LA TRUFFA AI DANNI DI UN ANZIANO E' UN REATO DI "LIEVE ENTITA'?"
c'è qualcosa che non capisco.
Secondo lo schema di decreto legislativo approvato nell'ultimo Consiglio dei Ministri, la truffa rientra nei "reati lievi" che possono essere compresi nella nuova archiviazione (fonte SOLE24ORE), a discrezione del giudice e purchè il truffatore non sia uno che abbia reiterato il reato (insomma non sia un pregiudicato e un truffatore seriale).
Probabilmente la truffa è, tecnicamente, un reato lieve. Ma umanamente?
La parte lesa ha diritto al risarcimento in sede civile. Ma chi e cosa potrà mai risarcire un vecchio truffato, chi lo risolleverà dall'umiliazione di sentirsi inadeguato di fronte al mondo, dalla paura di sentirsi indifeso e incapace di difendersi di fronte alle cattiverie di chi vuole approfittarsi della sua debolezza?
Le leggi forse, non ho cultura giuridica, devono avere un carattere di astrattezza, altrimenti cadiamo nelle "leggi ad personam" che hanno macchiato la storia recente. Però non riesco a convincermi che lo Stato ( i suoi ministri, i suoi parlamentari) possano ignorare l'invito che poco tempo fa una grande persona ha rivolto ai loro colleghi europei, di "prendersi cura della fragilità delle persone".
Forse in certi casi, per proteggere i più deboli, lo Stato non dovrebbe far paura ai delinquenti che compiono soprusi contro di loro, con il rigore della persecuzione e la durezza della punizione? E forse trovare altri metodi, che tocchino i diritti dei chi debole non è, per liberare i tribunali dai carichi processuali?
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