Scrive Scalfari in un articolo su Papa Francesco di
Mercoledì 7 agosto una considerazione che mi ha colpito perché affronta un
aspetto che, un po’ ingenuamente, non avevo considerato.
La frase:
“credo che il Papa, che predica la Chiesa povera, sia
un miracolo che fa bene al mondo. Ma credo anche che non ci sarà un Francesco
II. Una Chiesa povera, che bandisca il potere e smantelli gli strumenti di potere,
diventerebbe irrilevante. E’ accaduto con Lutero e oggi le sette luterane sono
migliaia e continuano a moltiplicarsi. Non hanno impedito la laicizzazione anzi
ne hanno favorito l’espansione. La Chiesa cattolica, piena di difetti e
peccati, ha resistito ed è anzi forte perché non ha rinunciato al potere. Ai
non credenti come me Francesco piace molto, anzi moltissimo, come pure
Francesco d’Assisi e Gesù di Nazareth. Ma non credo che Gesù sarebbe diventato
Cristo senza un san Paolo.”
Scalfari risulta un po’ indisponente nel suo
atteggiarsi a “saggio della montagna”, ma occorre dire che spesso è un ruolo
meritato.
La riflessione che chiude il suo articolo non è per
nulla banale. Anzi. Come le crepe di un vetro scheggiato si diramano in mille
direzioni fino ad esaurire la forza iniziale o a ritrovarsi dopo percorsi curvi
formi, così gli spunti di successiva riflessione vengono stimolati da questa
iniziale affermazione.
A me- Scalfari - (Francesco) piace moltissimo. Anche a
me, Roberto. Mi chiedo, ma a me, ateo convinto e definitivo, cosa può
interessare che Papa ci sia nella Chiesa Cattolica? Da cittadino italiano mi
basterebbe che non ci fosse un papa che volesse decidere le leggi che regolano
la Repubblica laica e aconfessionale. Mi interessa forse chi è il Rabbino capo
(sempre che ce ne sia uno) o il più importante prete scintoista (ancora salvo
ovviamente che non abbia influenza sulla vita politica e civile come purtroppo
accade ben più pesantemente in altre religioni che non la cattolica)? E invece no, questo Papa rallegra e stimola
all’ottimismo anche me. Un ateo italiano
che è stato ragazzo dell’oratorio avrà sempre una simpatia di fondo in ciò in
cui si credeva (e vogliamo mettere un Dio che si fa ultimo tra gli ultimi… se l’ateo
è anche comunista… è difficile non essere sensibile) e si compiace nel scorgere
accenni di coerenza.
Scherzando con amici cattolici dico loro “la chiesa è
da ammirare, sull’orlo del baratro ha saputo trovare in Bergoglio questa grande
risorsa”. “è lo Spirito Santo “ mi
rispondono convinti “è l’istinto di sopravvivenza e una grandissima scuola
politica” rispondo io.
Ma, ammonisce Scalfari, non ci sarà un Francesco II. Nella
letizia del momento, con scarsa capacità di analisi prospettica, sembra che il
processo iniziato da Bergoglio sia la nuova strada verso cui la Chiesa
cattolica si vada indirizzando, maggiormente in sintonia con se stessa e con il
popolo. Invece secondo Scalfari la vicenda di Francesco sarà un momento, un
necessario lavacro per salvarsi, un ripulirsi dalle scorie del potere senza
rinunciare al potere e alla sintonia con il mondo.
Perché secondo Scalfari la chiesa non può esistere
senza potere. Non può essere, come direbbe Luisito Bianchi, solo Parola. Deve
essere Parola e Potere, magari sapientemente equilibrati a seconda del momento
storico (di conseguenza questo sarebbe, se il ragionamento ha ragion d’essere
momento di preminenza della Parola). E credo con sincerità di intenti. Credo
che Bergoglio sia sincero, non sia una tattica. Non ne ha la faccia. Ha la faccia
sincera (magari mi sbaglio). E’ come se il meccanismo oliato dalla capacità di
contribuire a determinare le sorti del mondo da 2000 anni in un certo senso si
autoregolamentasse secondo leggi automatiche e interiorizzate.
Altrimenti, secondo Scalfari, rischia l’irrilevanza. Ma
ha bisogno di essere rilevante per essere se stessa la Chiesa Cattolica ?
Se avessi una ideologia politica avrei bisogno di
essere rilevante perché ritenendola quella che può meglio tutelare il bene
comune, questa deve essere patrimonio del maggior numero di persone per
dispiegare i suoi effetti.
Ma una religione?
Ma sarebbe ancora una religione nell’imposizione della
rilevanza, nella necessità del potere?
Quindi Francesco sarà una parentesi e non una
palingenesi della Chiesa Cattolica?
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