venerdì 13 febbraio 2015

LA MOGLIE DI ROBERTO NAPOLETANO SI CHIAMA ANTONELLA?

LA MOGLIE DI ROBERTO NAPOLETANO SI CHIAMA ANTONELLA?

Da Memorandum di Roberto Napoletano (LA DOMENICA del Sole 24ore)

Mi piace un olio su tela di Giannoni con una libreria bellissima a parete intera, legni caldi e colori densi, quei testi che occupano tutti gli scaffali e quelli finiti per terra a pile con chiazze bianche intorno, confesso che quando la pittura e il libro si incontrano in me scatta sempre qualcosa. Mi fermo e incrocio lo sguardo di mia moglie, capisco che non sono fortunato, la pensa diversamente "non facciamoci venire intenzioni , non abbiamo bisogno di avere un quadro che ci ricordi il disordine di casa, dove i libri hanno occupato tutte le scaffalature e spuntano da ogni dove, quasi non si cammina più "

giovedì 12 febbraio 2015

LE RIFORME DA SOLO NON SONO SUFFICIENTI

LE RIFORME DA SOLO NON SONO SUFFICIENTI
In questi giorni nei quali la Grecia e le speranze che suscita Tsipras sono argomento di dibattito e discussione, propongo un estratto di un articolo di ALBERTO KRALI  pubblicato oggi sull'Eco di Bergamo.
Sono particolarmente interessanti gli ultimi due paragrafi.

" Eppure nononstante una semplificazione dei processi istituzionali che in Italia è oggetto di invidia dal 1975 anno di introduzione della costituzione ad oggi la democrazia greca è stata ostaggio del clientelismo, della corruzione, delle malversazione dei partiti sia di destra che di sinistra. Una società chiusa estranea ai mercati moderni. Guai a credere che un paese possa essere cambiato con le sole riforme istituzionali. E' un clima culturale e quindi politico che va mutato. Il pericolo più serio è che una rassegnata assuefazione al malaffare pervada il tessuto sociale e percepisca la corruzione come un male senza rimedi.
Gli atteggiamenti di chiusura dei paesi del nord, Germania in testa, alla richiesta di una maggiore flessibilità in tema di crescita va a cozzare contro questa diffidenza di fondo. Questo porta i paesi del Nord Europa a considerare il regime di costrizione finanziaria l'unico strumento per migliorare i costumi. Una visione rigida che nel caso greco ha generato drammi sociali. L'Italia nel 2011 è andata vicino ad una amministrazione controllata dalla troika. A Bruxelles con la BCE e il Fondo Monetario Internazionale erano pronti a scendere a Roma. Si è già dimenticato. Rispettare le regole è il primo precetto per un'economia sana e l'antidoto al male oscuro del paese."

Poche parole ispirate e precise, semplici, tanto semplici da non essere comprese.

martedì 10 febbraio 2015

IL SENSO E IL VALORE DELLA MEDIAZIONE ISTITUZIONALE

IL SENSO E IL VALORE DELLA MEDIAZIONE ISTITUZIONALE
da Laura Pennacchi: FILOSOFIA DEI BENI COMUNI

la riflessività della modernità si articola lungo linee consensuali, discorsive, argomentative ma anche in conflitti. Le une e gli altri hanno bisogno di istituzioni che li trattino, li organizzino, li elaborino, in una parola che li medino; istituzioni che, nel mediare, distinguono tra valori assoluti - la cui coesistenza è garantita dalla laicità - e questioni sottoponibili al confronto e all'argomentazione, trasformano l'antagonismo in agonismo, contrastano il fondamentalismo. Le istituzioni, infatti, non sono norme né fini, ma non sono nemmeno puramente e semplicemente strumenti. Le istituzioni sono il medium delle relazioni sociali attraverso cui avvengono, in forme mediate intersoggettivamente, l'elaborazione, il riconoscimento e la generalizzazione di significati sociali: in quanto tali sono "beni pubblici di secondo ordine" (Donolo 197). La mediazione istituzionale, pertanto, è una funzione centrale della civilizzazione moderna.
(...)
La crisi globale esplosa nel 2007-2008 ha mostrato a quali esiti catastrofici possano condurre i due assi lungo i quali si è svolta la globalizzazione neoliberistica innescata dagli inizi degli anni ottanta del Novecento caratterizzata da autoregolazione come negazione della mediazione istituzionale: la rimessa in discussione dell'autonomia del politico, l'affermazione di un diritto p"puro" (vale a dire purificato dalle influenze della politica) e cioè rinaturalizzato (Ferrarese 2010), proteso verso l'imediatezza. Quei confini - non solo tra territori ma tra livelli, sfere, categorie - istituiti dalla mediazione istituzionale sono stati erosi, la distanza è stata annullata da una prossimità generalizzata, nella sfera giuridica si sono ridotte le differenze tra pubblico e privato, tra verità e menzogna, tra lecito e illecito. La stessa distinzione tra società civile e Stato subisce uno sgretolamento in nome della esaltazione dell'immediatezza della società civile, spinta fino al punto di occultare il carattere "istituente" (Magatti 2005) in realtà in essa racchiuso.

domenica 8 febbraio 2015

LA SOCIETA' ORIZZONTALE

LA SOCIETA' ORIZZONTALE
Gherardo Colombo. SULLE REGOLE
La società orizzontale

L'elemento fondante è l'esatto contrario di quello che porta alla sperequazione, alla separazione e all'esclusione. L'umanità non vive, non si emancipa, non progredisce attraverso la selezione, ma prestando attenzione a ogni suo componente. L'origine di questa idea sta nella convinzione che ogni persona è in sé apprezzabile, costituisce un valore, una dignità. Tale modo di intendere è a sua volta conseguenza del riconoscere nell'altro la stessa "natura" che ciascuno vede in se stesso.
(...)
lo si può chiamare solidarietà ( se si dà a questa parola il suo significato di consapevolezza di far parte di una comunità e di disponibilità reciproca a dare e ricevere aiuto al fine del miglior soddisfacimento delle necessità di ciascun membro della società)

LA FILOSOFIA A SCUOLA

LA FILOSOFIA A SCUOLA

Una conferenza proposta dalla libreria IL GABBIANO a Trezzo mi ha dato spunto per andare a leggere i documenti contenuti nel sito LA BUONA SCUOLA, la consultazione on line proposta dal Governo Italiano per discutere e raccogliere idee e proposte per migliorare la nostra scuola.
Tra le cose interessanti lette ho trovato questo contributo del CENTRO DI RICERCA SULL'INDAGINE FILOSOFICA ( www.filosofare.org ). Mi è sembrato un contributo interessantissimo, perchè propone un approccio alla filosofia non intesa come studio di questo o quel filosofo quanto dell'educazione alla abitudine alla filosofia. Propongo questo stralcio dell'intervento che mi sembra ben riassuma il testo (tra l'altro facilmente ritrovabile per la lettura completa nel sito https://labuonascuola.gov.it/area/a/24607/


Accanto agli obiettivi più tradizionali, dunque, sarebbe altamente auspicabile
assumerne uno nuovo: ragionare o fare filosofia insieme [Sumphilosophein, diceva
Aristotele, cioè alla lettera “confilosofare”]. La filosofia dovrebbe tornare a coltivare
l’attitudine alla ricerca condivisa svolta in prima persona, nel nome non di questo o di
quel filosofo della tradizione codificata, magari facendo il verso al suo distillato di
pensiero, ma di se stessi, giovandosi di un diritto-dovere di esprimere la propria
opinione, sostenerla, chiarirla, argomentarla, oppure integrarla, modificarla,
cambiarla, qualora se ne ravveda l’opportunità, o l’esigenza; e, al contempo,
accogliere, aprirsi all’altro da sé, rispettare le opinioni altrui.

domenica 1 febbraio 2015

RISPETTO

da Laura Pennacchi: Filosofia dei beni comuni.

Continuità tra "naturale" e "morale" e concentualizzazione a priori trovano il loro fulcro nel "rispetto" che gli esseri umani reciprocamente si debbono, base soggettiva delle ragioni morali, forma di autocontrollo e disciplina che va al di là della costrizione di sanzioni e incentivi (che generano coattivamente paura di punizioni o speranza di premi), dunque espressione precipua della nostra libertà. Il rispetto, come fonte indipendente di attribuzione di autorità alle azioni e alle scelte, "è il nome della ricettività da parte nostra del puro interesse morale; è l'esperienza soggettiva dell'autonomia, e mostra la nostra capacità di ragione pratica" (Pagnini 2012).
Kant emblematizza l'importanza del rispetto oltre tutti gli altri atteggiamenti reattivi: il risentimento, l'amore, l'indignazione, il biasimo. Possiamo dire che "il razionalismo kantiano si sposa con una teoria delle capacità di tipo aristotelico in quanto le emozioni sono considerate come strutturalmente e costituitivamente legate alla ragion pratica; agendo e deliberando si osserva la legge morale, e insieme si mostra una sensibilità marcata da quell'emozione condivisa che è il rispetto.

ETTY HILLESUND. GIORNATA DELLA MEMORIA. LETTURE






Domenica 1 febbraio.

Ieri sera ho assistito, a Grezzago, alla serata dedicata alla Giornata della Memoria, incentrata sulla lettura di brani del diario di Etty Hillesund, ebrea olandese di origine russa.

Una rappresentazione composta da lettura di brani del diario e di brani di spiegazione/collegamento con brani musicali, proiezione di diapositive e conclusa con una canzone tratta da “la vita è bella”. Tralascio i nomi delle protagoniste e degli organizzatori perchè si possono trovare su FB.

Qui sento l’esigenza di scrivere alcune brevi considerazioni verso le quali la riflessione e il ricordo della serata di ieri sera mi iducono.

La serata a me è apparsa intensissima. Ho colto, nel silenzio costante, una tensione e una attenzione notevole, sciolta in un lunghissimo applauso finale (che sia pienamente riuscita è palese ma non è questo che ora mi interessa).

Penso che sia stato merito del testo, delle attrici, del formato.

Avevo avuto l’occasione e il privilegio di leggere in anticipo le successive edizioni ed elaborazioni del testo preparato per le serate.

Il successivo continuo lavoro di editing l’ha portato al miglior livello per la comprensione e la condivisione da parte del pubblico. Avevo espresso qualche perplessità sulla scelta, temevo fosse una scelta troppo ardita e “diversa” rispetto ai canoni della “Giornata della Memoria”. Mi ricredo. Penso, lo sapevo e da ieri ne sono ancora più convinto, che la lettura professionale (per qualità) di testi anche complessi, editi nella forma di performance multuartistica, consentano una migliore comprensione e una più profonda condivisione emotiva della lettura individuale (la seconda aiuta ad avere una più ampia memoria del letto, ma la prima, grazie alla “Interpretazione” consente di comprendere e cogliere aspetti che solo la drammatizzazione evidenzia). Musica e immagini contribuiscono a confezionare un prodotto culturale che emoziona, stimola, apre la mente e suscita curiosità (credo che le biblioteche della zona vedranno aumentare le richieste di libri di Hillesund nelle prossime settimane)



Queste signore stanno facendo cultura a Trezzo e nella nostra zona, meritoriamente perchè l’impressione è di essere in pieno deserto (salvo qualche piccola oasi) e perchè lo fanno in piena autonomia - libere dai vincoli egemonici di alcune amministrazioni che hanno una visione piuttoso meschina della cultura. (dovrebbero lanciarsi sul crowfounding per sostenere la passione con un aiuto economico - non è sempre tutto a costo zero).



La figura di Hillesund appare poliedrica e ricca, lontanissima nel suo affidarsi a Dio, per quanto alla sua rappresentazione di DIo, dal mio modo di sentire e vedere la vicenda dell’uomo sulla terra (curiosamente anche lei cerca in sé la risposta, lei il suo Dio, io la mia legge morale). Come già ho espresso privatamente, credo che si sia tracciato un solco con questo primo approccio, tante sono le tematiche con le quali la nostra mente è stata sollecitata ieri sera e che meriterebbero, volendo e potendo, un approfondimento per confronto e contrasto.