domenica 11 settembre 2016

ERODOTO HA CAPITO TUTTO

ERODOTO HA CAPITO TUTTO

ERODOTO. STORIE (Libro primo)

-poichè è chiaro che, se esse non volessero, non si lascerebbero rapire

Questa è l'esposizione che fa delle sue ricerche Erodoto di Turi, affinché gli avvenimenti umani con il tempo non si dissolvano nella dimenticanza e le imprese grandi e meravigliose, compiute tanto dai Greci che dai Barbari, non rimangano senza gloria; tra l'altro, egli ricerca la ragione per cui essi vennero in guerra.
1.Raccontano i dotti persiani che furono i Fenici a provocare l'inizio delle ostilità: non appena, infatti, questi dal mare così detto Eirtreo s'affacciarono a questo nostro mare e si stanziarono nella regione che tuttora essi abitano, subito si diedero a grandi navigazioni, trasportando merci egiziane e assire.
(...)
Arrivati, dunque, ad Argo, i Fenici vi esposero le loro mercanzie.
(...)
Queste donne, dritte in piedi presso la poppa della nave, facevano acquisto delle merci che più erano di loro gradimento, quando i Fenici, incitatisi l'un l'altro, si gettarono su di esse.
La maggior parte riusciì a fuggire, ma Io e alcune altre furono rapite: i Fenici, imbarcatele sulla nave, se ne andarono facendo vela verso l'Egitto.
(...)
più tardi, alcuni Greci (non sono in grado i dotti di precisarne il nome), approdati a Tiro in Fenicia, avrebbero rapito la figlia del re, Europa.
(...)
Così la partita poteva dirsi pareggiata; ma in seguito, dicono, i Greci si resero colpevoli d'un secondo sopruso (...) dopo aver condotto a termine l'impresa per la quale erano venuti, portarono via anche Medea, la figlia del re.
(...)
Nella generazione successiva, continua il racconto, Alessandro (Paride), figlio di Priamo, dopo aver sentito questi fatti, fu preso dalla voglia di procurarsi una donna in Grecia (...) avendo egli rapito Elena...
(...)
Ora, a giudizio dei dotti persiani, se il rapir donne è azione da uomini ingiusti, è da agire da stolti il prendersi pena per vendicarle; mentre è da uomini benpensanti non curarsene affatto, POICHE' E' CHIARO CHE, SE ESSE NON VOLESSERO, NON SI LASCEREBBERO RAPIRE.

domenica 4 settembre 2016

PORSI DELLE DOMANDE, NON ACCONTENTARSI DI CONOSCERE GLI EVENTI. LA STORIA SONO LE PERSONE

PORSI DELLE DOMANDE, NON ACCONTENTARSI DI CONOSCERE GLI EVENTI. LA STORIA SONO LE PERSONE

escluso le madri, ciascuno si sceglieva una sola donna della propria casa, quella che voleva, e tutte le altre, radunatele, le strangolavano perché non consumassero le loro vettovaglie”


R. Kapuscinki – IN VIAGGIO CON ERODOTO

I babilonesi, approfittando del fatto che la corte persiana è in preda all'anarchia (fino a poco prima è stata in mano ai Magi usurpatori; quando questi sono stati spodestati da una congiura di Palazzo, i dignitari hanno nominato il nuovo re Dario), si preparano a combattere i persiani e a dichiarare la propria indipendenza. Erodoto osserva che “ i Babilonesi si ribellarono, dopo essersi assai ben preparati; infatti durante tutto il tempo (…) si erano preparati all'assedio. E certo lo fecero di nascosto”

A questo punto Erodoto riferisce quanto segue: “Quando poi si ribellarono apertamente, agirono coì: escluso le madri, ciascuno si sceglieva una sola donna della propria casa, quella che voleva, e tutte le altre, radunatele, le strangolavano (...) perché non consumassero le loro vettovaglie”

Non so se Erodoto si renda conto di quello che scrive e se abbia riflettuto su queste parole. All'epoca, ossia nel VI secolo a.C., Babilonia conta come minimo dai duecento ai trecentomila abitanti. Il conto è presto fatto. Tra mogli, figlie, sorelle, nonne, cugine e fidanzate, vengono strangolate varie decine di migliaia di donne.

E il nostro greco non ci dice chi abbia deciso il supplizio. Un'assemblea popolare? Il consiglio della città? Il Comitato per la Difesa di babilonia? Non dice se ci siano state discussioni, proteste o pareri contrari, né chi abbia deciso la morte per strangolamento. Chissà se qualcuno ha proposto un altro modo di uccidere le donne, per esempio trafiggendole con le lance, squartarle con le spade, bruciarle sul rogo, gettarle nell'Eufrate che attraversa la città.

Ma le domande non finiscono qui. Che cosa leggono le donne rimaste a casa, sulle facce degli uomini rientrati dalla riunione che ha deciso la loro sorte? Perplessità? Vergogna? Dolore? Follia? Le bambine piccole, naturalmente, non intuiscono niente; ma le più grandicelle non avvertono istintivamente qualcosa di strano? Gli uomini rispettato tutti scrupolosamente la congiura del silenzio? Possibile che in nessuno si risvegli la voce della coscienza, possibile che nessuno abbia un attacco isterico e si metta a correre per la strada urlando?

E poi? Poi gli uomini radunano le donne e le strangolano. Quindi c'era un punto di raduno dove la gente doveva presentarsi e dove aveva luogo la selezione. Le donne destinate a vivere andavano da una parte, e le altre? Venivano consegnate a guardie che via via le strozzavano oppure dovevano farlo personalmente i padri e i mariti sotto gli occhi di giudici incaricati di sorvegliare le esecuzioni? Le cosa si svolgeva in silenzio o si udivano i lamenti degli uomini che invocavano la grazia per le neonate, le figlie e le sorelle? E che era stato, dopo, di quelle decine di migliaia di corpi? Se non si voleva che i morti tornassero a turbare i sonni dei vivi, bisognava dare loro una degna sepoltura. Da quel momento le notti dovevano essere diventate un incubo per gli uomini di Babilonia. Si svegliavano? Facevano brutti sogni? Non riuscivano a prendere sonno? Si sentivano afferrare per la gola dai demoni?

sabato 3 settembre 2016

ERA L'IDEA DELLA MORTE A SIGILLARE IL LORO AMORE

ERA L'IDEA DELLA MORTE A SIGILLARE IL LORO AMORE

Eric-Emmanuel Schmitt - La giostra del piacere

Non posso svelare il segreto di Victor e Oxana per non togliere il piacere al lettore che non conosce, ma entrambi hanno un segreto.

"In quel momento gli allievi del Saint-Martin, occupati a radunare gli appunti sparsi sul prato, videro passare la coppia che avevano disturbato nella serra. Raggianti, Victor e Oxana venivano avanti abbracciati, agili, belli, con un'andatura tanto serena quanto maestosa. Per le ragazzine di tredici anni che già pensavano ai ragazzi, quei due erano meravigliosi, rappresentavano l'ideale. Vedendoli si dettero una gomitata e rimasero zitte, in muto rispetto, finché non furono passati oltre. Chi di loro avrebbe potuto immaginare che quei due esseri splendidi, dal fisico trionfante, si consideravano malati? Le ragazze credevano di vedere dei cigni, loro si consideravano brutte oche, falliti, insufficienti. Solo la consapevolezza della loro miseria li aveva resi forti. Privi di arroganza, Victor e Oxana si sapevano vulnerabili, feriti, infinitamente mortali, ed era l'idea della morte, unita alla difficoltà di vivere, a sigillare il loro amore."

 Schmitt conduce il gioco a un esito che non condivido e non approvo, ma occorre dire che lo conduce disseminando il percorso di perle di saggezza e con sicura maestria.

venerdì 2 settembre 2016

MI PIACEREBBE NON TRADIRTI

MI PIACEREBBE NON TRADIRTI

Eric-Emmanuel Schmitt - LA GIOSTRA DEL PIACERE

Un breve estratto da un corposo romanzo corale di Schmitt. Un dialogo tra una scanzonata e salace coppia di fidanzati, Tom e Nathan. Schmitt è uno scrittore profondo, ama scandagliare senza remore ma, a mio avviso, con una visione e una idea salda e precisa, l'umanità femminile e maschile. Antonella ed io stiamo leggendo molto di Schmitt in questo periodo. Stimola la riflessione e incuriosisce senza che per forza ci sia condivisione della sua ideologia.
Anche il breve dialogo che trascrivo mi suggerisce diversi livelli di lettura, mi suggerisce (collocato nel contesto dell'evoluzione delle vicende del romanzo che mi sembrano chiaramente indirizzarsi verso una conclusione ideale - ma ho ancora circa 200 pagine per essere smentito) una precisa lettura che l'autore ha l'abilità di non dispiegare ma suggerire conducendo ad  il lettore con abilità retorica.
Mi piace, come mi piacciono tutti coloro che hanno idee forti e che stimolano la discussione.
Ecco il testo
"Sai Nathan, mi piacerebbe non tradirti..."
Nathan lo guardò commosso.
"Carina questa dichiarazione".
Sorrise alle cocorite con occhi umidi.
"Ecco cosa bisognerebbe dirsi quando ci si sposa. Invece di fare promesse impossibili si dovrebbe formulare si dovrebbe formulare questo semplice proposito "
Si portò la mano di Tom alla bocca e la baciò.
"Perchè al mondo ci si tradisce così tanto, Tom?"
"La domanda giusta sarebbe: perchè ci impegniamo in promesse impossibili? Perchè vogliamo negare la natura umana? Perchè uomini e donne si sognano diversi da quello che sono?"
"E' il senso dell'ideale, Non siamo mica bestie. Almeno non lo sono io."
"Confondi il senso dell'ideale con la negazione della biologia. Siamo agitati da pulsioni, non diversamente dai pappagalli e dalle cocorite quì sopra, pulsioni più forti di noi, più numerose di quello che vorremmo, in direzioni che scelgono loro, non noi. Essere infedeli è naturale, noi però smettiamo di esserlo giurandoci frustrazione".
"Pazienza. Mi piacerebbe non tradirti".
"Anche a me, Nathan".
Emisero un sospiro di sollievo.

martedì 23 agosto 2016

IL LAGER COMUNISTA

IL LAGER COMUNISTA

Oggi ricorre la Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari, celebrata dal 2009.
Il 23 agosto 1939 la Germania nazista firmava con l’Unione Sovietica il patto Molotov-Ribbentrop, segnando l’inizio di uno dei periodi più bui della storia recente del nostro continente, che ha portato alla deportazione, alla tortura e all’assassinio di decine di milioni di persone sotto regimi totalitari


Per un curioso caso proprio ieri sera ho letto e annotato una drammatica pagina di Kapuscinski tratta da IMPERIUM che voglio qui condividere

Il lager
(comunista in Siberia_ mia nota di precisazione, conosciuto anche come Gulag, ma K. usa la parola Lager) era una struttura ideata con sadismo e, al tempo stesso, con esattezza matematica per distruggere e annientare l'essere umano sottoponendolo, prima della morte, alle peggiori umiliazioni, sofferenze e torture. era una rete in filo spinato fatta per lo sterminio e dalla quale, una volta che ci si cadeva dentro, era impossibile districarsi. Eccone gli elementi.
Il freddo. coperto di cenci miseri e leggeri, il condannato aveva sempre freddo, era sempre gelato.
La fame. Il freddo veniva avvertito tanto più acutamente in quanto il prigioniero era perennemente, bestialmente, ossessivamente affamato, disponendo come unico cibo di un tozzo di pane e un po' d'acqua
Il lavoro forzato. Intirizzito, affamato, il condannato era sottoposto a un lavoro bestiale e superiore alle sue forze: scavare, trasportare la terra con la carriola, spaccare pietre, tagliare boschi.
La mancanza di sonno. Quest'essere assiderato, affamato, sfibrato dal lavoro e quasi sempre malato, veniva privato anche del sonno. Poteva dormire solo poche ore su un letto d'assi, dentro baracche gelide, con addosso gli stessi stracci con cui lavorava
La sporcizia. Lavarsi era proibito e del resto non ci sarebbe stato né il tempo né il luogo per farlo. Coperto da una crosta appicicosa di sporcizia e sudore, il prigioniero emanava un fetore insopportabile
Gli insetti. Note e giorno era divorato dai parassiti. Gli stracci indossati erano nidi di pidocchi, le brande delle baracche pullulavano di cimici. durante l'estate veniva assalito da sciami di zanzare e dai terribili moscerini siberiani, che a nugoli gli si avventavano contro.
Il sadismo dell'NKVD. Guardi di scorta e carcerieri, ossia il sistema di sorveglianza dell'NKVD, infierivano senza sosta sul prigioniero urlando, prendendolo a pugni in faccia, a calci, aizzandogli contro i cani e fucilandolo per un nonnulla.
Il terrore dei criminali comuni. I prigionieri politici venivano sistematicamente terrorizzati, durubati, seviziati dai delinquenti comuni, che detenevano il grado più basso del potere.
La consapevolezza del torto subito. Anche il sopportare la sensazione di profonda ingiustizia era una tortura psichica. I prigionieri politici erano del tutto innocenti, non avevano fatto nulla di male.
La nostalgia e la paura. Tutti erano torturati dalla nostalgia dei loro cari, della casa ( le condanne arrivavano anche a venticinque anni), dalla sensazione di essere tagliati fuori dal mondo, dal timore di un domani sconosciuto e sempre più terribile, dall'incubo che ogn inuovo giorno fosse anche l'ultimo.

domenica 21 agosto 2016

SE LE TELEVISIONI ITALIANE DEDICASSERO LA PROGRAMMAZIONE AI VARI SPORT IN BASE AI LORO REALI SUCCESSI...


SE LE TELEVISIONI ITALIANE DEDICASSERO LA PROGRAMMAZIONE AI VARI SPORT IN BASE AI LORO REALI SUCCESSI...


ORO

Judo
Men -66 kg
BASILE Fabio
ORO
Fencing
Men's Foil Individual
GAROZZO Daniele
ORO
Shooting
10m Air Rifle Men
CAMPRIANI Niccolo
ORO
Shooting
Skeet Women
BACOSI Diana
ORO
Shooting
Skeet Men
ROSSETTI Gabriele
ORO
Swimming
Men's 1500m Freestyle
PALTRINIERI Gregorio
ORO
Shooting
50m Rifle 3 Positions Men
CAMPRIANI Niccolo
ORO
Cycling Track
Men's Omnium
VIVIANI Elia
ARG
Fencing
Women's Épée Individual
FIAMINGO Rossella
ARG
Diving
Women's Synchronised 3m Springboard
Cagnotto / Dallape'
ARG
Judo
Women -52 kg
GIUFFRIDA Odette
ARG
Shooting
Trap Men
PELLIELO Giovanni
ARG
Shooting
Double Trap Men
INNOCENTI Marco
ARG
Fencing
Women's Foil Individual
DI FRANCISCA Elisa
ARG
Shooting
Skeet Women
CAINERO Chiara
ARG
Fencing
Men's Épée Team
Italy
ARG
Marathon Swimming
Women's 10km
BRUNI Rachele
ARG
Beach Volleyball
Men
Nicolai / Lupo
ARG
Water Polo
Women
Italy
ARG
Volleyball
Men
Italy
BRZ
Swimming
Men's 400m Freestyle
DETTI Gabriele
BRZ
Cycling Road
Women's Road Race
LONGO BORGHINI Elisa
BRZ
Rowing
Men's Pair
DI COSTANZO / Abagnale
BRZ
Rowing
Men's Four
Italy
BRZ
Swimming
Men's 1500m Freestyle
DETTI Gabriele
BRZ
Diving
Women's 3m Springboard
CAGNOTTO Tania
BRZ
Water Polo
Men
Italy
BRZ
Wrestling
Men's Freestyle 65 kg
CHAMIZO MARQUEZ Frank
Questa è la tabella dei successi olimpici degli atleti italiani (o che concorrono sotto la bandiera italiana). Non ho la minima idea se corrisponde alle attese e se, rispetto ad altre olimpiadi, sia un successo o meno (a me sembra un ottimo risultato).
Propongo uno studio:
vedo che su 28 medaglie, 7 sono arrivate da discipline di tiro con arma (conto giusto? Il 25%). Per le medaglie d'oro il 50% delle medaglie sono arrivate da quelle discipline.
Si possono fare altre estrapolazioni, altre graduatorie. Una classifica interessante sarebbe considerando non solo i primi tre, bensì i primi otto per ogni disciplina, per vedere a livello di alte prestazioni complessive quale sia la nostra posizione nel modo olimpico.
Ma non è questo che mi incuriosisce.
Io suggerirei di prendere un anno tipo, esempio il 2015, e fare una classifica dei minuti dedicati ad ogni sport olimpico dalle 7 principali televisioni italiane in chiaro e da quelle a pagamento (che non ho idea quante siano) e poi dividere i minuti per le medaglie olimpiche conquistate (valutate per criterio di valore). E riflettere sugli esiti
Lo stesso gioco potrebbe essere fatto conteggiando tutti i minuti dedicati non per le gare ma per dibattere e litigare e intervistare dalle stesse televisioni a ciascuno degli sport olimpici e dividere anch'essi per le medaglie olimpiche di ciascuno sport. E riflettere (sono pronto a scommettere: amaramente)

Al contrario, si potrebbe programmare i palinsesti secondo questo criterio: sommando tutti i minuti dedicati alle gare e alle parole da ciascuna TV ai vari sport, un monte minuti indistinto e poi dividere le quote in relazione ai successi in competizioni continentali, mondiali o olimpici, e capire quanti minuti, in base alla resa di successo, dovrebbe essere dedicato a ciascuno sport

domenica 14 agosto 2016

LA PAURA

LA PAURA

Per una mia imperdonabile distrazione e povertà culturale, sono giunto fino a questi tempi senza aver mai letto nulla di SCHMITT e di KAPUSCINSKI, per quanto i nomi non mi fossero sconosciuti.
Che madornale errore.
Ora in tarda età sto recuperando, un po' bulimicamente, con soddisfazione intelletuale

In particolare ora voglio condividere un breve stralcio tratto da SHAH - IN - SHAH di Kapuscinski, straordinario libro  che racconta l'IRAN di Rezha Palhevi fino alla Rivoluzione Islamica. Conoscevo vagamente la storia dell'IRAN imperiale, avevo seguito gli atroci massacri compiuti dall'esercito dello Shah, e avrei saputo dire, seppur vagamente cosa fosse la Savak se interrogato. Ma un quadro così dettagliato e preciso della situazione che ha portato alla rivolta (che inizialmente non era solo Islamica/Scita) e alle motivazioni delle conseguenze, non lo avevo mai potuto avere.
Lo stralcio tratta della paura. Certo K. si riferisce più alla paura fisica delle immonde torture cui la Savak sottoponeva gli oppositori e del clima di sospetto reciproco cui era stato indotto il paese (orwelliano in generale, vicino alla DDR piuttosto che alla Corea del Nord nei ricorsi storici). Però, come capita a concetti profondi e veritieri, si innalza a livello di una riflessione generale che parla anche a noi oggi.

"La paura: una vorace bestia da preda annidata dentro di noi che non ci permette di dimenticarla. Ci spossessa e ci tortura senza posa. Chiede continuamente cibo, e noi dobbiamo nutrirla. Le riserviamo spontaneamente i piatti migliori. I suoi bocconi preferiti sono le dicerie sinistre, le cattive notizie, le idee inquietanti, le immagini da incubo (mia nota: come non pensare alla bufale su FB o a telegiornali come quelli di Italia1). Fra le migliaia di pettegolezzi, di notizie e di pensieri scegliamo a colpo sicuro i peggiori, ossia quelle che la paura predilige. Per placarla, per carezzare il mostro."