IL DOVERE DI DISSENTIRE. NON VADO A VOTARE IL 22 OTTOBRE, non partecipo a questo
Referendum che considero inutile, e lo faccio come scelta politica ben precisa
di critica verso il presidente della Regione e il governo della stessa.
La scelta è motivata da 3 forme di rispetto.
Si badi che non entro
neppure nel merito della questione su cui si basa la consultazione, perché non
concedo riconoscimento politico al referendum stesso, quindi a monte della
richiesta che finge di sostenere. La questione dell’autonomia e delle
trattative con il Governo ha un suo percorso normale che è stato negletto per
motivi opportunistici.
PRIMO RISPETTO: per le forme di rappresentanza democratica.
Non sostengo e non apprezzo questa maggioranza che governa la Regione, ma essa
è legittima e ha il potere e il dovere di dare seguito al programma su cui è
stata eletta, del quale la richiesta di maggiore autonomia è una parte minima
delle promesse elettorali, e poiché il meno è parte del tutto, cercare di
conseguire una piccola parte del proprio programma non ha bisogno di una
ulteriore conferma da parte degli elettori.
SECONDO RISPETTO: per i cittadini. Se la consultazione
richiesta da Maroni serve per un riposizionamento o un confronto di potere all’interno
della Lega spinta da Salvini verso il Sovranismo, o per distrarre l’opinione
pubblica da possibili problemi di rendicontazione di Maroni, non è giusto che
queste dinamiche siano pagate da tutti i cittadini lombardi. Come pure occorre
che sia chiaro che avere il mandato di governare pro-tempore una istituzione,
avere la maggioranza dei voti, non equivale a una cessione di proprietà. Maroni
governa la Lombardia, non la possiede. Che la campagna per il voto e per il Sì
sia stata pagata dalla Regione, quindi dai soldi pubblici, e non dai partiti
che sostengono il sì, a me sembra un vulnus non abbastanza evidenziato.
TERZO RISPETTO: per la trasparenza. Non comprendo perché,
avendo la sensazione che non ci sia un minimo di opposizione (intendo per il
voto NO, non per l’astensione critica), i vertici politici della Regione si
siano sentiti nella necessità di diffondere notizie che, con un eufemismo,
possono essere definite di discutibile verità (altri hanno chiaramente parlato
di FAKE NEWS), come se noi cittadini elettori fossimo bambocci che possono
essere facilmente presi per il naso. Forse tra tutte le MANCANZE DI RISPETTO
questa è la più grave, e per questo spero che molti lombardi, indipendentemente
da come la pensano sull’autonomia, decidano di mandare una messaggio di
richiesta di maggior rispetto nei loro confronti a Maroni e di invito a
lavorare concretamente invece di perdere tempo e soldi in manovre strumentali.
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