ANGELO BOLAFFI. CUORE TEDESCO. IL MODELLO GERMANIA, L'ITALIA E LA CRISI EUROPEA
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"La Germania è emersa come il paese non solo egemone ma anche indispensabile per l'Europa". E questo grazie a un'epocale trasformazione del funzionamento del Welfare tedesco e del mercato del lavoro realizzata nel 2003 con la cosiddetta Agenda 2010 dal governo rosso-verde di Gerhard Schroeder e Joschka Fischer. Una riforma che ha fatto della Germania ancora "traumatizzata" dai costi della riunificazione e indicata dall'Economist come il "malato d'Europa" , la potenza leader del continente. Unica, tra le grandi nazioni d'Europa, capace di attrezzarsi per poter affrontare le sfide del "nuovo mondo": quello globale. Solo così fu anche possibile mettere in sicurezza il Sozialstaat, che con l'equilibrato funzionamento del sistema democratico è il fondamento della stabilità e della potenza della Germania post- bellica, e ridare piena funzionalità a quel modello di "economia sociale di mercato" non a caso indicato qualche anno fa dopo dal Trattato di Lisbona come modello di riferimento dell'Unione Europea.
Al di qual delle Alpi, invece, l'Italia del primo governo Berlusconi (quello del 1994 era stata solo una breve parentesi) si accontentò di consumare allegramente la rendita finanziaria che l'Euro (contro cui a parole lui e la Lega Nord non perdevano occasione di polemizzare) garantiva all'economia italiana mediante la possibilità di rifornirsi di capitale sul mercato secondario a tassi di interesse praticamente nulli e comunque "irrealistici", come poi avremmo scoperto dieci anni dopo, rispetto al livello di indebitamento dello Stato italiano e dell'obsolescenza del "sistema paese"
Gli effetti hanno delle cause che non sono riferibili a ieri l'altro.
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