martedì 13 novembre 2018

LA DISTRUZIONE DEGLI EBREI IN EUROPA: LO STRUMENTO FU LA LEGGE

LA DISTRUZIONE DEGLI EBREI IN EUROPA: LO STRUMENTO FU LA LEGGE
tratto dal libro di Raul Hilberg "CARNEFICI, VITTIME, SPETTATORI. La persecuzione degli Ebrei, 1933-1945"
parte prima: i carnefici
pag. 73 " Lo strumento originale per ancorare il processo di distruzione (degli Ebrei in Europa- mia nota) alla struttura legale fu la legge o il decreto, ovvero un provvedimento preparato da un ente che cooperava con altri enti nella misura in cui il contenuto della proposta toccava la loro giurisdizione, e pubblicato quindi da una gazzetta legale"

venerdì 9 novembre 2018

POTREI SBAGLIARMI, MA VORREI SI GUARDASSE AVANTI

POTREI SBAGLIARMI, MA VORREI SI GUARDASSE AVANTI

Potrei sbagliarmi, ma sono convinto che i partiti, le liste e i movimenti che si possono riconoscere nell’ampia accezione “di sinistra” dovrebbero impegnarsi per instaurare un dialogo serio, chiaro, trasparente e sincero con il Movimento 5 Stelle (anche nella attuale collocazione governativa di quest’ultimo), con una visione lungimirante che non limita la visuale a domani o a maggio, bensì nel medio lungo periodo futuro della Nazione e dell’Europa.

Scopo del dialogo dovrebbe essere quello di fare una ricognizione dei programmi e dei provvedimenti presi e pensati o progettati per analizzarli nel merito (nei limiti di una difficile modificabilità a fronte di ipotetiche concordanze per i vincoli governativi del M5S) con una visione lungimirante del bene Nazionale ed Europeo, e non legata (intendo soprattutto da parte di M5S) puramente al riscontro clientelare o elettorale del momento.

Premessa: concordo che il M5S, per la sua storia di violenza verbale, strategia dell’insulto, autoincensamento di maggiore eticità e moralità (che i comunisti dei bei tempi al confronto apparivano necessitanti di corsi di autostima), arroganza, (e incoerenza ora che si è dalla parte di chi deve fare) merita tutto il dileggio che sta subendo per il suo atteggiamento supino e gregario nei confronti dell’elemento dominante della alleanza di governo. Ma questo è un guardare indietro. E’ necessario guardare avanti. E’ sterile continuare su questa strada, se questa è l’unica percorsa.

Movimento 5 Stelle e Lega non sono uguali e non hanno uguale valore. Questi mirano ad occupare i gangli del potere lisciando il pelo agli istinti più immediati dell’elettorato (cogliendo con acuta strategia punti vulnerabili reali del contesto sociale) in modo da poter condizionare lo Stato anche in caso di cambiamento politico, creando quindi un vero “sistema di potere” che a mio avviso è già a buon punto; quelli, pur con una conduzione disastrosa, inefficace e incapace, promuovono idee che non sento lontane (sulla fine di privilegi offensivi ed assurdi, sulla attenzione per le fasce deboli, su uno stile di vita meno consumistico, su un interrogarsi –magari sbagliando- in favore di ambiente e suolo).

Ho l’impressione che la base “storica” del M5S rispetto a quella del suo alleato di governo (tralascio la parte fluttuante dell’elettorato, verso questa parte molto maggiore è l’abilità della Lega di circuirla  con sprezzo delle conseguenze future e dei conti da pagare) sia molto più affine a chi è più attento alle necessità del territorio e delle classi più fragili (al netto dei drammatici limiti politici, culturali ed etici che gli esponenti apicali del movimento mostrano, ma dai quali nessun politico può chiamarsi estraneo)

Potrei sbagliarmi, ma continuo a pensare che (come capita in alcuni momento topici dove è una singolo fatto a determinare gli eventi seguenti) l’intervista imposta a Fazio con la quale Renzi ha stoppato ogni colloquio tra PD e M5S sia stato uno degli atti più sciagurati dei tempi recenti, e temo che non sia stato un errore quanto una strategia di interesse personale.

Occorre prestare attenzione ad usare eccessivamente la minaccia di fascistizzazione della realtà politica italiana, c’è il rischio di esaurire la forza della denuncia per svilimento causa reiterazione della minaccia con esito di banalizzazione e reazione di stanchezza. Mi sembra che siamo indirizzati più verso una democrazia illiberale, concentrata in una cinghia di trasmissione forte tra Comuni, realtà intermedie e Stato (isolato dall’Europa e orientato verso realtà allogene politicamente e culturalmente come Russia e Cina) e occupazione del “ventre molle” della amministrazione (mi sembra che contrariamente alle uscite intemerate e stupide dei M5S, i loro coinquilini del governo preferisca captare la benevolenza della amministrazione). Credo che dell’ultimo decreto sia meno pericolosa la parte sui richiedenti asilo (per quanto eticamente urtante) rispetto alla strategia di controllo del territorio che rappresenta probabilmente un dono avvelenato per gli italiani (ce ne accorgeremo quando sarà tardi, forse)

Prioritario sarebbe che nell’ampio e disperso schieramento di sinistra (a tutti i livelli, dai partiti alle persone), si sapesse trovare un minimo comune denominatore invece di proporre sempre “nuovi soggetti” stantii prima di nascere o di spaccare quelli esistenti ancorché in stato comatoso. Occorre farsi una ragione che la traversata del deserto non solo sarà lunga, ma a me sembra neppure incominciata. Ma parlando si “sinistra” questa mia è un pio desiderio utopistico, e come l’ho espresso lo abbandono (inutile sperare nelle cose impossibili)

Assunto che il percorso sarà lungo e le opportunità lontane, di sicuro non si può (ma sono convinto che nessuno lo fa) sperare in un default della Nazione per un ribaltone (non è eticamente sostenibile e poi sappiamo chi pagherebbe). Per questo suggerisco di avere la capacità di discernere.

Potrei sbagliarmi.


giovedì 8 novembre 2018

DANTE E' SEMPRE UN MAESTRO DI VITA E LA "COMMEDIA" MOTIVO DI RIFLESSIONE

DANTE E' SEMPRE UN MAESTRO DI VITA E LA "COMMEDIA" MOTIVO DI RIFLESSIONE

L'attualità, trista e ria, mi ha fatto tornare in mente, in un suo particolare, un passo della Divina Commedia che a suo tempo mi aveva colpito.

PURGATORIO
canto XI
dal 120
"Quelli è", rispuose, "Provenzan Salvani;
ed è qui perché fu presuntuoso
a recar Siena tutta a le sue mani.
Ito è così e va, sanza riposo,
poi che morì, cotal moneta rende
a sodifar che é di là troppo oso"
E io: "Se quello spirito ch'attende,
pria che si penta, l'orlo de la vita,
là giù dimora e qua sù non ascende,
se buona orazion lui non aita,
prima che passi tempo quanto visse, 
come fu la venuta lui largita?".
"Quando vivea più glorioso", disse, 
"liberamente nel Campo di Siena,
ogne vergogna disposta, s'affisse;
e lì, per tra l'amico suo di pena,
ch'e' sostenea ne la prigion di Carlo,
si condusse a tremar per ogne vena.
Più non dirò, e scuro so che parlo;
ma poco tempo andrà che' tuoi vicini
faranno s^ che potrai chiosarlo.
Quest'opera li tolse quei confini".

domenica 30 settembre 2018

DOVERISTA GENTILE #INTOLLERANZAZERO

DOVERISTA GENTILE  #INTOLLERANZAZERO

Oggi, domenica 30 settembre, a Milano in piazza con tante altre persone normali che sostenevano ideali e valori eccezionali ( uguaglianza, condivisione, diritti universali, tolleranza).
Perché li chiamo eccezionali. Perché, a volte lo dimentichiamo, la negazione di questi valori e ideali non è storia degli ultimi anni. La storia dell'uomo è fondata sulla sopraffazione, sullo sfruttamento, sulla intolleranza, sull'odio etnico, razziale, sessuale, religioso, sulla intolleranza.
Per questo, purtroppo, questi valori sono "eccezionali". Ma non per questo il loro raggiungimento (per condivisione, non solo per legge) deve cessare di essere il nostro obiettivo. L'obiettivo di persone normali, ancorché per ora MINORANZA. Il credo che il primo passo risieda nell'adempimento ciascuno del proprio dovere.












domenica 26 agosto 2018

SIMONE WEIL _ C'è IN OGNI UOMO QUALCOSA DI SACRO

SIMONE WEIL _ C'è IN OGNI UOMO QUALCOSA DI SACRO
SIMONE WEIL "LA PERSONA E IL SACRO"  da MORALE E LETTERATURA.
saggio trovato nel libro: SIMONE WEIL_PAGINE SCELTE

Presento una estrapolazione di frasi tratte dal saggio citato, senza la presunzione di riassumere il complesso ragionamento, scelte solo perché ho l'impressione che possano dire qualcosa a noi oggi.

"C'è in ogni uomo qualcosa di sacro. Ma non è la sua persona. non è neppure la persona umana. E' semplicemente lui, quest'uomo. Ecco un passante per la strada che ha lunghe braccia, degli occhi celesti, una mente dove si agitano pensieri che ignoro ma che forse sono mediocri. E' lui. Lui tutto intero. Le braccia, gli occhi, i pensieri, tutto. Non violerei niente di tutto questo senza infiniti scrupoli."
"C'è nell'intimo di ogni essere umano, dalla prima infanzia sino alla tomba e nonostante tutta l'esperienza dei crimini commessi, sofferti e osservati, qualcosa che si aspetta invincibilmente che gli si faccia del bene e non del male. E' questo, prima di tutto, che è sacro in ogni essere umano. Il bene è l'unica fonte del sacro. Solo il bene è sacro, e quanto è relativo al bene."

"Per esempio non c'è niente di più orribile che vedere in tribunale uno sventurato balbettare davanti a un magistrato che fa lo spiritoso in un linguaggio elegante (mia nota: adeguando la frase ai tempi, possiamo usare anche violento, sprezzante, umiliante al posto di elegante)"
"E' inutile spiegare a una collettività che in ciascuna delle unità che la compongono c'è qualcosa che non deve essere violato. Prima di tutto una collettività non è un qualcuno,se non idealmente; non ha una esistenza, se non astratta; parlarle è un'operazione fittizia. Poi, se fosse qualcuno, sarebbe qualcuno disposto a rispettare solamente se stesso. Per di più, il pericolo maggiore non è la tendenza del collettivo a comprimere la persona, ma la tendenza della persona a precipitarsi, ad affogare nel collettivo"
"Una mente che sente la propria prigionia vorrebbe dissimularla. Ma se ha orrore della menzogna, non lo farà. Dovrà allora soffrire molto. Batterà la testa contro la muraglia fino allo svenimento; si sveglierà, guarderà la muraglia con timore, poi un giorno ricomincerà e sverrà di nuovo; e così di seguito, senza fine, senza alcuna speranza. Un giorno si sveglierà dall'altra parte del muro"
"La sventura, quando la distanza materiale o morale permette di vederla soltanto in modo vago, confuso, senza distinguerla dalla semplice sofferenza, ispira alle anime generose una tenera pietà. Ma quando un qualche giorno di circostanza fa sì che d'improvviso si trovi da qualche parte messa a nudo, come qualcosa capace di distruggere, una mutilazione o una lebbra dell'anima, si rabbrividisce e si retrocede. E gli stessi sventurati provano lo stesso brivido di orrore davanti a se stessi"
"Ma abbiamo perso completamente perfino la nozione di castigo. Non sappiamo più che esso serve a procurare il bene. Per noi si limita a infliggere il male. E' la ragione per cui vi è una cosa, un'unica cosa, nella società moderna, ancora più orrenda del crimine, la giustizia repressiva"
"Dio e verità sono tra queste parole. Pure giustizia, amore, bene. Tali parole sono pericolose da usare. Perché ne venga fatto un uso legittimo, occorre da un lato non richiuderle in alcuna concezione umana, e dall'altro collegarle a concetti e azioni direttamente ed esclusivamente ispirate dalla loro luce. Se no, sono riconosciute subito da tutti come menzogne"

sabato 4 agosto 2018

FONTANA. MINISTRO FURBETTO, PAVIDO E PIAGNONE

FONTANA. MINISTRO FURBETTO, PAVIDO E PIAGNONE

La resa pubblica dei propri desideri da parte del Ministro Fontana ha prioritariamente la funzione ovvia dell’investimento politico. Probabilmente ipotizzando tra gli scenari prossimi anche nuove elezioni per una ridistribuzione dei consensi tra Lega e M5S (che si possono stimare in 4/5 dei suffragi) si pensa di assicurarsi il fianco destro. Inoltre, confondendosi nella narrazione mediatica annunci e cose fatte, questo annuncio, ben confezionato dai russi , si sedimenterà nella convinzione conformista dell’elettorato attivo.

Contemporaneamente, come alcuni affermano, può anche essere un'operazione di distrazione (annuncio seducente offuscante scarsità di provvedimenti reali)

La mia idea è che se crede giusto abolire quella legge, non faccia una riflessione, ma produca, attraverso il suo partito un disegno di legge, convinca gli alleati che è da votare, e lo faccia votare in Parlamento. Hanno una stragrande maggioranza e il diritto di votare le leggi, non incostituzionali, che ritengono giuste. La maggioranza non ha ragione, ha diritto a governare.

Perché allora pavido e piagnone? Perché non ha il coraggio di dire: ora comandiamo noi, abbiamo l’appoggio della stragrande maggioranza degli italiani, ancora maggiore rispetto ai suffragi di partenza (come ci dicono i sondaggi), e siamo noi a decidere cosa è “politicamente corretto”, quale è il pensiero “mainstream” (magari non uso la terminologia “pensiero unico” perché la testimonianza di dissenso, purché ininfluente, viene accettata per quanto osteggiata tramite importanti scelte mediatiche), quali sono i riferimenti culturali e ideologici da dare agli italiani. Anzi, la battaglia di definire il pensiero mainstream, il politicamente corretto, la abbiamo vinta ancor prima delle elezioni, diventando i proprietari del vocabolario e definendo il perimetro del dibattito. Questo sarebbe un discorso onesto.

Preferisce un vittimismo stucchevole e piagnone tanto peloso e falso quanto gradito dai conformisti accidiosi. Probabilmente funziona. Ma se egli ha il diritto di specularci (insomma se lo prende, io credo che ciascuno avrebbe il dovere di essere sincero, ma non è un pensiero "mainstream"!) deve anche accettare che lo si definisca per quello che politicamente è: pavido e piagnone.

giovedì 2 agosto 2018

DEDICATO A NOI

Gianrico Carofiglio. AD OCCHI CHIUSI

(dedicato a noi)

"Ovviamente bisogna intendersi su cosa significhi cedevolezza. Significa resistere fino ad un certo punto, e poi sapere esattamente in quale momento cedere, e sviare la forza dell'avversario, che alla fine si ritorce contro di lui. Il segreto dovrebbe essere nel saper trovare il punto di equilibrio fra resistenza e cedevolezza; cedevolezza e resistenza; debolezza e forza. Il principio della vittoria dovrebbe essere tutto qui. Fare esattamente il contrario di quello che l'avversario si aspetta, e che a te verrebbe naturale, o spontaneo. Qualunque cosa significhino queste due parole".