da INTERNAZIONALE (13 giugno)
LEVY è un giornalista israeliano che scrive su Ha'aretz
Nel suo intervento spiega perché non ci si deve perdere a condannare Israele per ogni nuovo insediamento eretto nei territori occupati (anche se deciso per punire i palestinesi) ma occorre riuscire a guardare il dramma nel suo complesso e nella sua vera entità.
"...
Smettiamo di condannare Israele per ogni nuovo appartamento e per ogni nuovo camper: Israele va condannato e punito per aver creato condizioni di vita sotto l'occupazione che sono insopportabili; per il fatto che un paese che rivendica il suo posto tra le nazioni illuminate continua ad opprimere un intero popolo giorno e notte.
E allora, parliamo dei poveri pescatori di Gaza, che si vedono sparare addosso dalle navi da guerra. Parliamo dei mabini arrestati brutalmente di notte, parliamo dei tanti prigionieri senza processo, delle famiglie divise tra Gaza e la Cisgiordania, tra Gerusalemme e Ramallah. Parliamo del grilletto facile dei soldati israeliani, dei tribunali discriminatori, degli espropri, delle demolizioni di case, delle distruzioni di villaggi che avvengono ogni giorno. Parliamo delle terre da pascolo trasformate in poligono solo per scoraggiare chi ci abita ed espellerlo; parliamo dei soldati che sparano per noia e dei poliziotti che arrestano dei palestinesi per il semplice fatto che hanno il potere di farlo.
Parliamo dell'apartheid ormai connaturato alla Cisgiordania e della prospettiva spaventosa che si apre a qualsiasi bambino palestinese che cerchi di farsi una vita, o che solo di fare una gita in spiaggia, anche se è poco distante da casa sua.
Parliamo degli abitanti di Gaza che non possono esportare i loro prodotti né andare da nessuna parte, né per studiare, né per essere ricoverati in Ospedale, né per visitare parenti o lavorare fuori dalla loro prigione, la più grande del mondo. Parliamo delle migliaia di prigionieri - compresi quelli politici- che subiscono una discriminazione disumana, il che non si può dire per i detenuti ebrei nelle carceri israeliane. Parliamo della burocrazia dell'occupazione,che è un altro metodo di vessazione istituzionalizzato (questa probabilmente rivolta contro Israele è l'accusa più drammaticamente forte, perchè rimanda alla burocratica oppressione nazista che gli ebrei hanno subito- vedi Hillberg "la distruzione degli ebrei d'Europa - mia nota)
Parliamo dei checkpoint e delle troppe, continue, ingiustizie. Parliamo degli orrori dell'occupazione.
...
Ogni cittadino perbene, sia in Israele sia nel resto del mondo, deve levare un grido contro tutto questo. Di queste grida non se ne sentono abbastanza."
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