Sto leggendo il libro /dialogo “DISPUTA SU DIO E DINTORNI”
di Corrado Augias e Vito Mancuso.
Un libro interessante, pregnante, polemico nel senso
etimologico e alto del termine, anche se sconta il limite di essere stato
scritto nell’epoca “pre-J.M.Bergoglio”.
A pag. 57 e pag. 60, in una parte scritta da Mancuso, ho trovato
due frasi che mi appaiono, come cittadino,
essere molto attuali e quindi da condividere. Contemporaneamente le
trovo degne di essere estrapolate dal contesto interrogante il solo “credente”
e, facendole umanistiche, di essere inserite in un contesto interrogante anche noi
illuministi e atei. Non ci possiamo chiamare fuori dal rispondere della nostra
intima coerenza agli ideali che abbracciamo o piuttosto ai simulacri cui ci
accontentiamo di rendere onore.
Le citazioni
Pag. 57
“… L’ha affermato Gesù, non io: < Non chiunque mi dice:
Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del
Padre mio che è nei cieli>. Aggiungendo poi un affondo abbastanza
destabilizzante: (Mt 7, 21-23)
Pag 60
Cosa a suo tempo già notata da Baruch Spinoza nella
prefazione al Trattato teologico-politico: “ per il volgo religione significa
tributare sommo onore al clero”, parole che magari, oggi, per il popolo calzano
meno, ma che fotografano alla perfezione il comportamento di molti politici.
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