COMUNITA'. RICORDI DI DISCUSSIONI DI UNA PRIMAVERA COMUNQUE BELLA
da FILOSOFIA DEI BENI COMUNI di Laura Pennacchi.
Il "comunitarismo negativo" dà una risposta chiusa e regressiva alle domande sull'"essere a casa". Esso è l'opposto di quel bisogno "autentico" di comunità che erroneamente i liberali avevano visto destinato alla scomparsa nella società industriale e nella modernità e che Max Weber, invece, aveva individuato come dimensione strutturale e permanente del sociale, articolata in una pluralità di forme di vita comunitarie, incarnanti peculiarità irriducibili dell'integrazione.
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... di una comunità positiva, non regressiva, "nella quale - dice Pulcini - il bisogno di riconoscimento e il desiderio di appartenenza, la tensione collaborativa, l'interesse per il legame sociale e la solidarietà possono trovare uno spazio di espressione, accanto e non in opposizione allo spazio astratto e formale delle relazioni giuridico-politiche" Qui prevalgono la tensione verso il cum, la dimensione solidaristica e comunicativa, l'apertura e la dinamicità dell'essere-in-comune.
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