Questa notte, mentre lottavo contro il sonno per riuscire a finire questo libro, sentivo dentro quel piacere che si prova quando non si può proprio prendere il segnalibro e rimandare a domani o a dopo la prossima pagina.
Se posso usare un'espressione molto banale ed elementare, direi che é un libro "bellissimo"
É stato il mio fortunatamente indovinato regalo di Natale ad Antonella, che ha letto il libro in due giorni, che é rimasta affascinata dal protagonista (anche per caratteristiche che non accetterebbe in suo marito) e che me lo ha passato dicendomi: leggilo. E questo piano piano é passato davanti a quello sulla Germania, al paio di Mandela in corso di lettura e a quelli ancora fermi sulla scrivania.
Si tratta di un romanzo epistolare, d'amore ma non sentimentale, impostato con un'escamotage stilistico che non vorrei anticipare.
La storia narra di un rapporto epistolare tra il protagonista e la donna della sua vita che si è allontanata sette anni prima quando egli è stato colpito da un grave cancro e nel corso delle cure é stato curato dalla prima moglie, cattolicissima e alcolista, che é improvvisamente tornata. Nelle lettere Roncoroni riflette sulla malattia, sul fine vita, sul diritto a morire, su Dio e sulla religione, sul sesso e sulla sessualità, sull'amore e sui piccoli piaceri della vita. La profondità delle riflessioni e la nettezza di alcune posizioni sono per me magistralmente inserite in un discorso fluido e molto realistico nello svolgersi ( non c'è mai la sensazione della conferenza)
Una piccola noterella, anche questo autore, come Mastrocola, ha sentito la necessità di liberare il protagonista dalle angustie che limitano lo sviluppo degli aspetti spirituali-ideali della nostra umanità, come capita a noi persone normali, e li hanno dotati di cospicuo patrimonio. Libero dai bisogni primari, l'uomo può sviluppare pienamente se stesso... dove l'ho già sentito?
Concludo invitando alla lettura e ammettendo di non avere la preparazione per sviluppare una più ampia recensione su questa notevole opera letteraria, credo che si presti più a una piacevole discussione tra amici che l'hanno letto, partendo da uno qualsiasi dei numerosi spunti di riflessione che l'autore sa darci.
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