Posted: 23 Oct 2013 02:18 AM PDT
La base da cui partire è la risoluzione
Onu 67/146, approvata nel dicembre del 2012. L’obiettivo è rendere vigente e
omogenea la sua applicazione, ponendo così fine all’orribile pratica
delle mutilazioni genitali femminili (Mgf).
Sono questi i due grandi pilastri entro
i quali va inquadrata la conferenza internazionale “Action to achieve commitments
in UNGA Resolution 67/146. Intensifyng global efforts for the elimination of
female genital mutilations” organizzata a Roma dall’United Nations Population
Fund (UNFPA) in collaborazione con il Ministero degli Esteri,
l’United Nations International Children Emergency Fund (UNICEF) e
l’Associazione Italiana donne per lo sviluppo (Aidos). E ad aprire la
conferenza è stato proprio il capo della diplomazia italiana, Emma Bonino, da
anni in prima linea per il bando delle mutilazioni genitali femminili. “La
risoluzione dà un messaggio globale che ora dobbiamo applicare”, è stato
l’invito lanciato dal Ministro dall’Auditorium Parco della Musica, che ospita
l’iniziativa.
Bonino, Italia continuerà battaglia a
Mgf con responsabilità
La conferenza arriva in un momento
cruciale per la battaglia alle Mgf. Una battaglia che, ha spiegato il Ministro
Bonino, ora deve concentrarsi su quattro direttrici: stimolare gli Stati a
soddisfare gli impegni presi nella risoluzione; adottare strutture normative e
politiche per la parità di genere; creare partnership e risposte
multi-settoriali, trovare risorse aggiuntive per istituzioni e Ong. L’Italia,
da parte sua, ha stanziato 8 milioni di euro dal 2008 per il Programma
congiunto UNFPA-UNICEF sulle mutilazioni genitali femminili. E, nonostante la
delicata congiuntura economica, il Governo non intende attenuare il proprio
sostegno. L’Italia “ha affrontato questa battaglia con responsabilità e intende
continuare a farlo“, ha rimarcato la titolare della Farnesina invitando la società
civile ad aiutare il Paese a mantenere il proprio sostegno per il bando della
pratica. Anche perché, oggi l’Italia “vive in un periodo difficile per la crisi
economica e mantenere gli impegni non è facile neanche davanti l’opinione
pubblica“, ha ricordato il Ministro ribadendo al tempo stesso come quella
contro le Mgf sia una battaglia per i diritti umani “che non ha frontiere”. Una
battaglia per la quale il capo della diplomazia italiana intende mettere anche
il suo “personale impegno di attivista di lungo corso“.
UNFPA, con trend attuale a rischio 30
milioni di bambine nei prossimi 10 anni
Quella delle Mgf è infatti una minaccia
che ancora incombe su una vasta gamma di donne in tutto il mondo. Secondo
quanto evidenziato dall’UNFPA oltre 125 milioni di donne sono state mutilate in
più di 80 Paesi in Africa e Medio oriente e si calcola che, entro dieci anni, a
rischiare di subire questa pratica siano circa 30 milioni di ragazze, se il
trend attuale continua. L’obiettivo da perseguire, secondo l’UNFPA, è di
aumentare del 10% annuo il tasso di abbandono di questa pratica, rispetto
all’1% attuale, e per questo occorre che la comunità internazionale raddoppi
gli sforzi. Anche perché la tendenza si può invertire e negli ultimi anni
qualcosa si è mossa perfino nelle regioni con le più alte concentrazioni di
Mgf. In 29 paesi dell’Africa e del Medio Oriente, oggi, le bambine hanno minori
possibilità di essere mutilate rispetto a trent’anni fa mentre sono già dodici
i Paesi che hanno promosso leggi in materia dopo la risoluzione Onu. Quaranta
Stati, infine, hanno adottato leggi per penalizzare la pratica.
L’esempio del Burkina Faso: invertire la
rotta è possibile
Insomma, il percorso è lungo ma non
impossibile e a testimoniarlo a Roma è arrivata, Chantal Campaoré, First Lady
di quel Burkina Faso che, grazie anche alla sinergia con l’Ong, ha già
invertito la rotta. Ora l’esempio burkinabé può fare da apripista in un
continente complesso come l’Africa. E il momento potrebbe essere quello giusto.
Questo è un “anno di rinascimento culturale per noi” e “le cattive pratiche da
abolire sono in cima alla lista”, è la promessa del Commissario per gli Affari
Sociali dell’Unione Africana Mustapha Kaloko.
Fonte: esteri.it
Nessun commento:
Posta un commento