giovedì 26 giugno 2025

PERCEPIRE. da NON TUTTO E' COME APPARE di Simona Ruffino

 PERCEPIRE. da NON TUTTO E' COME APPARE di Simona Ruffino


Simona Ruffino in "non tutto è come appare" tratta della percezione e scrive: "Ogni sensazione, il colore di un tramonto, il suono di una risata, il tocco di una mano, segue una strada ben precisa, arrivando alle aree corticali specializzate al loro trattamento. Almeno per quello che ne sappiamo. Ma il cervello di certo non si accontenta di ricevere passivamente queste informazioni: le elabora, le trasforma, le combina. La percezione sa essere molto ambiziosa perché non si limita a farci vedere, assaporare, sentire, ma ci consente di interpretare, riconoscere, dare senso. È qui che il cervello inizia a costruire l'immagine del mondo come un tutto coerente." E poi continua Ruffino "inoltre la percezione sa sorprenderci: non si limita a fare da specchio al mondo esterno; è un preditore, un anticipatore di realtà. Basandosi sulle esperienze passate, crea aspettative, prevede ciò che accadrà."  La domanda che sorge e questa: la percezione di un bambino di Gaza che da 2 anni vive freddo, fame, lutti, dolore, sofferenze, boati, il rumore dei droni costanti, il rumore delle esplosioni, il rumore delle pallottole,  gli ordini di spostamento, le lunghe camminate, le file per cibo in una lotteria nella quale non sai se esci vivo. Queste percezioni come incideranno nel resto della vita su un bambino di Gaza? Sul cervello di un bambino di Gaza?

domenica 22 giugno 2025

Andrea Malaguti SONNAMBULI D'EUROPA IN CAMMINO VERSO IL CAOS

Sul quotidiano La Stampa di domenica 22 giugno 2025 di Andrea Malaguti titolo sonnambuli d'Europa in cammino verso il caos. Ecco alcuni stralci. Ci muoviamo ancora come i nostri bisnonni, banalmente perché, spinti da un preistorico e barbaro senso di stupida appartenenza ad una sacra e tutta nostra zolla di terra, non abbiamo mai superato il problema dei nazionalismi... L'elastico della nostra stupidità ci sta riportando indietro. Siamo tornati alle piccole patrie. Al rifiuto di considerare il dolore collettivo. All'anestesia dell'umanità. ... oggi identiche stragi quotidiane su una popolazione in fila per il pane a Gaza suscitano al massimo un sospiro infastidito e qualche ammirevole, ma piuttosto fragile, manifestazione di piazza, di ghandismo continentale che prescinde dalle lezioni del passato. Sylvie Goulard dice che l'assenza di una politica estera e di una difesa comune in Europa sono il paradosso di una frustrazione auto inflitta. Ci si aspetta dell'Unione un'azione che gli Stati membri non hanno voluto rendere possibile. ... Per noi europei il punto non è prepararsi alla guerra, ma avere la forza per non farla. Con un esercito unico. Con l'Unione fiscale bancaria. Con la riscoperta dei valori condivisi. ... Il governatore della Banca Centrale di Francia dice per mol tempo abbiamo visto l'Europa come un modello sociale: con servizi pubblici forti, protezione sociale, meno disuguaglianze. E lo è ancora. Non lo si dia per scontato e non lo si sottovaluti. ... Gli Stati Uniti sono stati a lungo visti come la terra della Libertà. Ma oggi, mi spiace dirlo, è l'Europa che incarna davvero questa aspirazione. Dunque proteggiamola assieme.