica 18 novembre 2012
VISITA IN SINAGOGA
Oggi siamo stati a Milano a Book City.
Tra le altre iniziative abbiamo partecipato a quella tenuta in Sinagoga Centrale a Milano.
Come in Sinagoga, mentre Israele sta bombardando Gaza?
Sì, proprio in Sinagoga, e ho messo la Kippah.
Non sono Oriano, sicuramente sono "fallace", ma ho le mie convinzioni.
Quando gli eserciti di chi dice "in God we trust", e di chi dice "God save the queen" ( tra gli altri) -e chiaramente, anche se non esclusivamente, si riferiscono al Dio cristiano- hanno invaso l'IRAQ costruendo false motivazioni per giustificarsi e provocando più di un milione di morti iracheni, non per questo ho disprezzato i Cristiani;
come non disprezzo i Musulmani per le fazioni che hanno dichiarato guerra all'Occidente e ai valori propri delle nazioni occidentali;
così non disprezzo gli Ebrei a seguito della mia condanna di Israele, non tanto per la feroce reazione ai missili di quei criminali di Hamas (per me quelli disprezzano il loro popolo sottoponendolo coscientemente alla punizione collettiva che Israele infligge), quanto per la politica di oppressione continua che ha sicuramente anche motivazioni economiche e razziste.
Anche se le pietre angolari del mio pensiero sono i diritti universali e inalienabili delle donne e degli uomini, i diritti dei bambini, il principio democratico una testa un voto, e la laicità delle istituzioni pubbliche, guardo con simpatia le religioni a cui molti uomini si richiamano per giustificare lo sconosciuto o l'incomprensibile, e valuto sulla base dei principi predetti le tradizioni dei popoli, senza sconti.
Per questo oggi mentre condanno Israele per la sua politica oppressiva verso i palestinesi, sono andato in Sinagoga. Come idealmente andrei in Moschea pur sperando in una Palestina libera, laica e democratica che si liberi di Hamas.
Tra le altre iniziative abbiamo partecipato a quella tenuta in Sinagoga Centrale a Milano.
Come in Sinagoga, mentre Israele sta bombardando Gaza?
Sì, proprio in Sinagoga, e ho messo la Kippah.
Non sono Oriano, sicuramente sono "fallace", ma ho le mie convinzioni.
Quando gli eserciti di chi dice "in God we trust", e di chi dice "God save the queen" ( tra gli altri) -e chiaramente, anche se non esclusivamente, si riferiscono al Dio cristiano- hanno invaso l'IRAQ costruendo false motivazioni per giustificarsi e provocando più di un milione di morti iracheni, non per questo ho disprezzato i Cristiani;
come non disprezzo i Musulmani per le fazioni che hanno dichiarato guerra all'Occidente e ai valori propri delle nazioni occidentali;
così non disprezzo gli Ebrei a seguito della mia condanna di Israele, non tanto per la feroce reazione ai missili di quei criminali di Hamas (per me quelli disprezzano il loro popolo sottoponendolo coscientemente alla punizione collettiva che Israele infligge), quanto per la politica di oppressione continua che ha sicuramente anche motivazioni economiche e razziste.
Anche se le pietre angolari del mio pensiero sono i diritti universali e inalienabili delle donne e degli uomini, i diritti dei bambini, il principio democratico una testa un voto, e la laicità delle istituzioni pubbliche, guardo con simpatia le religioni a cui molti uomini si richiamano per giustificare lo sconosciuto o l'incomprensibile, e valuto sulla base dei principi predetti le tradizioni dei popoli, senza sconti.
Per questo oggi mentre condanno Israele per la sua politica oppressiva verso i palestinesi, sono andato in Sinagoga. Come idealmente andrei in Moschea pur sperando in una Palestina libera, laica e democratica che si liberi di Hamas.
sabato 17 novembre 2012
BERGAMO E IL RESTO DEL MONDO
L'Eco di Bergamo é un "signor" giornale,
seguito con partecipata,ancorché disincantata, attenzione da parte di tutti i
bergamaschi.
L'identità culturale bergamasca, bel concetto non sporcato al fine dai
deliri leghisti, porta il giornale a leggere gli avvenimenti del mondo in
relazione al grado di bergamaschità degli stessi.
A volte con effetti divertenti e involontariamente umoristici.
Venerdì 16 novembre a pag. 10 dell'Eco si legge il titolo
"Io, bergamasco, così addestro l'aviazione afghana"
Articolo serissimo e, trattandosi di scenari di guerra, difficile.
Ma fermandosi al titolo, non si può fare a meno di immaginare il pilota di
jet afghano, nella nostra fantasia con lunga barba, pugnale e turbante anche ai
comandi dell'aereo, centrare, dopo una azzardata picchiata, un convoglio di
talebani e gridare alla radio:
"pota! l'ho preso"
(purtroppo non so come si dica "l'ho preso" in pashtu)
SINCERITA' E COERENZA
Election day. Un articolo di Gian Antonio Stella. Corriere della sera di Sabato 16 novembre 2012.
"Maroni strilla:"Non si possono buttare 50milioni". Ma nel 2009 spenderne 172 non gli faceva effetto.
QUANDO A SINISTRA LO INVOCAVANO E SILVIO TUONAVA "E' MARX CONDICIO"
...
Lo dicano: "Vogliamo l'election day perchè ci conviene" oppure "rifiutiamo l'election day perchè non ci conviene". SAREBBE UN DISCORSO ONESTO. Ma sentire certe pappardelle penose da una parte e dall'altra sul bene pubblicoi e i diritti degli elettori e le procedure e bla bla bla è INSIEME PENOSO E RIDICOLO. Lo dimostrano gli archivi: sono in troppi a sostenere oggi l'opposto di quanto sostenevano ieri.
...
... Non ce n'è uno, di quanto teorizzano l'oggi l'obbligo morale di accoppiare amministrative e politiche che non sostenesse l'opposto.
"Maroni strilla:"Non si possono buttare 50milioni". Ma nel 2009 spenderne 172 non gli faceva effetto.
QUANDO A SINISTRA LO INVOCAVANO E SILVIO TUONAVA "E' MARX CONDICIO"
...
Lo dicano: "Vogliamo l'election day perchè ci conviene" oppure "rifiutiamo l'election day perchè non ci conviene". SAREBBE UN DISCORSO ONESTO. Ma sentire certe pappardelle penose da una parte e dall'altra sul bene pubblicoi e i diritti degli elettori e le procedure e bla bla bla è INSIEME PENOSO E RIDICOLO. Lo dimostrano gli archivi: sono in troppi a sostenere oggi l'opposto di quanto sostenevano ieri.
...
... Non ce n'è uno, di quanto teorizzano l'oggi l'obbligo morale di accoppiare amministrative e politiche che non sostenesse l'opposto.
venerdì 16 novembre 2012
GRATTANDO IL GHIACCIO PER CERCARE TERRENO FERTILE
GIAPPONE: INDIRIZZI
Tratto da IL GIAPPONE DALLA A ALLO ZEN di Agostino Mauriello
… Nessuno in Giappone si sogna di dare l’indirizzo preciso,
via e numero civico, semplicemente perché nessuno li conosce. I tassisti
guardano smarriti quando un cliente si azzarda a indicare numero e via. “ Tre strade
dopo il distributore di benzina… a sinistra, all’altezza della lavanderia… a
destra, due isolati dopo la stazione di polizia… di nuovo a destra…” Eco come
si fa se non si vuole girare a vuoto.
Il Giappone non ha vie, non ha numeri affidabili, e men che
meno un sistema che consenta di trovare senza disperare un indirizzo. Poche
strade hanno un nome. … In alcune zone le case non sono numerate consecutivamente
ma nell’ordine in cui sono state costruite.
… quando si invita qualcuno a casa , è necessario inviare la
piantina del quartiere.
Un metodo è quelli di rivolgersi al “koban”, le minuscole
stazioni di polizia presenti ovunque.
… Facciamo un esempio. Ambasciata d’Italia a Tokyo… l’indirizzo
è 2-5-4-Mita, Minato-ku –Tokyo 108.
108 è i lcodiec epostale
Minato è il ku, cioè il quartiere, una sorta di città nella
città
Mita è la zona
2 sta per Isolato di case numero 2
5 sta per blocco numero 5
4 Edificio numero 4
Facile a dirlo, impossibile a trovarlo
Quando siamo sbarcati a Tokyo uscendo dalla metropolitana, Antonella ed io abbiamo impiegato un’ora a trovare l’hotel Chiyoda inn che è a 2 minuti dalla metropolitana (uscendo dall’uscita giusta). Abbiamo chiesto a tanti e poiché pioveva uno ci ha regalato l’ombrello.
Poi siamo andati anche noi in un Koban e abbiamo cominciato a capire.
Infine abbiamo trovato una signora che ci ha letteralmente preso per mano e portato all’hotel.
Però, non per vantarci, 3 giorni dopo siamo stati in grado di trovare ciò che cercavamo, fossero Onsen o Templi, basandoci sul sistema giapponese di fornire l’indirizzo!
giovedì 15 novembre 2012
GIAPPONE: JIZO
tratto da Giappone: dizionari della Civiltà. Electa editore
Appartenente alla schiera delle divinità buddhiste, il bodhisattva Jizo ( in sanscrito, Ksitigarbha), a partire dal periodo Heian, con i Fujiwara, e in particolare con la diffusione del culto di Amida, è divenuto parte del culto popolare, superando i recinti dei templi.
La sua figura, infatti, simile a quella di un monaco conla testa rasata e una lunga veste e riconoscibile perchè tiene in mano un gioiello e nell'altra un bastone, è presente in ogni angolo di tempio, santuario, strada o bosco.
Avendo egli fatto voto di assistere e aiutare tutti gli esseri sofferenti, è venerato dai giapponesi come protettore in particolare dei neonati e dei non nati.
E' per questo che in alcuni templi e santuari le statuine a lui dedicate, diogni materiale e dimensione, si vedono a decine o addirittura a centinaia, portate dalle madri per affidargli i figli mai nati o morti appena nati.
Ed è per questo che si usa vestirle e coprirle con grembiuli o cappucci rossi e offrire loro fiori o frutti.
Tuttavia, si può incontrare Jizo anche per strada, solitamente in forma di piccola scultura di pietra, poichè e anche ritenuto protettore dei viandanti, ruolo simboleggiato dall'alto bastone.
Appartenente alla schiera delle divinità buddhiste, il bodhisattva Jizo ( in sanscrito, Ksitigarbha), a partire dal periodo Heian, con i Fujiwara, e in particolare con la diffusione del culto di Amida, è divenuto parte del culto popolare, superando i recinti dei templi.
La sua figura, infatti, simile a quella di un monaco conla testa rasata e una lunga veste e riconoscibile perchè tiene in mano un gioiello e nell'altra un bastone, è presente in ogni angolo di tempio, santuario, strada o bosco.
Avendo egli fatto voto di assistere e aiutare tutti gli esseri sofferenti, è venerato dai giapponesi come protettore in particolare dei neonati e dei non nati.
E' per questo che in alcuni templi e santuari le statuine a lui dedicate, diogni materiale e dimensione, si vedono a decine o addirittura a centinaia, portate dalle madri per affidargli i figli mai nati o morti appena nati.
Ed è per questo che si usa vestirle e coprirle con grembiuli o cappucci rossi e offrire loro fiori o frutti.
Tuttavia, si può incontrare Jizo anche per strada, solitamente in forma di piccola scultura di pietra, poichè e anche ritenuto protettore dei viandanti, ruolo simboleggiato dall'alto bastone.
martedì 13 novembre 2012
GIAPPONE: PREVEDERE E IGNORARE
Agostino Mauriello
IL GIAPPONE DALLA A ALLO ZEN
prima edizione 1996.
pag. 106: Nucleare
" Alcuni recenti incidenti a centrali nucleari in Giappone hanno messo sotto accusa i sistemi di sicurezza dei reattori della nuova generazione. Il Paese potrebbe ora essere costretto a rallentare la sua corsa verso il nucleare. Per non parlare delle imprevedibili conseguenze in caso di catastrofico terremoto nei pressi di una centrale atomica".
Ha solo sbagliato la causa scatenante: lo tsunami, che forse nel 1996 in Italia era un fenomeno meno conosciuto.
venerdì 9 novembre 2012
SUKIYAKI
Murakami Haruki
Norwegian wood. pag. 366
Norwegian wood. pag. 366
-
Sukiyaki. - disse, - Sai quanti anni sono che non lo mangio? Lì non avevamo l’attrezzatura
per farlo. Me lo sogno perfino la notte. Con carne,
porri, vermicelli di konnayaku, tofu e foglie di crisantemo che bollono, gorgogliando…
-
Magari, ma c’è un problema. Non ho la pentola per il
sukiyaki.
-
-Lascia fare a me. Me la farò prestare dai padroni di
casa.
Reiko andò senza indugio e tornò
con una magnifica pentola per sukiyaki, fornellino a gas e tubo di gomma.
…
In una stradina commerciale nei
paraggi comprammo la carne, le uova, le verdure e il tofu, e in negozietto di
alcolici un discreto vino bianco
…
Tornati a casa per prima cosa Reiko lavò
e mise a cuocere il riso mentre io disponevo sulla veranda il tubo di gomma e
tutto l’armamentario per il sukiyaki.
…
Poco dopo il riso era pronto così
io misi l’olio sul fondo della pentola prima di mettere i vari ingredienti del
sukiyaki.
-Non starò sognando, vero?- disse
Reiko annusando l’odore che cominciava a diffondersi.
-Ti assicuro che è un sukiyaki
reale a cento per cento. Fidati, - dissi.
Poi senza quasi più parlare
continuammo a mettere gli ingredienti nella pentola sopra la birra. Colomba arrivò
richiamata dall'odore e le demmo qualche pezzetto di carne. Quando fummo pieni
ci appoggiammo ai pilastri della veranda a guardare la luna.
-
Sei soddisfatta? – chiesi
-
Molto. Non ho nessun reclamo, - disse Reiko, e mimando
una smorfia di sofferenza aggiunse: - Anzi, non ho mai mangiato tanto in vita
mia.
-
Adesso cosa vuoi
fare?
-
Riposarmi un attimo e poi andare al bagno pubblico. Devo
assolutamente lavarmi i capelli.
Sukiyaki: pietanza che si cucina in tavola, alla maniera della fondue, in una pentola in cui, su un fornello a gas, cuociono diversi ingredienti ( carne tagliata a fettine, crostacei, verdure) che si mangiano dopo averli intinti in uovo crudo
Konnayaku: radice delle Colocasie dalla cui farina, mista a una gelatina, si ricavano i vermicelli trasparenti utilizzati nel sukiyaki
mercoledì 7 novembre 2012
SAPPIAMO DI NON ESSERLO
"Norwegian wood" di Murakami Haruki
pag.194
pag.194
- Si potrebbero quasi invertire i ruoli, tra personale e pazienti - dissi io impressionato,
- Assolutamente, - disse Reiko agitando la forchetta nel parlare.- Vedo che cominci già a capire come vanno le cose nel mondo.
- Sto imparando, - risposi-
Mah, in una cosa sicuramente noi altri siamo normali, - disse Reiko.- Nel fatto che almeno noi sappiamo di non esserlo.
SEMAFORO ROSSO |
SEMAFORO VERDE |
lunedì 5 novembre 2012
LA COSA PIU' IMPORTANTE PER UN ESSERE UMANO
Murakami Haruki
Kafka sulla spiaggia
Pag 449
Del resto, quando mai il significato di
una vita appariva chiaro e facile da decifrare? La cosa più importante per un
essere umano, pensò Hoshino, la cosa che ha maggior peso, è proprio la morte.
Gli sembra che il modo di morire di una persona avesse molto più significato
del modo in cui era vissuta. O meglio, è il modo in cui si è vissuti a decidere
il modo di morire.
domenica 4 novembre 2012
AMOUR film di Michael Haneke
"Amour", film di Michael Haneke con Emmanuella Riva e Jean-Louis Trintignant.
Abbiamo visto il film al cinema Conca Verde di Bergamo, venerdì scorso. Era l'unico cinema che lo proiettava nel week end nelle vicinanze di Trezzo.
Il film é molto famoso, ha vinto la palma d'oro a Cannes.
Per quanto conosciuto riassumo velocemente la trama. Una anziana coppia di francesi, colti, professori di musica, probabilmente benestanti, vivono una vita la loro senile vita matrimoniale con affetto e interessi comuni. Lei é colpita da ripetuti ictus che la riducono a una progressivamente aggravata invalidità, lui la assiste a casa avendo le promesso di non farla ricoverare in ospedale. L'esito é scontato e viene subito spiegato nella prima scena.
Scrivo per consigliare la visione, prima che scompaia dalla programmazione
Non sono un cinefilo, probabilmente capisco poco di cinema, ma con Antonella pensiamo di poter dire che per noi é un capolavoro.
Come si può immaginare, del resto del film se ne é parlato molto, la storia raccontata é drammatica, ma alcune considerazioni.
Il film é di un asciutto spaventoso, non c'è un momento nel quale viene cercata la commozione dello spettatore, ma si esce prosciugati. Si impiega un po' a riprendersi.
Per quanto la tematica sfiori l'argomento, non é il fine vita, l'eutanasia, l'accanimento terapeutico il tema del film
La mia impressione é che il centro del film sia la solitudine dell'uomo nella tragedia della vita, una solitudine che é lenita dall'amore per il proprio compagno o la propria compagna.
A mio avviso il regista non cerca alcun colpo ad effetto per dimostrare la sua bravura, salvo quello che a mio avviso é un colpo di genio e che si attua alla fine del film - e che non racconto
Interessa troppo ad Haneke mettere in primo piano la storia, come gli attori straordinari, al servizio del racconto
Penso che un film americano avrebbe colto a piene mani i momenti strappalacrime che si sarebbero potuto creare per alzare il tasso di umidità della sala. Haneke é di un rigore assoluto. Credo che sia un piccolo indicatore di cosa sia l'Europa e la cultura europea, e perché questo continente, che tutti si ostinano a ritenere ormai marginale, rimane ancora un canone per tutti e possa rinascere se non rinnega la sua cultura e civiltà
Trintignant e Riva sono straordinari, reggono un film girato completamente in un ambiente chiuso, quasi teatrale, e concentrato sulle loro figure, con moltissimi primi piani.
venerdì 2 novembre 2012
ISRAELE E IL GIARDINIERE TUNISINO
La Repubblica di oggi venerdì 2 novembre. A pagina 14 un articolo di Fabio Scuto riprende la vicenda dell'assassinio di Khali al-Wazir (nome di battaglia Abu Jihad) - al tempo numero 2 dell'OLP - avvenuto nel 1988 a Tunisi da parte di una pattuglia di soldati Israeliani in missione segreta. Un fatto conosciutissimo, che sollevò molte polemiche ma che dimostrava, palesemente, una cosa: l'audacia e la spietata efficienza degli israeliani contrapposta alla logorroica inettitudine degli arabi. Nulla di nuovo, salvo che alla fine i Palestinesi ottennero, con l'Intifada -la prima, precedente agli attentati - più risultati che con ogni altro velleitario uso della forza.
La ricostruzione non dice nulla di nuovo rispetto all'articolo del 1988 sempre di Repubblica (quello dava al-Wazir sveglio nello studio, questo lo vede a letto... cambia poco).
C'è una riga che però per me dice molto:
" Viene ucciso un secondo bodyguard palestinese E UN IGNARO GIARDINIERE TUNISINO CHE DORMIVA NELLA BARACCA IN GIARDINO".
(Non so se questo sia veritiero - abbiamo imparato a diffidare della precisione dei giornalisti che amano infiorire gli articoli con "notizie di colore" - ma E' VEROSIMILE).
Ecco, questo giardiniere tunisino, il suo assassinio - al-Wazir era in guerra con Israele, abbiamo scritto "assassinio" ma la parola giusta dovrebbe essere "uccisione" - a mio avviso dice molto del rapporto tra Israele - e forse non solo il governo, darei un significato più globale - e il resto del mondo, gli altri cittadini del mondo. Come la pacifista americana schiacciata dal buldozer, come i soldati ugandesi, anche questo innocente giardiniere tunisino non è che un pezzo da eliminare se crea un intoppo nel girare del motore israeliano. Credo che sia un ostacolo nel naturale svilupparsi di un sentimento di affetto e amicizia per quel popolo, e di preoccupazione. Chi salva un uomo salva l'umanità, chi uccide un uomo innocente? E' un prezzo che può permettersi di pagare l'unica democrazia del medio oriente? E perchè noi accettiamo questo, anzi non ce ne accorgiamo neanche del giardiniere tunisino?
La ricostruzione non dice nulla di nuovo rispetto all'articolo del 1988 sempre di Repubblica (quello dava al-Wazir sveglio nello studio, questo lo vede a letto... cambia poco).
C'è una riga che però per me dice molto:
" Viene ucciso un secondo bodyguard palestinese E UN IGNARO GIARDINIERE TUNISINO CHE DORMIVA NELLA BARACCA IN GIARDINO".
(Non so se questo sia veritiero - abbiamo imparato a diffidare della precisione dei giornalisti che amano infiorire gli articoli con "notizie di colore" - ma E' VEROSIMILE).
Ecco, questo giardiniere tunisino, il suo assassinio - al-Wazir era in guerra con Israele, abbiamo scritto "assassinio" ma la parola giusta dovrebbe essere "uccisione" - a mio avviso dice molto del rapporto tra Israele - e forse non solo il governo, darei un significato più globale - e il resto del mondo, gli altri cittadini del mondo. Come la pacifista americana schiacciata dal buldozer, come i soldati ugandesi, anche questo innocente giardiniere tunisino non è che un pezzo da eliminare se crea un intoppo nel girare del motore israeliano. Credo che sia un ostacolo nel naturale svilupparsi di un sentimento di affetto e amicizia per quel popolo, e di preoccupazione. Chi salva un uomo salva l'umanità, chi uccide un uomo innocente? E' un prezzo che può permettersi di pagare l'unica democrazia del medio oriente? E perchè noi accettiamo questo, anzi non ce ne accorgiamo neanche del giardiniere tunisino?
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