VALUTAZIONI PREOCCUPATE E NON POSITIVE DI "TUTTI PER TREZZO" SUL CAPITOLO "POLITICHE SOCIALI" DEL PDM
Alla valutazione sul capitolo "politiche sociali" del P.d.M. la lista civica attualmente di minoranza in CC a Trezzo dedica un paio di pagine di analisi preoccupata e non favorevole.La lettura che la Lista Civica fa è di una "scarsissima progettualità" e di "sbrigativa ordinaria amministrazione".
Una posizione abbastanza dura, meritevole di essere letta e discussa.
Propongo il testo:
Politiche Sociali
- Le linee programmatiche di mandato 2014-19, per quanto riguarda l'area delle politiche sociali, sono caratterizzate a nostro parere una scarsissima progettualità: l'impressione superficiale, leggendole, è che si voglia sbrigare una “ordinaria amministrazione”. Ciò viene confermato dal riferimento a istituti obbligatori (e dunque non attribuibili alla progettualità dell'amministrazione) quali l'Amministratore di Sostegno.
Questa “sbrigatività” ci sembra particolarmente grave, specie in un momento di crisi generalizzata che colpisce con particolare durezza coloro che già si trovano in situazioni di disagio economico. Tra costoro, citiamo certamente anche i numerosi cittadini stranieri residenti a Trezzo, che lavorano, studiano, vivono sul nostro territorio, ai bisogni dei quali non è dedicata una singola parola.
A una lettura più approfondita, però, crediamo emergano alcuni fili conduttori particolarmente preoccupanti che percorrono le varie proposte elencate.
- In primo luogo l'obiettivo principale insito nelle scelte sembra essere la riduzione della spesa o la ricerca di condizioni economiche più vantaggiose da parte dell'amministrazione, senza una espressa attenzione al monitoraggio della qualità del servizio offerto (ad esempio nell'esternalizzazione della gestione dell'asilo comunale). Nella stessa direzione crediamo vadano la mancanza, nelle linee programmatiche, di alcune azioni promesse nel programma depositato dalla lista per l'onestà durante la campagna elettorale, come la Carta Famiglia e il Progetto Tutor.
- In secondo luogo, crediamo di essere di fronte a una tendenza allarmante: il fondamentale disinvestimento nei confronti dell'essenziale azione di “presa in carico” delle situazioni di necessità da parte dei servizi sociali comunali. Ciò risulta evidente dal dichiarare “prioritaria forma di intervento” una forma di libero contributo (il progetto “Affido Vicino” da parte dei privati, che è affidato alla generosità e alla sensibilità (ma anche alla disponibilità economica) del singolo cittadino.
- Per quanto riguarda la difficile questione dell'emergenza abitativa, se a Trezzo il 65% dei richiedenti un alloggio edilizia residenziale pubblica è sotto la soglia di povertà, non è possibile ignorare la richiesta di reperimento di nuove case a canone sociale e la necessità di individuare case alloggio per le situazioni di sfratto. Riteniamo che in questo momento di vivo bisogno da parte di numerose famiglie, che devono affrontare ingiunzioni di sfratto, l'unica risposta non può essere la vendita delle poche case di proprietà comunale.
- Nella stessa direzione credo vada la scelta di sostituire l'erogazione diretta del sussidio economico con l'emanazione di bandi ad hoc: i limiti primari di tale scelta consistono fondamentalmente nella rigidità intrinseca alla forma del bando, nelle tempistiche lunghe, e nel fatto di ridursi a contributi una tantum, tre caratteristiche che non possono essere adeguate a dar risposta a un bisogno vivo, immediato. Inoltre, se è vero che il primo punto è “prevenire e risolvere situazioni di disagio evitando l’allontanamento dei minori dalla famiglia”, riteniamo essere fondamentale il momento del contatto con l’assistente sociale da parte della famiglia in difficoltà per la richiesta del sussidio economico, inteso come aggancio iniziale, necessario presupposto alla “presa in carico” da parte del servizio sociale che può così maggiormente monitorare le situazioni di maggior disagio famigliare anche nei confronti dei minori.
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