IL DIARIO DELLO STOLTO RAMINGO. IL PROGRESSO A SPIRALE
Incontro, leggendo il libro di Magris ALFABETI, questo paragrafo che l'autore scrive nella prefazione a Walter Benjamin "Immagini di città".
Non conosco Walter Benjamin, ma in questo contesto interessa punto.
Mi colpisce invece lo scritto di Magris, saggista che continua a consolarmi intellettualmente per la sua capacità di leggere la realtà e tratteggiare uno stile di viverla con poche precise e importanti parole, senza sconti e senza illusioni.
Mi sono sembrate parole attuali, in questo periodo nel quale la speranza di una storia umana che non si avviti su se stessa nella regressione è labile e fievole.
Scrive Magris:
" Benjamin - che nella sua utopia di riscatto dei vinti e dei cancellati fondeva Marx e il Talmud- era avverso a ogni regressiva nostalgia del passato e dell'arcaico, così ferocemente ingiusti e violenti; non disconosceva la liberazione che il progresso ha significato per milioni di persone, ma sapeva che il progresso, lungi dall'essere una marcia inarrestabile e illimitata verso un mondo sempre più felice, crea- con le sue stesse conquiste - nuovi problemi e infligge nuove ferite, che occorre sanare restando fedeli a suoi fini, tornando magari indietro per curare quelle nuove piaghe, per soccorrere chi è stato travolto dalla marcia che gli è passata sopra, ma continuando poi a procedere, in un continuo processo a spirale"
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