Questa sera Mentana si è lanciato in una perorazione del dibattito, anzi del confronto, tra i leaders degli schieramenti, come di una necessità della politica (e poichè è un fine giornalista ha chiosato... e della televisione). Io non capisco perchè. In un dibattito/confronto si può vedere se un leader è più pronto a fare la battuta, lanciare lo strale, uscire da un impaccio. Ma osservo che l'ultimo presidente del consiglio, che ci ha fermato un attimo prima che precipitassimo nell'abisso del default, parlava dicendo una parola ogni 10 secondi, come se ne cercasse una alla volta, con tanti "ehm" da sembrare un inglese. Huffington post italia oggi diceva che Berlusconi si sta rifacendo l'immagine presentandosi come nonno, fidanzato ecc... Ma io come italiano, in una situazione di scarsa fiducia, vorrei sapere chi ha proposte, e confidenza di realizzare le proposte, per far ripartire questa gigantesca macchina economica, ma anche sociale, ma anche culturale, che da anni è bloccata e gira a vuoto su se stessa. Sui problemi di immagine di Berlusconi, non vedo che attinenza abbia con il futuro dell'Italia. Per il passato, abbiamo già dato, grazie. Sono convinto che, anche se ai media non conviene ammetterlo (perderebbero un po' di share), abbiamo conservato memoria.
Per questo preferisco andare a leggere i programmi. Non mi interessa che vengano "ben teatralizzati". Preferisco confrontarmi con RC, con FiD, con Maroni stesso, con SCcMpI.
Proseguendo con il programma PD, sempre nel capitolo lavoro, si può leggere questo paragrafo
Serve un grande piano per aumentare e migliorare l’occupazione
femminile, contrastare la disparità nei redditi e nelle carriere, sradicare i
pregiudizi sulla presenza delle donne nel mondo del lavoro e delle professioni.
A tale scopo è indispensabile alleggerire la distribuzione del carico di
lavoro e di cura nella famiglia, sostenendo una riforma del welfare, politiche
di conciliazione e condivisione e varando un programma straordinario per la
diffusione degli asili nido. Anche grazie a politiche di questo tipo sarà possibile
sostenere concretamente le famiglie e favorire una ripresa della natalità.
Insomma sul punto non servono altre parole: bisogna fare del tasso di
occupazione femminile e giovanile il misuratore primo dell’efficacia di tutte
le nostre strategie.
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