Per concludere, per conto mio, con un tono di pensata leggerezza una bella competizione tra “belle facce pulite”, ho provato a immaginare un paio di canzoni da associare all’elenco dei candidati, perlomeno dal mio punto di vista e con il mio livello di conoscenza degli stessi.
La prima è “mi fido di te” di Lorenzo Cherubini
Mi fido di te è un passaggio obbligato in una competizione nella quale in pochissimi giorni ho dovuto cercare di conoscere (e permettermi di valutare) 37 persone.
Ho provato ad aumentare il livello di conoscenza ponendo ad alcuni di loro (per quanto il web mi ha consentito) 3 domande per me importanti, alle quali hanno risposto con cortesi e precise parole e proponimenti.
Poiché però non conosco veramente nessuno di loro (anche per deficit mio), una forte percentuale di fiducia, indotta anche dalla possibilità di fare una veloce rassegna della loro storia politica, si rende necessaria.
E’ un limite e anche un pregio di queste primarie. Un limite che a mio avviso è ampiamente accettabile se consideriamo da cosa siamo partiti e come sono state formate le liste precedentemente (anche a sinistra, ovviamente) e come lo saranno per la Regione Lombardia (ho chiesto le primarie per i candidati anche per la Regione al prof Di Stefano, ma sinceramente mi ha detto che sarebbe stato a suo avviso impossibile… ma la richiesta non sarà dimenticata).
E’ un pregio perché posso dire che chiunque sceglierò , e non dirò chi sceglierò… sono ancora in dubbio!!!..., sarà una persona che non mi avrà offerto neppure un caffè o un aperitivo per condizionare la scelta.
Quindi rimane un investimento di fiducia.
Ed entra in campo la seconda canzone, una straordinaria esecuzione di “You’ll never walk alone” cantata dalle tifoserie di Celtic e Liverpool assieme (se ho ben capito è l’inno di entrambe le squadre – il Celtic è la mia seconda squadra preferita)
Con un duplice significato.
Il primo che impegna, questa volta che abbiamo potuto se non scegliere contribuire alla formazione delle liste, ciascuno di noi a seguire, con gli abbondanti strumenti che la tecnologia ci offre, i deputati e i senatori che avremo contribuito a far eleggere, per far sentire loro la nostra attenzione e il nostro sostegno.
Il secondo è che il nostro sostegno si manifesta anche nel chiedere un rendiconto delle attività svolte, della coerenza nelle scelte fatte e dei voti espressi.
Un controllo di cui abbiamo diritto, pur espresso nel pieno rispetto del lavoro.
Leggendo i profili, mi sembra che la cifra comune dei candidati sia la passione per la cura della res publica.
La passione politica è una condizione necessaria perché io accetti di pagare, con le mie tasse, lo stipendio dei “miei” parlamentari di riferimento, ma la sola passione non è una condizione sufficiente, è richiesto, in un quinquennio di prevista tregenda, studio e acquisizione di conoscenze per scelte determinanti e razionali.
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