Mi colpisce questa abitudine a ricercare nelle pieghe del
passato qualsiasi cosa ( un libro, un articolo, una dichiarazione, un giudizio)
che possa infangare, o almeno sminuire, il valore e l’autorevolezza dei
personaggi che si possono erigere ad esempio (se vogliamo anche guida, nel
senso più nobile del termine) o pietra angolare a cui fare riferimento per cercare
di bloccare lo scivolamento verso l’abisso a cui questo sdrucciolevole piano inclinato
valoriale ci conduce.
Penso ai Partigiani, a Papa Francesco, a Napolitano, ma sono
solo esempi tra (non ) molti che possiamo avere e fare.
E’ laicità estrema, dura e pura, questa necessità di
macchiare ogni figura che sembra ergersi dalla mediocrità al fine da non avere
miti di cui pentirsi, dopo aver mitizzato figure mediocri a iosa?
Oppure necessità combinate, per una società che da un lato
erge a miti ometti come Berlusconi e
Grilloe dall’altro è resa disincantata più dal deserto valoriale nella quale si
muove smarrita che da un approccio veramente laico alla storia, di non sentire
il peso morale del volersi rifiutare di confrontarsi con rigorose
figure che non farebbero sconti, preferendo abbassare l’asticella piuttosto che
alzare il proprio obiettivo?
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