martedì 26 maggio 2015

MA IL LIBERO MERCATO HA UN NEO

Yuval Noah Harari
Da animali a dèi. Breve storia dell'umanità

MA IL LIBERO MERCATO HA UN NEO

Ma il libero mercato ha un neo. Non può garantire che i profitti vengano ricavati i modo giusto o distribuiti in giusta misura. Al contrario, la brama di incrementare i profitti e la produzione acceca le persone. Quando la crescita diventa il bene supremo, svincolato da ogni considerazione etica, può facilmente portare alla catastrofe.
Certe religioni come il cristianesimo o il nazismo sono arrivate ad uccidere milioni di persone per odio insopprimibile. Il capitalismo ha ucciso milioni di persone con fredda indifferenza unità all'avidità, il commercio degli schiavi nell'Atlantico non discendeva da un odio razziale verso gli africani. Gli individui che comperavano le azioni, gli agenti che gliele vendevano e i dirigenti delle società che si occupavano del commercio di schiavi semplicemente non pensavano agli africani. E non ci pensavano neppure i proprietari delle piantagioni, molti dei quali peraltro abitavano lontano, e le sole cose su cui volevano essere informati erano i risultati a libro mastro, tra profitti e perdite.

OGGI IL CITTADINO DELL'EUROPA PERCEPISCE I VINCOLI. NON PUO' DURARE.

l’Unione Europea, è vista come il santuario delle procedure, un insieme di regole e parametri senza un’anima, pura meccanica ottusa. (...) Non può durare a lungo.

ZYGMUNT BAUMAN – EZIO MAURO: “BABEL” 


Che ci piaccia o no, il neopopulismo che affascina masse deluse e disperse potrebbe sembrare una nuova strada per riportare il cittadino dentro il recinto del discorso pubblico, disertato ogni giorno di più. Ma quale discorso, e per quale concetto di pubblico? Nietzsche ci aveva avvertiti che nella decadenza è facile smarrire per , lasciando prevalere fino a
L’analisi mi sembra puntuale e corretta, ma sarebbe monca se si fermasse qui, perché questi nuovi pifferai non vengono da Marte ma sono prodotto o conseguenza di una mancanza che dura da anni.

Infatti poche righe dopo leggiamo questo paragrafo strettamente correlato


Siamo in un’epoca in cui le regole vengono contrapposte ad una specie di , come una malattia senile del democraticismo. E tu hai ragione a dire che o impariamo ad abitare politicamente lo spazio sovranazionale o siamo perduti, perché è là che si decide tutto ciò che conta, non qui da noi. Ma c’è un problema: perché quello spazio a noi più vicino, l’Unione Europea, è vista come il santuario delle procedure, un insieme di regole e parametri senza un’anima, pura meccanica ottusa. E’ un paradosso: sono infatti convinto che esisterebbe una opinione pubblica europea sui grandi temi della democrazia, della libertà e dei diritti, fondamentali per l’Occidente dunque per l’Europa, ma le istituzioni non sanno ascoltarla, raccoglierla, rappresentarla, non sanno suscitarla. (…) Ecco perché dell’Europa oggi il cittadino percepisce i vincoli, non la loro legittimità. Non può durare a lungo.

mercoledì 20 maggio 2015

IL LETTORE STOLTO: LA CROCE E IL POTERE. I CRISTIANI DA MARTIRI A PERSECUTORI

Sto leggendo un interessante libro di Giovanni Filoramo intitolato LA CROCE E IL POTERE. I CRISTIANI DA MARTIRI A PERSECUTORI, incentrato sulla ricostruzione storica del periodo tra il 313 (Editto di Costantino) e il 380 ( Teodosio dichiara il cristianesimo unica religione ufficiale dell'impero romano).
Ho trovato la recensione di questo libro sulla DOMENICA del SOLE24ORE e ho potuto facilmente recuperare il tomo attraverso il nostro Sistema Bibliotecario.
Ecco un paio di stralci:
"Nel complesso, nessuna religione aveva fino ad allora goduto di una legislazione così capillare e favorevole, coerentemente strutturata e destinata a facilitarne l'unità e l'espansione, privilegiando in particolare i clero e attribuendo ai suoi capi, i vescovi, una serie di poteri che finivano per assimilarli sempre più a degli importanti funzionari pubblici
(...)
Costantino aveva appreso dai vescovi il principio che la verità è unica, rivelata e non può essere imposta con la forza (anche se alla fine, come si vedrà..., fu proprio questo principio coercitivo, teorizzato da Agostino, a prevalere). Ciò che, in cambio, egli insegnò loro fu il principio fondamentale della religione polita tradizionale: la divinità recitava un ruolo decisivo nella sicurezza statale; chi aveva a a che fare con la gestione di questo ruolo non poteva che ricavarne benefici. I vescovi appresero bene la lezione".

lunedì 18 maggio 2015

IL LETTORE STOLTO: LA MEMETICA

YUVAL NOAH HARARI
DA ANIMALI A DEI. BREVE STORIA DELL'UMANITA'
LA MEMETICA

Se non riusciamo a spiegarci le scelte che fa la storia, possiamo però dire qualcosa di molto importante intorno 


Ad esse: tali scelte non sono fatte perché debbano portare beneficio agli umani. Non esiste assolutamente alcuna prova che la prosperità umana migliori col procedere della storia
Non esiste alcuna prova che le culture che sono di beneficio degli umani debbano inesorabilmente instaurarsi e diffondersi, mentre le culture meno benefiche siano destinate a scomparire. Non esiste alcuna prova che il cristianesimo costituisca una scelta migliore, per esempio del manicheismo, o che l'impero arabo sia venuto a maggior beneficio di quello dei persiani sassanidi.
(…)
Culture differenti assegnano una definizione del bene che è differente, e noi non disponiamo di un parametro con cui giudicare le varie definizioni. I vincitori, naturalmente credono sempre che la giusta definizione di vene sia la loro. Ma perché dovremmo credere ai vincitori?
(…)
Un numero sempre maggiore di studiosi considerano le culture come infezioni o parassiti della mente, dove gli umani agiscono ad inconsapevoli ospiti. I parassiti organici, come i virus, vivono all'interno del corpo ospite. Si moltiplicano e si diffondono da un corpo ospite all'altro, alimentandosi dei loro ospiti, indebolendoli e talvolta uccidendoli. (…) Le idee culturali vivono nelle menti degli umani proprio in questa maniera. Esse si moltiplicano e si propagano da un ospite a un altro, talvolta indebolendo gli ospiti, talaltra uccidendoli.
(…)

Questo approccio viene chiamato talvolta col termine di memetica. La memetica presume che, come l'evoluzione organica si basa sulla replicazione delle unità di informazione organica chiamate “geni”, così l'evoluzione culturale si basa sulla replicazione delle unità di informazione culturale chiamate “memi”. Le culture vincenti sono quelle che eccellono nella riproduzione dei loro memi, senza badare a costi e benefici per gli ospiti umani.

domenica 17 maggio 2015

NESSUNO NELLA STORIA HA AVUTO ABBASTANZA CORAGGIO

NESSUNO NELLA STORIA HA AVUTO ABBASTANZA CORAGGIO
YUVAL NOAH HARARI
"DA ANIMALI A DEI. BREVE STORIA DELL'UMANITA'"
La battaglia tra il bene e il male
Dal politeismo non nacquero solo religioni monoteiste, ma anche religioni dualiste. Le religioni dualiste abbracciano l'esistenza di due opposti poteri: il bene e il male.
A differenza del monoteismo, il dualismo ritiene che il male sia un potere indipendente, che non è creato dal buon Dio e non gli è subordinato. Il Dualismo spiega che l'intero universo è un campo di battaglia tra queste due forze, e che tutto ciò accade al mondo fa parte di questa eterna lotta.
Il dualismo è una visione piuttosto attraente, perchè possiede in sé una risposta sintetica e semplice al famoso problema del amle, una delle preoccupazioni fondamentali del pensiero umano. "Perché nel mondo c'è il male? Perché c'è la sofferenza? Perché alle buone persone succedono cose brute?" I monoteisti devono fare acrobazie intellettuali per spiegare come mai un Dio che tutto sa, tutto può e che è perfettamente buono debba consentire tanta sofferenza nel mondo. Una spiegazione assai nota è che questo è il modo in cui Dio consente il libero arbitrio dell'uomo (...) il libero arbirtrio consente agli uomini di scegliere il male. (...)Ma se Dio sa in anticipo che una particolare persona userà il suo libero arbitrio per scegliere il male, e che come risultato verrà punita con le torture eterne dell'inferno, perchè ha creato quella persona? I teologi hanno scritto innumerevoli libri per rispondere a interrogativi di questo genere. C'è chi trova le risposte abbastanza convincenti e chi no. Innegabile resta comunque il fatto che i monoteisti hanno difficoltà quando devono trattare il problema del male.
Per i dualisti il motivo per cui le cose cattive accadono anche quando la gente è buona dipende dal fatto che il mondo non è sotto l'egida di un dio che tutto sa, tutto può e che è completamente buono. Libero per il mondo c'è anche un potere malefico indipendente. E questo potere del male a compiere le cose cattive. (...) hai suoi lati negativi. Certo, essa offre una soluzione molto semplice al problema del male, ma è intaccata dal problema dell'ordine. Se al mondo esistono due poteri contrapposti, quello del bene e quello del male, chi decreta, allora, le leggi che regolano la lotta fra i due?  (...) Quando sono (...) il Bene e il Male, a quali leggi comuni essi obbediscono, e chi decreta queste leggi?
Viceversa i monoteisti non hanno difficoltà a spiegare il problema dell'ordine, mentre l'hanno per il problema del male.
C' è solo una via logica per risolvere il dilemma: sostenere che esiste un singolo dio onnipotente creatore dell'intero universo- e che esso è un dio malvagio. Però nessuno, nella storia, ha avuto abbastanza coraggio da accettare questa credenza.

sabato 9 maggio 2015

9 maggio GIORNATA DELL'EUROPA. GITA IN UNA CITTA' EUROPEA: MILANO





Oggi gita in Europa, a Milano, con gli amici Aida D'Amico e Renato Caccia. Dalla bellissima Chiesa di san Cristoforo sul Naviglio fino alla Darsena e per concludere al Castello per vedere la Pietà Rondanini. Una giornata ben spesa con gli amici cari.




























lunedì 4 maggio 2015

L'ELOQUENZA DEL SILENZIO

L'eloquenza della silenzio
Aldo Grasso
Corriere della Sera, La Lettura 28 ottobre 2012
Mi basterebbe capire perché non siamo più capaci, quando capita, di osservare un minuto di silenzio negli stadi o perché nel corso di un funerale ci abbandoniamo all'applauso. Il silenzio non ci appartiene più, non lo riconosciamo. Per esprimere quella cupa, muta e sorda ebetudine che tramortisce quando le grandi disgrazie premono, ci abbandoniamo a una sinistra euforia: sfogarci, applaudire.
...
Il silenzio ci appare oggi come un vuoto angoscioso, così angoscioso da preferirgli il rumore, il chiacchiericcio, persino l'acufene, la vera colonna sonora della modernità. Eppure , la nostra epigrafe sarà solo quella dettata da Ceronetti, "la vita rimescola dati e dadi; l'ultima parola, su tutto, la dirà il silenzio">