A un certo punto, nel corso della lettura de IL CERCHIO di Dave Eggers mi sono posto una domanda. Questa nazione che inizia la propria costituzione in questo modo clamoroso “Noi, popolo degli Stati Uniti...” come mai, nella propria epica, deve sempre dipendere dall'eroe solitario, prima vilipeso e disconosciuto e poi riordinatore del mondo, vendicatore dei torti? E questo popolo, NOI, per tre quarti della narrazione appare massa amorfa.
Così sembrava indirizzarsi Eggers, che invece, non dico come, stupisce.
Rampini ha avuto ragione nel suggerirmi questo libro. Forse a volte la narrazione appare ingenua (ma è finta ingenuità o sottile sarcasmo sul nostro stupore beota di fronte alle possibilità delle nuove tecnologie?) e l'intenzione di apparire il George Orwell del terzo millennio forse è fin troppo palese.
Però il racconto scorre piacevole, personalmente faccio un po' di confusione tra qualche personaggio (ma questo dipende da me e dalla lettura contemporanea di più libri), e la tematica appare sufficientemente realistica e inquietante da far venire voglia di concluderlo.
E la conclusione, anche se la si intuisce a un certo punto, non è per nulla scontata.
Tra le righe Eggers si permette, senza tralasciare le sue tesi, di lanciare qualche sferzata, per esempio ai fondamentalisti cristiani della “bible belt” della profonda America
Fa sorridere, pensando agli streaming (un po' passati di moda, sembra) del M5S, la vicenda centrale della trasparenza. Eppure, siamo ancora ben in credito di trasparenza in questa Italia dei segreti e della corruzione prima di superare il limite di equilibrio e passare nella patologia illustrata da Eggers.
Un bel libro alla fine, è stato piacevole leggerlo. Questo è uno di quei libri buoni per i gruppi di lettura, la discussione sarebbe sicuramente interessante ed accesa. Mi sento di fare una previsione non azzardata ipotizzando un film tratto da questo libro, il rischio è che sia prodotto da Google o da FB.
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