domenica 21 aprile 2013

UN PROMEMORIA PRODROMO ALLA RIFLESSIONE IN FORMAZIONE DEL NUOVO GOVERNO

dedicato soprattutto a chi rappresenta il Popolo delle Primarie.


SALVATORE SETTIS
"AZIONE POPOLARE - cittadini per il bene comune"
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C'è però nel caso Italia una peculiarità ancor più singolare, e porta il nome di Silvio Berlusconi. Nessun Paese d'Europa ha avuto così a lungo in una delle sue cariche di vertice una figura tanto caratterizzata da giganteschi conflitti di interesse fra ruolo pubblico e tornaconto privato. Nessun Paese ha visto un tal profluvio di leggi ad personam, né un Parlamento così pronto a far quadrato intorno alle ipotesi di reato, di corruzione, di collusione con le mafie, persino di concussione e prostituzione minorile. Con l'argomento che bisognava "lasciar lavorare" il presidente del Consiglio proteggendolo dalla magistratura, il Parlamento si è ridotto a camera di decantazione delle accuse al premier e delle esternazioni in risposta. In nessun Paese si è visto un presidente del Consiglio dichiarare che l'evasione fiscale è "in sintonia con l'intimo sentimento di moralità" (discorso alla Guardia di Finanza dell'11 Novembre 2004), che la magistratura è "la metastasi della democrazia" ( 13 Dicembre 2008), che la Corte costituzionale " è diventata un organo politico e non di garanzia" (7 maggio 2011). E quando il Presidente della Repubblica aveva rivolto al governo qualche osservazione critica, Berlusconi ha minacciato di ridurre i suoi poteri modificando la Costituzione ( 6 febbraio 2009), e ha cercato di delegittimarlo in quanto "eletto da una maggioranza che non è più maggioranza del Paese, la maggioranza di sinistra"( 7 ottobre 2009), spingendosi fino a bollare la stessa Costituzione della repubblica come "vecchia e filosovietica" ( 8 febbraio 2009).
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L'indignazione che pur c'è stata, contribuendo a provocare la caduta di Berlusconni, si indirizzava sulle sue vergogne private, sul conflitto di interesse, sulle "campagne acquisti" e la corruzione della politica. Ma l'enormità di questi misfatti fa velo ai nostri occhi: ci impedisce di vedere che molte ignominie non sono colpa solo di Berlusconi e dei suoi accoliti, e perciò non spariranno con essi: perchè coinvolgono imprese, banche, politici d'ogni osservanza. Negli anni in cui egli ha governato il Paese è giunto all'estremo il degrado del senso civile, della pubblica moralità e della buona amministrazione: da qui il dissesto della produttività e dell'economia. Ma questo processo degenerativo è cominciato prima di Berlusconi ( lo dimostra la sua continuità con Craxi) e continuerà dopo di lui. Perciò Berlusconi è un falso bersaglio. Se lo scambiamo per il solo nemico da battere, e ancor di più se crediamo di averlo già battuto, non riusciremo mai a sconfiggere il degrado che di opprime e invertire la rotta
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Quale strada,se ancora oggi, a sessant'anni di distanza, è irrealizzato il grande progetto di democrazia e di uguaglianza da cui nacque la Costituzione nella dolorante Italia del 1946-47?

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