venerdì 3 gennaio 2014

NELSON MANDELA. LUNGO CAMMINO VERSO LA LIBERTA'

Nelson Mandela. Lungo cammino verso la libertà. Pag 150 e seg.

"Mandela e Tambo" era inciso sulla targa di ottone attaccata alla porta del nostro ufficio in Chancellor HOUSE, un piccolo edificio che si affacciava sulla strada dove le statue marmoree della giustizia si ergevano davanti alla pretura. Quell'edificio, di proprietà di indiani, era uno dei pochi dove gli africani potessero affittare uffici nel centro. Fin dall'inizio lo studio "Mandela e Tambo" fu assediato dai clienti. Non eravamo gli unici avvocati africani del Sudafrica, ma eravamo l'unico studio di avvocati africani. Per gli africani noi eravamo la prima scelta e l'ultima risorsa. Per raggiungere i nostri uffici ogni mattina dovevamo farci largo tra una folla di gente che aspettava nell'atrio, sulle scale, e nella nostra piccola sala di aspetto.
Gli africani avevano disperatamente bisogno di aiuto legale: era un crimine passare per una porta riservata ai bianchi, un crimine viaggiare su un autobus riservato ai bianchi, un crimine bere a una fontana riservata ai bianchi, un crimine essere in strada dopo le undici, un crimine non avere il lasciapassare e un crimine averci una firma sbagliata, un crimine essere disoccupati e un crimine lavorare nel posto sbagliato, un crimine vivere in certi posti e un crimine non avere un posto dove vivere.
(...)
Ogni giorno sentivamo e vedevamo le migliaia di umiliazioni che gli africani subivano comunemente nella loro vita.

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