Così recita Lonely Planet: “Commissionata dall’imperatore
Giustiniano e costruita nel 532, questa struttura sotterranea è la più grande
cisterna ancora visibile a Istanbul.
Al suo interno si contano 336 colonne con
capitelli finemente scolpiti, tutte recuperate da templi in rovina.
La simmetria dell’insieme e la grandiosità del progetto sono
tali da togliere il fiato, e l’immenso ambiente sotterraneo è un fantastico
rifugio durante i torridi giorni estivi”.
Tutto vero.
A me era sfuggita durante le precedenti due visite a
Istanbul. Per la prima volta sono
giustificato perché è stata restaurata nel 1985 e aperta al pubblico nel 1987,
l’anno dopo la mia prima visita.
Non ricordo bene cosa abbiamo visitato nel
corso della seconda visita, ma occorre dire che è stato l’anno che Pa’ aveva dimenticato
il passaporto al Nemrut Dagi e abbiamo passato molto tempo al consolato.
Il nome deriva dalla localizzazione.
Prende il nome di Cisterna Basilica perché posta sotto la Stoà Basilica, una delle grandi piazze sul primo colle della città.
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