domenica 30 giugno 2024

SIMPATIA PER JOE BIDEN

 SIMPATIA PER JOE BIDEN

Non mi sogno di discutere, esperti, sondaggisti, politologi, americanisti che hanno quasi uniformemente commentato e tratto conclusioni dal primo dibattito Biden-Trump. Hanno sicuramente ragione essendo competenti ed esperti

Voglio solo esprimere la mia personale forte simpatia ed empatia con Biden.

Forse perché a 60 anni (e non 80) mi trovo già a non tenere a mente un sacco di cose, di dati (desiderando essere preciso – non sono capace di sparare balle e menzogne, mi imbarazzo e mi sentirei scorretto) e per questo prendo un sacco di appunti (che non ricordo dove ho scritto e non so ritrovare), quando dialogo con un contendente trovo la cosa intelligente da dire il giorno dopo che il dialogo è finito.  Non riesco ad esprimere un ragionamento ben articolato che alla fine raccoglie tutte le premesse che ho pensato (mentre lo faccio mi vengono in mente altre cose e le principali sfuggono, così anche io stesso faccio fatica a capirmi).

Per tutto questo capisco anche il disappunto di Biden: sta governando da quattro anni, lo sta facendo bene o male? Valutazione questa fuori dal discorso, di sicuro più di un colpo di tosse nel primo intervento (ho letto).

(anche per questo amo i libri e disdegno i mezzi di comunicazione che non consentono di rianalizzare il discorso – sono un seguace di Vallejo in questo)

Non discuto le regole del gioco. Primo perché se vuoi giocare a quel gioco lo fai a quelle regole anche se sono stupide. Forse il problema sono le regole (non scritte) stupide. Secondo perché sono diventato vecchio nell’Italia tra il 1984 e il 2024, e come italiano (anche se potrei portare a mia difesa il fatto che avevo capito bene già nel 1984 e non mi sono mai fatto irretire) non posso disprezzare se si preferisce un mentitore seriale ma simpatico o perlomeno seducente a uno che non ricorda i dati perché vuole comunicare quelli reali. Chi sono io per giudicare? Al limite pago le spese dei disastri causati dal mentitore e mai pagati dai suoi sostenitori.

Quindi non giudico, ma esprimo una mia umana vicinanza a Biden. Non è una vicinanza politica (sono attirato più da Sanders). E un dubbio sul fatto se, come scrive Mario Monti, siamo nell’epoca del pifferaio di Hamelin (non è una novità, infatti il personaggio del pifferaio non è contemporaneo, diciamo che facciamo fatica a uscire dallo stato di minorità).

Certo, POTUS ha la valigetta atomica. A parte ricordare le figura del colonnello Petrov (per dire come siamo forse più appesi a un filo di quanto speriamo essere) vorrei augurarmi che le procedure siano più complesse e studiate del tempo di risposta a una domanda del giornalista della CNN.

Non so prevedere l’esito della vicenda (da buon ottimista informato penso che rispetterà la prima legge di Murphy (corollari compresi), ma vedo e prevedo con semplicità tempi duri per la democrazia liberale


lunedì 29 gennaio 2024

A NESSUNO INTERESSANO I FIGLI DI GIOBBE

 A NESSUNO INTERESSANO I FIGLI DI GIOBBE

In un certo senso, Voghera riscrive il LIBRO DI GIOBBE ma ponendosi dalla parte dei primi figli e figlie di Giobbe stesso, i quali, durante le prove cui egli viene sottoposto, periscono sotto le rovine della casa, abbattuta come le greggi dal vento del deserto, e nel lieto fine vengono rimpiazzati come le greggi e i cammelli, senza che il loro ricordo turbi i tardi e felici anni di Giobbe. Questi è protagonista di una storia tremenda, ma che viene messa in moto per dargli risalto; mettendosi dal suo punto di vista, dalla prospettiva di un uomo al quale il Signore e l'Avversario dedicano tanta attenzione, è più facile riconoscere che la vita, nonostante le tragedie, ha un senso. Nessuno si chiede nemmeno se e come i primi figli, schiacciati sotto le macerie, abbiano accettato la loro sorte di mere comparse adoperate in funzione della glorificazione di Giobbe; se ci si identifica con essi, col loro destino senza nome, è più difficile lodare l'ordine delle cose.

venerdì 8 dicembre 2023

MOMENTI EFFIMERI E IRRISORI

 MOMENTI EFFIMERI E IRRISORI

Quasi in contraltare rispetto alle precedenti citazioni tratte da #Ravasi #Breviario, ecco un paragrafo tratto da FERROVIE DEL MESSICO di Gian Marco Griffi che sto leggendo.



NON SPRECARE

 NON SPRECARE

Ho avuto l'occasione di leggere consecutivamente tre #breviario di Gianfranco Ravasi su la #Domenica del #Sole24ore.

In date consecutive: 19 novembre, 26 novembre, 3 dicembre. Ho trovato, non so se casualmente, un filo comune che unisce queste tre riflessioni (ma probabilmente se leggessi con maggior costanza troverei che il filo si dipana più lungamente nel tempo)

Il 19 novembre la citazione da Il cavaliere inesistente di Italo Calvino: " Non ci sono altri giorni che questi nostri giorni. Che mi sia dato di non sprecarli, si non sprecare nulla di ciò che sono e di ciò che potrei essere"

Il 26 novembre la citazione di Honoré de Balzac " Al mondo non vi sono né felicità né dolore assoluti. La vita di un uomo felice è un quadro dal fondale d'argento con stelle nere. La vita di un uomo infelice è un fondale nero con stelle d'argento"

Conclude il #breviario del 3 dicembre con una citazione di Charlie Chaplin " canta, ridi, balla, ama e vivi intensamente ogni momento della tua vita, prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi"

domenica 1 ottobre 2023

LA SFILATA DI MODA ALLA QUALE HO PARTECIPATO VOLENTIERI

 LA SFILATA DI MODA ALLA QUALE HO PARTECIPATO VOLENTIERI

Ieri ho fatto una cosa che non avrei mai pensato di fare. Partecipare a una sfilata di moda. Poche cose mi sono lontane e riceve una disistima totale come il mondo della moda. Ma ieri la sfilata era organizzata da @bottega Mondo Alegre di Trezzo ed è stato meravigliosamente condotta da @Valeria Sala.

E' stato proprio "Un altro mondo".

Tutto ciò che ha detto Valeria merita di essere ricordato, io ho memorizzato poche cose, ma le ho trovate significative e mi sono rimaste dentro.

1. Valeria ha detto che dei capi che hanno presentato conoscono tutto. Dall'origine, alla composizione, alla produzione fino alla vendita. Conoscono l'impatto, le condizioni di lavoro, chi lavora e che benefici traggono dal loro lavoro. Insomma una certificazione che ci evita di chiudere gli occhi quando troviamo capi a prezzi stracciati senza chiederci come può essere, e di fingere di stupirci per 10 minuti e dispiacerci per qualche minuto in meno quando crollano palazzi officine in Bangladesh uccidendo migliaia di lavoratrici.

2. Nel presentare la produzione di Paesi emergenti (con forme di lavoro che non sono di sfruttamento, bensì di elevazione sociale e anche di libertà) Valeria ha detto che "il mondo non finisce ai confini dell'Occidente". Mi è venuto in mente che questa frase è detta anche dai vari autocrati o dittatori, siano essi Putin, MBS, i golpisti del Sahel, Ali Khamenei, Xi, Kim Jong-un o Modi. Ma quale altro significato assumono le stesse parole quando intendono significati esattamente opposti! Dal lato di Valeria un invito a ripensare a una economia di sfruttamento che culla il nostro benessere e il nostro spreco, dall'auto degli autocrati ipocriti un tentativo di scardinare quei valori di liberalismo e democrazia che, per quanto grandemente imperfetti e spesso ipocriti, smentiscono e infastidiscono i cultori delle democrazie illiberali o delle dittature vere e proprie (che poi nelle classi agiate sono i principali cultori invece della parte consumistica opulenta del vituperato Occidente_ dove studiano i figli degli oligarchi? dove desiderano andare gli ammiratori della Russia di Putin o della Cina di Xi?)

3. Valeria ha narrato di come una cooperativa di donne che attraverso il lavoro di sartoria, potendo usufruire di un reddito, si potessero liberare un po' dalle condizioni opprimenti familiari di totale dipendenza dal marito, ma che con il covid e con il dover lavorare in casa si fossero trovare in difficoltà  perché la loro cooperativa non aveva forbici per tutte. Una donazione di forbici e di pochi strumenti di lavoro personale aveva risolto la situazione. Fa pensare come a volte gesti che noi possiamo non considerare nella loro piccola semplicità per la facilità di procurarci ciò che ci serve possano invece in condizioni di carenza cambiare una prospettiva di vita in modo determinante.

4. Parecchi capi presentati sono prodotti con recupero, riuso, di materiale già utilizzato. O anche qualche azienda cerca di usare meno cotone (enormemente idrovoro) con materiale riusato o comunque meno idrovoro. Il riuso è una strada che dovremo imparare a imboccare con decisione. A me ha fatto anche tornare in mente le parole di una persona che è tra quelle che più stimo nella Storia che parlava della necessità di ESSERE AUSTERI.

Ho pensato che quanto ha detto Valeria ieri è stato forte e di grande importanza. Ho collegato le sue parole al messaggio di Molte fedi sotto lo stesso Cielo di quest'anno. APPASSIONATI AL PRESENTE.  Vedo un collegamento. Perché quando nell'introduzione Molte Fedi scrive: "I coraggiosi agiscono malgrado" ho letto la descrizione della attività di una realtà come il Commercio Equo. Ho pensato che c'è, ci potrebbe essere un collegamento, diretto tra questo messaggio e il messaggio del commercio equo.

(disclaimer: pubblico solo foto di Giulia perché ho l'autorizzazione, non ho chiesto nulla alle altre modelle)





sabato 7 gennaio 2023

HO VISITATO “Bosch e un altro Rinascimento” a Palazzo Reale a Milano. Lo rifarei? NO

HO VISITATO “Bosch e un altro Rinascimento” a Palazzo Reale a Milano. Lo rifarei? NO

Perché non tornerei a vedere la mostra “Bosch e un altro Rinascimento” la mostra promossa dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Castello Sforzesco e realizzata da 24 ORE Cultura Gruppo 24 ORE con il sostegno di Gruppo Unipol, main sponsor (copio dal sito web)?

Non è solo responsabilità dei curatori, e in particolare degli allestitori e della organizzazione (che a mio avviso, da “inclita”, hanno la loro parte).

E’ perché ho la sensazione che opere così “dense” di personaggi e situazioni, straordinarie dal mio punto di vista, non sono godute e comprese appieno in una visita itinerante in mezzo a una folla compressa in poco spazio, accaldata e progressivamente più stanca.

Poco spazio e accaldata. Contrariamente alla pubblicità che circola sui social, la visione della mostra non è godibile con rilassatezza avendo a disposizione  le opere quasi in solitaria, o al massimo con tre o quattro persone vicino per ogni quadro. Ma questo è preventivabile.

Quello che non si comprende, per esempio, è perché Palazzo Reale non sia in grado di organizzare un servizio guardaroba dove poter depositare gli indumenti inutili e alla lunga fastidiosi in un ambiente caldo e chiuso.

Pessime anche le audioguide, con tasti invisibili nelle sale spesso poco illuminate. Non si chiede tanto, un nastro per poterle appendere al collo e avere la mano libera quando non serve portarsele all’orecchio (mentre il testo letto mi è sembrato ben fatto, molto utile e chiaro)

Un piccolo tocco di ingegno perfido, o di marchiana disattenzione e disinteresse verso il pubblico: le tabelle con l’indicazione dell’opera e il numero di codice per l’audioguida erano a destra dell’opera, peccato che il senso dell’esposizione fosse orario e con la folla accalcata davanti all’opera e la scarsa illuminazione fosse impossibile leggere la tabella stessa.

Culturalmente sono una piccola persona e mi si perdonerà se vedo le piccole cose che non vanno e che mi impediscono di godere con serenità una mostra per la quale gli organizzatori hanno chiesto un non piccolo contributo. Il valore reale della mostra (aver esposto 5 tele su una trentina tra quelle attribuite a Bosch leggendo Wikipedia) sfugge alle mie competenze. Aver dedicato più spazio alle influenze di Bosch piuttosto che all’autore stesso è stato un organizzare una mostra con quello che si riesce a recuperare mettendo il nome di richiamo a mo' di specchio per le allodole oppure un percorso filologico motivato, cercato e corretto? Non sarò certo io a poterlo dire.

A me sono piaciute molto sia le opere di Bosch sia le altre, mi hanno incuriosito e divertito

Ho scoperto un interesse, suscitato dalla mostra, che mi ha spinto a cercare in biblioteca libri sull'artista per approfondire la conoscenza della sua opera e vedere con tranquillità i quadri

Certamente Palazzo Reale a Milano, considerato che certe deficienze stanno manifestando una certa costanza e chi è preposto a risolverle sembra poco interessato a farlo, diventa sempre meno attrattivo.


lunedì 5 settembre 2022

25 SETTEMBRE - CHI SI POTREBBE VOTARE A TREZZO UNINOMINALE CAMERA _OSSERVAZIONI CLITCT

 25 SETTEMBRE -  CHI SI POTREBBE VOTARE A TREZZO UNINOMINALE CAMERA _OSSERVAZIONI CLITCT

prima sulla candidata signora Livia Achilli di Calenda/Renzi. Si presenta bene ma a mio avviso inciampa, un po' inutilmente, quando scrive:" Probabilmente l’unica che, tra tutti i candidati, ha davvero a cuore l’area Adda Martesana". E' sicura che gli altri non abbiano a cuore l'area Adda Martesana? Potrebbe dire di averla a cuore più di tutti perché è di Segrate (che già non è automatico), ma questa affermazione è un po' apodittica e inutilmente disprezzante i competitori. Un po' in linea con i maggiorenti della lista che non riescono a proporre una proposta solo positiva senza cercare di sminuire (è un eufemismo), il competitore.

seconda sul candidato PD signor Paolo Romano. Anche lui si presenta bene, ma non apprezzo il suo slogan TROPPO GIOVANE* *per non pensare al futuro. Quel TROPPO vorrebbe richiamare un contrasto contro qualcuno (i LORO di cui scrive anche Michele Serra oggi) che lo definisce Troppo Giovane. Ma esistono questi "loro" che vengono richiamati o sono fittizi, è una scelta figlia di quella (scusate, ma a mio avviso BRUTTA) scelta del PD di proporsi per contrasto? Perché non invece scegliere un messaggio ottimistico e positivo: "SONO GIOVANE, PENSO AL FUTURO, il mio e il vostro. Abbiate fiducia in me."