mercoledì 12 settembre 2012

GRATTANDO IL GHIACCIO PER CERCARE TERRENO FERTILE

GIAPPONE: NULLA LASCIATO AL CASO ( o alla libera scelta?).
ma quanto risulta comodo al turista??? ... molto!!!







lunedì 10 settembre 2012

TOKYO. SENSO-JI



Questo tempio custodisce una statua dorata di Kannon ( la dea buddista della misericordia). ... Raggiungendo il SENSO-JI dalla stazione della metropolitana di Asakusa si accede al tempio tramite il KAMINARIMON (porta del tuono). I protettori all'ingresso sono Fujin, il dio del vento ( sulla destra) e Raijin, il dio del tuono ( sulla sinistra). 


Proseguendo si giunge in NAKAMISE-DORI, la strada di negozi situata all'interno del complesso del tempio.... alla vostra sinistra vedrete la PAGODA A CINQUE PIANI (55 metri). Davanti al tempio si può ammirare un rande incensiere: secondo la tradizione il fumo dell'incenso restituisce la buona salute, ed è per questo che i devoti vi si mettono davanti, cercando di farlo entrare in contatto con il corpo attraverso i vestiti.

VISITARE UN SANTUARIO. Appena oltrepassato il TORII, si trova un CHOZUYA (contenitore d'acqua) con mestoli dai lunghi manici (HISHAKU) appesi agli appositi ganci: serve per purificarsi prima di accedere all'area sacra del santuario. Si prende un mestolo, si riempe d'acqua, la si fa scorrere prima su una mano e poi sull'alta. Dopo di che ci si reca nella HAIDEN (sala dedicata all'adorazione) che si trova davanti alla HANDEN (sala principale) dove è racchiuso il KAMI (dio del santuario). Si trova una corsa che pende da un gong (non sempre la abbiamo vista) e una scatola per le offerte. Si getta una moneta nella scatola, (se c'è ) si suona il gong, si prega, poi si battono le mani due volte, ci si inchina e ci si allontana dal santuario indietreggiando (non ci pare una prassi comune)

Fonte di queste notizie: Lonely Planet




























sabato 8 settembre 2012

GRATTANDO IL GHIACCIO PER CERCARE TERRENO FERTILE

METROPOLITANA DI TOKYO

L'impressione ricevuta dalla metropolitana di Tokyo è quella di un servizio efficiente e curato, con treni di diversa età, anche con convogli vecchi, e quindi con diversi sistemi di comunicazione a bordo, comunque pratici e comprensibili sia nel sistemi più datati, sia ovviamente nei sistemi più reecnti.
Ho fatto qualche fotografia anche se quella più significativa, come spesso capita, non l'ho scattata, ed è quella a quel fazzoletto di carta che ho visto sul pavimento di un vagone, l'unico "rifiuto" visto in tre giorni di utilizzo della rete metropolitana.
nulla viene lasciato al caso. l'ingresso della linea Hibiya è "a vista" come da foto sotto, ma l'amministrazione della Metropolitana lo segnala ugualmente: 35 metri!
E' facile fare ironia, ma la profusione di cartelli indicatori rende tranquillo il turista ed evita ansie e perdite di tempo

Ogni treno in arrivo e partenza è assistito da funzionari  della Metropolitana che gestiscono arrivi, partenze e carichi, con mosse  e gesti "rituali" che quasi fanno pensare a un balletto
I guanti bianchi, sembrano essere un segno distintivo dei funzionari, soprattutto nell'ambito dei trasporti.  Fa pensare l'alto utilizzo di risorse umane che viene fatto in Giappone. Sui treni della metropolitana generalmente vedevo due macchinisti almeno, uno in testa e uno in coda. Notare la costante striscia gialla in rilievo per i ciechi.



questi signori non attendo la metropolitana mettendosi sulla banchina dove più gli aggrada. Si noti che sono all'interno di corsie di attesa dove si fa la fila per attendere il treno

Ovviamente, ma il l'ho capito dopo un po', le corsie di attesa non sono in corrispondenza della porta del treno, ma un po' prima o un po' dopo, per consentire la discesa. Per i tardi come me hanno messo anche le frecce direzionali, nel caso uno pensasse di entrare dal finestrino

Non ricordo che linea fosse, ma è l'unico treno automatizzato che ho potuto vedere


giovedì 6 settembre 2012

TAKAYAMA - YOSHIJIMA-KE




 Questa è una delle case di mercanti del periodo EDO.  "L'assenza di decorazioni mette in risalto le linee sobrie e lo slancio del tetto con lucernario". A noi hanno colpito i giochi geometrici che tatami, 

porte e pareti mobili, sapientemente illuminate, presentavano al nostro sguardo.







mercoledì 5 settembre 2012

KYOTO - KINKAKU-JI



da Lonely Planet:
Il celebre "tempio d'oro"... l'edificio originario fu costruito nel 1397 come villa delo Shogun Ashikaga Yoshimitsu e fu trasformato in tempio da suo figlio




Nel 1950 un giovane monaco mise fine alla propria ossessione per questo tempio dandolo alle fiamme... nel 1955 fu portata a termine la ricostruzione...











lunedì 3 settembre 2012

GRATTANDO IL GHIACCIO PER CERCARE TERRENO FERTILE


dalla pagina FB "Le nuvole di Tokyo"


L'omikuji (giapponese: 御御籤, 御神籤 o おみくじ), anche chiamato mikuji (みくじ), è un biglietto contenente una predizione divina, un oracolo scritto che si estrae presso i templi shintoisti (Jinja) e buddisti in Giappone in occasione di p
articolari festività per conoscere la propria sorte (vita, salute, lavoro, amore, ecc.). L'omikuji è in definitiva una forma di oracolo scritto.

Letteralmente significa "lotteria sacra" e viene ricevuta pescandone una alla cieca da una scatola che viene scossa, sperando che la divinazione sia buona. L'o-mikuji arrotolato cade fuori da un piccolo buco (al giorno d'oggi vengono usate spesso slot machine a moneta). Srotolare il pezzo di carta rivela la divinazione scritta su di essa, che può essere una delle seguenti: Grande benedizione (dai-kichi,
大吉), Media benedizione (chū-kichi, 中吉), Piccola benedizione (shō-kichi, 小吉), Benedizione (kichi, ), Mezza-benedizione (han-kichi, 半吉), Quasi-benedizione (sue-kichi, 末吉), Quasi-piccola-benedizione (sue-shō-kichi, 末小吉), Maledizione (kyō, ), Piccola-maledizione (shō-kyō, 小凶), Mezza-maledizione (han-kyō, 半凶), Quasi-maledizione (sue-kyō, 末凶), Grande maledizione (dai-kyō, 大凶).

L'o-mikuji predice le possibilità che le speranze di una persona si avverino, di trovare un buon partner o generalmente di aver buona salute, fortuna o vita. Quando la predizione è cattiva è consuetudine annodare il foglietto di carta ed attaccarlo ad un pino nel territorio del tempio. La motivazione addotta per questa consuetudine è un gioco di parole sulla parola per "pino" ((
matsu) ed il verbo "attendere" (待つ matsu); il concetto sarebbe che la cattiva sfortuna attenderà presso l'albero piuttosto che attaccarsi a chi ha aperto il foglietto. Nel caso che la predizione sia buona il foglietto dovrebbe essere conservato. Sebbene al giorno d'oggi questa tradizione sembra più un divertimento per bambini, gli o-mikuji sono disponibili in quasi tutti i santuari e rimangono una delle attività tradizionali da compiere visitando un santuario.
 
Lo si può comparare forse alla tradizione di scrivere una preghiera su un blocco di legno appositamente preparato chiamato ema, che viene quindi legato ad un'apposita scaffaliera.



sabato 1 settembre 2012

GRATTANDO IL GHIACCIO PER CERCARE TERRENO FERTILE

Un po' tutti abbiamo imparato, girando l'Europa,  ad incolonnarci sulla destra sulle scale mobili per consentire a chi è di fretta di correre sulla sinistra verso l'uscita o verso il treno. Ma poi tendenzialmente saliamo le altre scale un po' dove vogliamo, dove ci capita. In Giappone questo non succede. Chi sale le scale (non mobili) sta a sinistra - loro viaggiano come gli inglesi - e chi scende sta a destra

E non è una libera scelta. te lo dicono. Salvo il fatto che tutti poi rispettano questa indicazione. L'ordine, l'indicazione, il suggerimento (suggerimento? mah) di molti di questi comportamenti vengono costantemente indicati ai Giapponesi ( si tratta di indicazioni generalmente razionali e utili) e a queste indicazioni la complessità delle persone si attiene.
Fino a interiorizzarle. Ora mi lancio in una supposizione non fondata su un gran che di scientifico, potrebbe essere un grattare il ghiaccio a vuoto. Ma la foto che propongo sotto a mio avviso non è casuale. Anche nel camminare sul marciapiedi ci si incolonna con senso logico procedendo, per la stessa direzione, nello stesso lato del marciapiede.
Probabilmente questa osservazione è strettamente correlata al momento spaziale e temporale, non si può rendere il particolare generale, ma di questa tendenza, se non abitudine, ho un parziale ricordo, e se penso a quando trovo schierati come opliti gruppi di amici o famigliole, occupanti tutto il marciapiede, non riesco a non pensare che i Giapponesi siano più furbi di noi.
continua