sabato 6 ottobre 2012

GRATTANDO IL GHIACCIO PER CERCARE TERRENO FERTILE

Sto leggendo un libro stupendo. Si intitola IL GIAPPONE E LA GLORIA, scritto da Alex Kerr.  In copertina c'è scritto "Un viaggio "innamorato" fra le tradizioni del Giappone. E i suoi segreti". Un innamorato arrabbiato con l'oggetto del suo amore. Un innamorato che soffre per la trasformazione del suo amore. Nel capitolo KYOTO ODIA KYOTO ecco cosa scrive della  Kyoto Tower e della nuova stazione ( per inciso, la Kyoto Tower aveva urtato anche la nostra sensibilità, mentre la stazione ci aveva affascinato e lasciato ammirati)


" Se Nara e le altre città sono diventate brutte (ndr. già da questo incipit si capisce che il giudizio generale è... come dire... tranchant... vedi un mio post precedente), la colpa è stata per lo più di interventi urbanistici avventati.
 A Kyoto invece la distruzione è stata voluta e consapevole. Chi arriva qui per la prima volta resta scioccato alla vista della Kyoto Tower che sorge con la sua forma ad ago accanto alla stazione. Il grattacielo fu costruito nel 1964 dall'amministrazione cittadina espressamente  per spezzare la linea dei vecchi tetti di tegole, giudicati troppo antiquati.

Le autorità comunali intendevano dire ai visitatori: "siamo moderni, noi non abbiamo niente a che fare con questo vecchiume che c'è attorno". nonostante le decine di migliaia di firme raccolte tra la cittadinanza per opporsi alla costruzione della torre, il progetto fu completato.
 
Fu la classica pugnalata al cuore.
La costruzione della Kyoto Tower fu seguita dalla rapida distruzione di gran parte della città antica, che lasciò intatti solo templi e santuari. Ogni passo in questa direzione fu contrassegnato dall'aperta aggressione all'eredità cittadina da parte dell'amministrazione municipale.

L'attacco più drammatico è arrivato recentemente (ndr . il libro è del fine secolo scorso) con la ricostruzione della stazione ferroviaria.


Fu indetta una gara in cui architetti giapponesi e stranieri presentarono diversi progetti, alcuni dei quali contenevano elementi tradizionali come i tetti a spiovente coperti di tegole.
 C'era un progetto ultramoderno dell'architetto Ando Tadao a forma di grande cancello, reminiscenza di quelli che un tempo di trovavano ai margini della città.

 Ma il comitato di selezione li respinse tutti e scelse l'unico progetto che negava da ogni punto di vista la storia di Kyoto. Realizzato dal principale architetto dell'università della città, è un'enorme scatola di vetro che più che altro sembra la lobby di un aeroporto.
Non ci potrebbe essere prova più lampante dell'odio che la città nutre per se stessa"
   
L'edizione originale, scritta in giapponese, ha vinto nel 1994 il premio letterario Shincho Gakugei per la m igliore opera saggistica pubblicata in Giappone (prima opera di uno straniero a vincere questo premio)

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