PLEBISCITO. AVEVO FATTO UNA PREVISIONE, CHE IL 34%...
...in realtà avevo previsto che il 20% dei Lombardi avrebbe manifestato il proprio sacrosanto dissenso verso questo inutile tentativo di plebiscito (e di riposizionamento di potere in diversi schieramenti politici) indetto dopo anni di latitanza e di immobilismo, ma non volevo passare per il solito pessimista, e quindi ho alzato il limite di "break even politico" al 34%. Ci credevo però poco. E invece... ben il 62% circa dei Lombardi ha deciso di non andare a votare e di manifestare il proprio dissenso (in una richiesta di plebiscito come è stato questo referendum le motivazioni anche per il non voto non sono pigrizia o disinteresse se non in minima parte, e anche il disinteresse non è una medaglia che i proponenti possono mettersi al collo).
Mi sembra un risultato significativo.
Poi, nell'era della "verità alternativa", la narrazione dei fatti può trasformare mediaticamente un cattivo risultato in un successo clamoroso, non ci stupiamo di ciò. Aiuta la debolezza culturale degli avversari. Io rimango convinto che in Lombardia, a fronte di una campagna elettorale spregiudicata nel racconto e nell'uso delle istituzioni, chi ha proposto il referendum non ha ottenuto un gran successo (eufemismo per dire che ha avuto un reale insuccesso). Se attrezzo una squadra che è una corazzata (e ho anche gli arbitri dalla mia parte) non posso dire che lotto per salvarmi e gioire se non vinco lo scudetto ma entro in Europa League. Se non vinco il Campionato ho perso. E la metà di 10 è 5, non 3,8. Quando il "non mi piego al diktat" non votando è espressamente una scelta politica.
Io mi preoccuperei, rispetto ad alcuni commenti dei pochi che ho letto, invece del fatto che questa gente, che tra pochi mesi governerà l'Italia, grazie anche, insisto, al cupio dissolvi del centro sinistra e della sinistra, dimostri scarsissimo senso delle istituzioni, spregiudicatezza nell'utilizzo della comunicazione anche istituzionale, propensione per le fake news e istinto proprietario verso le istituzioni che è chiamata pro-tempore a governare. Si arriverà ad accorgersene come sempre un attivo tardi.
se anche vi vedo tutti in piedi ad applaudire, io continuo a pensare che sia sbagliato _EUROPEO e ITALIANO di MINORANZA_ DOVERISTA GENTILE
lunedì 23 ottobre 2017
venerdì 20 ottobre 2017
IL DOVERE DI DISSENTIRE. NON VADO A VOTARE IL 22 OTTOBRE
IL DOVERE DI DISSENTIRE. NON VADO A VOTARE IL 22 OTTOBRE, non partecipo a questo
Referendum che considero inutile, e lo faccio come scelta politica ben precisa
di critica verso il presidente della Regione e il governo della stessa.
La scelta è motivata da 3 forme di rispetto.
Si badi che non entro
neppure nel merito della questione su cui si basa la consultazione, perché non
concedo riconoscimento politico al referendum stesso, quindi a monte della
richiesta che finge di sostenere. La questione dell’autonomia e delle
trattative con il Governo ha un suo percorso normale che è stato negletto per
motivi opportunistici.
PRIMO RISPETTO: per le forme di rappresentanza democratica.
Non sostengo e non apprezzo questa maggioranza che governa la Regione, ma essa
è legittima e ha il potere e il dovere di dare seguito al programma su cui è
stata eletta, del quale la richiesta di maggiore autonomia è una parte minima
delle promesse elettorali, e poiché il meno è parte del tutto, cercare di
conseguire una piccola parte del proprio programma non ha bisogno di una
ulteriore conferma da parte degli elettori.
SECONDO RISPETTO: per i cittadini. Se la consultazione
richiesta da Maroni serve per un riposizionamento o un confronto di potere all’interno
della Lega spinta da Salvini verso il Sovranismo, o per distrarre l’opinione
pubblica da possibili problemi di rendicontazione di Maroni, non è giusto che
queste dinamiche siano pagate da tutti i cittadini lombardi. Come pure occorre
che sia chiaro che avere il mandato di governare pro-tempore una istituzione,
avere la maggioranza dei voti, non equivale a una cessione di proprietà. Maroni
governa la Lombardia, non la possiede. Che la campagna per il voto e per il Sì
sia stata pagata dalla Regione, quindi dai soldi pubblici, e non dai partiti
che sostengono il sì, a me sembra un vulnus non abbastanza evidenziato.
TERZO RISPETTO: per la trasparenza. Non comprendo perché,
avendo la sensazione che non ci sia un minimo di opposizione (intendo per il
voto NO, non per l’astensione critica), i vertici politici della Regione si
siano sentiti nella necessità di diffondere notizie che, con un eufemismo,
possono essere definite di discutibile verità (altri hanno chiaramente parlato
di FAKE NEWS), come se noi cittadini elettori fossimo bambocci che possono
essere facilmente presi per il naso. Forse tra tutte le MANCANZE DI RISPETTO
questa è la più grave, e per questo spero che molti lombardi, indipendentemente
da come la pensano sull’autonomia, decidano di mandare una messaggio di
richiesta di maggior rispetto nei loro confronti a Maroni e di invito a
lavorare concretamente invece di perdere tempo e soldi in manovre strumentali.
sabato 7 ottobre 2017
LA GIUSTIZIA COME GIOCO DI RUOLO RIDOTTA AD ACCADEMIA STERILE
LA GIUSTIZIA COME GIOCO DI RUOLO RIDOTTA AD ACCADEMIA STERILE
La possibilità di estinguere un reato grave come lo stalking con €1.500 di sanzione rappresenta in modo evidente come il diritto e la giustizia siano diventati un artificio accademico sterile ed astratto e non si curi dei cittadini che, rispettosi della legge, ad essa si affidano e contano sulla legittima violenza, ove necessaria, o forza repressiva, e non solo preventiva, dello Stato per la loro difesa.
Così il diritto e la giustizia sono diventati un gioco di ruolo giocato da classi che fondano su questa alterità la loro potenza e il loro guadagno, usando i cittadini come pedine del Risiko per calibrare i loro rapporti di forza.
Una sentenza del genere dovrebbe stupire maggiormente, preoccupare maggiormente i cittadini e i rappresentanti politici.
Forse dovrebbe avere un impatto e una incidenza sul dibattito pubblico maggiore di quello che sembra avere.
La possibilità di estinguere un reato grave come lo stalking con €1.500 di sanzione rappresenta in modo evidente come il diritto e la giustizia siano diventati un artificio accademico sterile ed astratto e non si curi dei cittadini che, rispettosi della legge, ad essa si affidano e contano sulla legittima violenza, ove necessaria, o forza repressiva, e non solo preventiva, dello Stato per la loro difesa.
Così il diritto e la giustizia sono diventati un gioco di ruolo giocato da classi che fondano su questa alterità la loro potenza e il loro guadagno, usando i cittadini come pedine del Risiko per calibrare i loro rapporti di forza.
Una sentenza del genere dovrebbe stupire maggiormente, preoccupare maggiormente i cittadini e i rappresentanti politici.
Forse dovrebbe avere un impatto e una incidenza sul dibattito pubblico maggiore di quello che sembra avere.
giovedì 28 settembre 2017
PUBBLICITà (per il ) PROGRESSO
PUBBLICITà PROGRESSO (ricevo e trasmetto)
ERO STRANIERO, L'UMANITÀ CHE FA BENE
LA CAMPAGNA E LA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE
Altromercato aderisce a “Ero straniero – L’umanità che fa bene”, campagna che sostiene una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare intitolata “Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione
sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”, con proposte basate su accoglienza e integrazione, regolarizzazione su base individuale e canali diversificati di ingresso per lavoro.
Sosteniamo Ero straniero perché da 30 anni siamo impegnati a far sì che le persone siano difese nel loro diritto di lavorare alla luce del sole, per un equo compenso, partecipando alla crescita della collettività in cui vivono.
Le Botteghe Altromercato sono ancora una volta luoghi di partecipazione civile e di incontro, dove lavorare insieme a proposte sociali concrete ed essere protagonisti del cambiamento.
Nazca Mondoalegre Trezzo ha aderito alla campagna
Ti aspettiamo il 30 settembre: firma anche tu!
ERO STRANIERO, L'UMANITÀ CHE FA BENE
LA CAMPAGNA E LA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE
Altromercato aderisce a “Ero straniero – L’umanità che fa bene”, campagna che sostiene una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare intitolata “Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione
sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”, con proposte basate su accoglienza e integrazione, regolarizzazione su base individuale e canali diversificati di ingresso per lavoro.
Sosteniamo Ero straniero perché da 30 anni siamo impegnati a far sì che le persone siano difese nel loro diritto di lavorare alla luce del sole, per un equo compenso, partecipando alla crescita della collettività in cui vivono.
Le Botteghe Altromercato sono ancora una volta luoghi di partecipazione civile e di incontro, dove lavorare insieme a proposte sociali concrete ed essere protagonisti del cambiamento.
Nazca Mondoalegre Trezzo ha aderito alla campagna
Ti aspettiamo il 30 settembre: firma anche tu!
lunedì 11 settembre 2017
11 SETTEMBRE _ DEVONO AVERE QUALCHE AGGANCIO CON IL GOVERNO
ALTRO CHE FORTUNA! DEVONO AVERE QUALCHE AGGANCIO ...
Quasi alle ultime pagine di UN'ARINGA IN PARADISO . ENCICLOPEDIA DELLA RISATA EBRAICA di E. Loewenthal, trovo questo breve apologo umoristico che mi sembra indicato per oggi ANNIVERSARIO DELL'11 SETTEMBRE 2001.
Unione Sovietica. Rivoluzione o non rivoluzione, le cose non sembrano essere cambiate di molto, per gli ebrei. In città si sparge la voce che è in arrivo una partita di carne. Davanti al negozio del macellaio, tristemente vuoto, si forma subito una lunga coda. Passa un'ora, ne passano due. Niente. Arrivano alcuni poliziotti. Uno prende un megafono e dice: "Ci è stato appena comunicato che la partita di carne è più piccola del previsto. Pertanto, tutti gli ebrei in coda sono invitati ad andarsene." Una ventina di uomini e donne abbandona il campo, con aria mogia e rassegnata.
Passa un'altra ora, e ricompare la truppa di poliziotti. Nuovo annuncio:"Brutte notizie. C'è stato un problema nel trasporto. Per oggi niente carne. Tutti a casa". La gente si disperde in silenzio. Nessuno protesta, qualcuno mormora sottovoce: "Che sfortuna. Tre ore di coda per niente."- "E' proprio vero. Pensare che gli ebrei se ne sono andati a casa già da un'ora. Fortunati loro!" "Fortunati? Altro che fortuna! Io l'ho sempre detto: devono avere qualche aggancio con il governo..."
Quasi alle ultime pagine di UN'ARINGA IN PARADISO . ENCICLOPEDIA DELLA RISATA EBRAICA di E. Loewenthal, trovo questo breve apologo umoristico che mi sembra indicato per oggi ANNIVERSARIO DELL'11 SETTEMBRE 2001.
Unione Sovietica. Rivoluzione o non rivoluzione, le cose non sembrano essere cambiate di molto, per gli ebrei. In città si sparge la voce che è in arrivo una partita di carne. Davanti al negozio del macellaio, tristemente vuoto, si forma subito una lunga coda. Passa un'ora, ne passano due. Niente. Arrivano alcuni poliziotti. Uno prende un megafono e dice: "Ci è stato appena comunicato che la partita di carne è più piccola del previsto. Pertanto, tutti gli ebrei in coda sono invitati ad andarsene." Una ventina di uomini e donne abbandona il campo, con aria mogia e rassegnata.
Passa un'altra ora, e ricompare la truppa di poliziotti. Nuovo annuncio:"Brutte notizie. C'è stato un problema nel trasporto. Per oggi niente carne. Tutti a casa". La gente si disperde in silenzio. Nessuno protesta, qualcuno mormora sottovoce: "Che sfortuna. Tre ore di coda per niente."- "E' proprio vero. Pensare che gli ebrei se ne sono andati a casa già da un'ora. Fortunati loro!" "Fortunati? Altro che fortuna! Io l'ho sempre detto: devono avere qualche aggancio con il governo..."
venerdì 8 settembre 2017
E' PER DOPO IL FUNERALE
E' PER DOPO IL FUNERALE
Sto leggendo con molto gusto il libro UN'ARINGA IN PARADISO, ENCICLOPEDIA DELLA RISATA EBRAICA di Elena Loewenthal.
Sinceramente sono abbastanza di stirpe plebea da non sapere andare oltre i miei nonni (e anch'essi con notizie vaghe), quindi non so se in qualche modo ho "un quarto ebraico", ma la sintonia che sento con quella parte di cultura che si esprime nell'umorismo, mi fa pensare (o piacere di pensare) di sì.
Ecco un estratto del libro, tanto per dare un'idea e invogliare a leggerlo.
"Fishke è in agonia. Langue nella sua stanza da letto, quando a poco a poco un delizioso e tiepido effluvio proveniente dalla stufa del locale adiacente - che funge da cucina, salotto, stanza da letto dei ragazzi e laboratorio - giunge alle sue narici e gli risveglia i sensi intorpiditi dalla morte che incombe. Con un filo di voce e gli occhi socchiusi, mormora al figlio: "Yankele, ti prego, va' dalla mamma e fatti dare un boccone di dolce. Voglio assaggiarlo ancora una volta prima di morire".
Yankele fa la commissione e torna prontamente dal morente: "La mamma dice di no, perchè è per dopo il funerale"
Sto leggendo con molto gusto il libro UN'ARINGA IN PARADISO, ENCICLOPEDIA DELLA RISATA EBRAICA di Elena Loewenthal.
Sinceramente sono abbastanza di stirpe plebea da non sapere andare oltre i miei nonni (e anch'essi con notizie vaghe), quindi non so se in qualche modo ho "un quarto ebraico", ma la sintonia che sento con quella parte di cultura che si esprime nell'umorismo, mi fa pensare (o piacere di pensare) di sì.
Ecco un estratto del libro, tanto per dare un'idea e invogliare a leggerlo.
"Fishke è in agonia. Langue nella sua stanza da letto, quando a poco a poco un delizioso e tiepido effluvio proveniente dalla stufa del locale adiacente - che funge da cucina, salotto, stanza da letto dei ragazzi e laboratorio - giunge alle sue narici e gli risveglia i sensi intorpiditi dalla morte che incombe. Con un filo di voce e gli occhi socchiusi, mormora al figlio: "Yankele, ti prego, va' dalla mamma e fatti dare un boccone di dolce. Voglio assaggiarlo ancora una volta prima di morire".
Yankele fa la commissione e torna prontamente dal morente: "La mamma dice di no, perchè è per dopo il funerale"
domenica 3 settembre 2017
SCUOLE MEDIE DA TRE A DUE ANNI. E SE FOSSE UN ERRORE? PER ME MEGLIO UNA SCUOLA MEDIA DI CINQUE ANNI
SCUOLA MEDIA DA TRE A DUE ANNI. E SE FOSSE UN ERRORE? PER ME MEGLIO UNA SCUOLA MEDIA DI CINQUE ANNI
Ieri su LA STAMPA è apparsa una intervista alla ministra Fedeli (Istruzione) nella quale si annuncia uno studio per valutare la possibilità di ridurre la durata delle SCUOLE MEDIE ( detto in modo vecchio per capirsi, in realtà la Scuola Secondaria di Primo Grado) da tre a due anni.
Ecco il link all'articolo.
http://www.lastampa.it/2017/09/02/cultura/scuola/fedeli-cos-accorcer-una-scuole-medie-svolta-ritorno-sui-banchi-ecco-tutte-le-novit-davenia-se-la-scuola-ha-bisogno-mXcdBoKNBgIoDsx8SY8CkN/pagina.html?utm_source=dlvr.it&utm_medium=gplusGiornalisticamente l'articolo è un po' strano perchè il virgolettato del titolo non c'è nell'intervista e a una precisa domanda Fedeli risponde in modo molto più vago.
Ma non è di giornalismo che mi occupo qui.
Premetto che da anni sono fuori dal mondo della scuola (nel ruolo di genitore) e non ho le competenze per giudicare progetti e programmi se non, già così' con difficoltà, a posteriori.
Quindi queste mie considerazioni sono un po' "da bar".
La mia impressione, la mia ridotta esperienza, mi induce a credere che gli anni anagrafici corrispondenti a quelli delle Scuole Medie siano anni difficili e determinanti per i ragazzi.
E, ripeto valutazione particolare che non trasformo in generale salvo una condivisione ampia della riflessione, sono anche gli anni dove la Scuola riesce a dare il MENO BENE. Ho conosciuti bravi professori che in successivi cicli apparivano essersi arresi di fronte alle intemperanze dei giovani in fisiologica quanto disordinata crescita e alla ostilità delle famiglie, decisi ad arrivare alla fine dell'anno e a liberarsi delle mine vaganti che si trovavano in classe. Ho quindi visto potenzialità enormi sprecarsi nei tre anni delle medie, pagando le conseguenze nelle superiori.
Ho l'impressione che questi anni cruciali siano poco sotto i riflettori. Non più "bambini" da crescere con la massima attenzione (la mia esperienza della Scuola Elementare è di una scuola di eccellenza), neppure potenziali giovani cittadini da formare (vuoi nella conoscenza, vuoi nella competenza - evito di perdermi nelle polemiche se si debbano preparare cittadini o lavoratori utili alle imprese e basta). Una sorta di limbo guardato con occhio disattento dai decisori, con occhio spaventato dai docenti, con occhio ... dalle famiglie... non so le famiglie, ogni famiglia infelice lo è a modo suo...
Allora, per farla breve, perchè invece di diminuire gli anni delle medie, non li si aumentano di altri due, portando a cinque anni il ciclo generalista/formativo delle medie. Investendo il massimo in idee, progetti, programmi di conoscenza e di formazione. Non perdere, o al limite non rendere un po' ignavi le ragazze e i ragazzi nell'età cruciale tra i 10 e i 15 anni circa, è per tutti un guadagno. Poi negli ultimi tre anni si può scegliere la specializzazione che si vuole, fare gli Erasmus con un humus culturale/personale più ricco e più fertile. Non credo sia necessario, considerato l'aumento della aspettativa di vita, della età pensionabile, del momento in cui si fa una famiglia, si procrea, si entra nel "mercato del lavoro" (mamma mia che brutto termine), non credo sia necessario, ripeto, avere fretta. Meglio impiegarci un po' di più ma aiutare meglio i nostri ragazzi ad essere pronti ad affrontare un mondo difficile.
Ieri su LA STAMPA è apparsa una intervista alla ministra Fedeli (Istruzione) nella quale si annuncia uno studio per valutare la possibilità di ridurre la durata delle SCUOLE MEDIE ( detto in modo vecchio per capirsi, in realtà la Scuola Secondaria di Primo Grado) da tre a due anni.
Ecco il link all'articolo.
http://www.lastampa.it/2017/09/02/cultura/scuola/fedeli-cos-accorcer-una-scuole-medie-svolta-ritorno-sui-banchi-ecco-tutte-le-novit-davenia-se-la-scuola-ha-bisogno-mXcdBoKNBgIoDsx8SY8CkN/pagina.html?utm_source=dlvr.it&utm_medium=gplusGiornalisticamente l'articolo è un po' strano perchè il virgolettato del titolo non c'è nell'intervista e a una precisa domanda Fedeli risponde in modo molto più vago.
Ma non è di giornalismo che mi occupo qui.
Premetto che da anni sono fuori dal mondo della scuola (nel ruolo di genitore) e non ho le competenze per giudicare progetti e programmi se non, già così' con difficoltà, a posteriori.
Quindi queste mie considerazioni sono un po' "da bar".
La mia impressione, la mia ridotta esperienza, mi induce a credere che gli anni anagrafici corrispondenti a quelli delle Scuole Medie siano anni difficili e determinanti per i ragazzi.
E, ripeto valutazione particolare che non trasformo in generale salvo una condivisione ampia della riflessione, sono anche gli anni dove la Scuola riesce a dare il MENO BENE. Ho conosciuti bravi professori che in successivi cicli apparivano essersi arresi di fronte alle intemperanze dei giovani in fisiologica quanto disordinata crescita e alla ostilità delle famiglie, decisi ad arrivare alla fine dell'anno e a liberarsi delle mine vaganti che si trovavano in classe. Ho quindi visto potenzialità enormi sprecarsi nei tre anni delle medie, pagando le conseguenze nelle superiori.
Ho l'impressione che questi anni cruciali siano poco sotto i riflettori. Non più "bambini" da crescere con la massima attenzione (la mia esperienza della Scuola Elementare è di una scuola di eccellenza), neppure potenziali giovani cittadini da formare (vuoi nella conoscenza, vuoi nella competenza - evito di perdermi nelle polemiche se si debbano preparare cittadini o lavoratori utili alle imprese e basta). Una sorta di limbo guardato con occhio disattento dai decisori, con occhio spaventato dai docenti, con occhio ... dalle famiglie... non so le famiglie, ogni famiglia infelice lo è a modo suo...
Allora, per farla breve, perchè invece di diminuire gli anni delle medie, non li si aumentano di altri due, portando a cinque anni il ciclo generalista/formativo delle medie. Investendo il massimo in idee, progetti, programmi di conoscenza e di formazione. Non perdere, o al limite non rendere un po' ignavi le ragazze e i ragazzi nell'età cruciale tra i 10 e i 15 anni circa, è per tutti un guadagno. Poi negli ultimi tre anni si può scegliere la specializzazione che si vuole, fare gli Erasmus con un humus culturale/personale più ricco e più fertile. Non credo sia necessario, considerato l'aumento della aspettativa di vita, della età pensionabile, del momento in cui si fa una famiglia, si procrea, si entra nel "mercato del lavoro" (mamma mia che brutto termine), non credo sia necessario, ripeto, avere fretta. Meglio impiegarci un po' di più ma aiutare meglio i nostri ragazzi ad essere pronti ad affrontare un mondo difficile.
Iscriviti a:
Post (Atom)