venerdì 26 luglio 2024

E SE ISRAELE NON FOSSE IN GUERRA CON HAMAS?

 E SE ISRAELE NON FOSSE IN GUERRA CON HAMAS ?

La parole necessarie: scolasticidio, ecocidio, urbicidio, domicidio, politicidio

Un articolo, tra tanti, di Roberto Bongiorni sul Sole24ore intitolato "Hamas può essere distrutta" stimola una riflessione e una domanda. 

La domanda: non è che sbagliamo nel dire che la guerra è tra Israele ed Hamas (quindi temporalmente limitate e contingente)? Forse più giustamente occorre comprendere che la guerra è di Israele contro la società civile Palestinese? Contro i Palestinesi tout court?  E quindi i signori della guerra di Hamas diventano complici (Il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, definisce "sacrifici necessari" le vittime civili della guerra in corso. Lo scrive il Wall Street Journal, pubblicando alcuni messaggi inviati da Sinwar ai mediatori. - Rainews) perché se ha un senso quanto cerco di argomentare sotto, il disegno cinico, crimina e feroce perderebbe la finalità e diverrebbe senza senso (premesso che uccidere innocenti non ha mai senso).

La riflessione: Israele vincerà questa guerra contro i Palestinesi? Tutto sembra indicare di sì. Un piccolo esempio: negli ultimi giorni si sono successe stragi in luoghi indicati come sicuri con parecchie centinaia di vittime, ma l'attenzione e lo sdegno sembrano inversalmente proporzionali (almeno nella nostra parte di mondo)

In compenso si scopre che sta insorgendo la poliomelite a Gaza. Con altre malattie. 

https://www.ilpost.it/2024/07/19/gaza-virus-poliomielite/

https://www.ilpost.it/2024/07/25/malattie-nella-striscia-di-gaza-poliomielite/?homepagePosition=4

Leggiamo su Internazionale

“Sono stati smantellati il tessuto sociale delle comunità di Gaza e la loro capacità di ricostruirsi una vita”, afferma Ala Alazzeh, che insegna antropologia all’università di Birzeit, nella Cisgiordania occupata. “Pensate al numero dei professori uccisi. Le fondamenta del sapere sono state rase al suolo. Si tratterà di ripristinare non solo lo spazio fisico, ma anche le competenze e la formazione accademica. Se non usiamo la parola genocidio, possiamo parlare di ‘sociocidio’, la distruzione della società”.

Qui l'articolo dal titolo preciso: 

https://www.internazionale.it/magazine/heba-saleh/2024/04/04/il-futuro-perduto-dei-giovani-di-gaza

Secondo Save the Children : Dall’inizio del conflitto a Gaza il 7 ottobre, in media più di 10 bambini al giorno, hanno perso un arto. Inoltre, a causa della paralisi del sistema sanitario causata dal conflitto, molte delle operazioni sono state eseguite senza alcuna anestesia.

Sommiamo la distruzione della rete familiare, delle infrastrutture , la contaminazione del suolo, la distruzione dei luoghi storici e archeologici, l'obbligare a chi rimarrà di vivere precariamente per anni (non credo che anche con i soldi dei signori del petrolio e dell'Unione Europea Gaza si ricostruirà in breve tempo), unito al furto del territorio in Cisgiordania (da non dimenticare- vedi reportage di Francesca Mannocchi su La Stampa). Ne esce un disegno ben preciso di creare un popolo di poveri,  storpi, turbati, ammalati, ignoranti, psicologicamente provati, mendicanti. Succube.

Apparentemente sembra che questo disegno prosegua senza grossi intoppi e quando sarà finito il momento delle stragi di innocenti (ma già ora passate in secondo piano), tempo un anno - a voler essere buoni con la nostra sensibilità - torneremo a dimenticarci del dramma palestinese

Qui un po' di parole giuste per descrivere ciò che sta avvendo con una visione prospettica, almeno simile a quella israeliana: 

https://www.internazionale.it/notizie/francesca-gnetti/2024/07/11/parole-gaza-scuola-bombardata

domenica 30 giugno 2024

SIMPATIA PER JOE BIDEN

 SIMPATIA PER JOE BIDEN

Non mi sogno di discutere, esperti, sondaggisti, politologi, americanisti che hanno quasi uniformemente commentato e tratto conclusioni dal primo dibattito Biden-Trump. Hanno sicuramente ragione essendo competenti ed esperti

Voglio solo esprimere la mia personale forte simpatia ed empatia con Biden.

Forse perché a 60 anni (e non 80) mi trovo già a non tenere a mente un sacco di cose, di dati (desiderando essere preciso – non sono capace di sparare balle e menzogne, mi imbarazzo e mi sentirei scorretto) e per questo prendo un sacco di appunti (che non ricordo dove ho scritto e non so ritrovare), quando dialogo con un contendente trovo la cosa intelligente da dire il giorno dopo che il dialogo è finito.  Non riesco ad esprimere un ragionamento ben articolato che alla fine raccoglie tutte le premesse che ho pensato (mentre lo faccio mi vengono in mente altre cose e le principali sfuggono, così anche io stesso faccio fatica a capirmi).

Per tutto questo capisco anche il disappunto di Biden: sta governando da quattro anni, lo sta facendo bene o male? Valutazione questa fuori dal discorso, di sicuro più di un colpo di tosse nel primo intervento (ho letto).

(anche per questo amo i libri e disdegno i mezzi di comunicazione che non consentono di rianalizzare il discorso – sono un seguace di Vallejo in questo)

Non discuto le regole del gioco. Primo perché se vuoi giocare a quel gioco lo fai a quelle regole anche se sono stupide. Forse il problema sono le regole (non scritte) stupide. Secondo perché sono diventato vecchio nell’Italia tra il 1984 e il 2024, e come italiano (anche se potrei portare a mia difesa il fatto che avevo capito bene già nel 1984 e non mi sono mai fatto irretire) non posso disprezzare se si preferisce un mentitore seriale ma simpatico o perlomeno seducente a uno che non ricorda i dati perché vuole comunicare quelli reali. Chi sono io per giudicare? Al limite pago le spese dei disastri causati dal mentitore e mai pagati dai suoi sostenitori.

Quindi non giudico, ma esprimo una mia umana vicinanza a Biden. Non è una vicinanza politica (sono attirato più da Sanders). E un dubbio sul fatto se, come scrive Mario Monti, siamo nell’epoca del pifferaio di Hamelin (non è una novità, infatti il personaggio del pifferaio non è contemporaneo, diciamo che facciamo fatica a uscire dallo stato di minorità).

Certo, POTUS ha la valigetta atomica. A parte ricordare le figura del colonnello Petrov (per dire come siamo forse più appesi a un filo di quanto speriamo essere) vorrei augurarmi che le procedure siano più complesse e studiate del tempo di risposta a una domanda del giornalista della CNN.

Non so prevedere l’esito della vicenda (da buon ottimista informato penso che rispetterà la prima legge di Murphy (corollari compresi), ma vedo e prevedo con semplicità tempi duri per la democrazia liberale


lunedì 29 gennaio 2024

A NESSUNO INTERESSANO I FIGLI DI GIOBBE

 A NESSUNO INTERESSANO I FIGLI DI GIOBBE

In un certo senso, Voghera riscrive il LIBRO DI GIOBBE ma ponendosi dalla parte dei primi figli e figlie di Giobbe stesso, i quali, durante le prove cui egli viene sottoposto, periscono sotto le rovine della casa, abbattuta come le greggi dal vento del deserto, e nel lieto fine vengono rimpiazzati come le greggi e i cammelli, senza che il loro ricordo turbi i tardi e felici anni di Giobbe. Questi è protagonista di una storia tremenda, ma che viene messa in moto per dargli risalto; mettendosi dal suo punto di vista, dalla prospettiva di un uomo al quale il Signore e l'Avversario dedicano tanta attenzione, è più facile riconoscere che la vita, nonostante le tragedie, ha un senso. Nessuno si chiede nemmeno se e come i primi figli, schiacciati sotto le macerie, abbiano accettato la loro sorte di mere comparse adoperate in funzione della glorificazione di Giobbe; se ci si identifica con essi, col loro destino senza nome, è più difficile lodare l'ordine delle cose.

venerdì 8 dicembre 2023

MOMENTI EFFIMERI E IRRISORI

 MOMENTI EFFIMERI E IRRISORI

Quasi in contraltare rispetto alle precedenti citazioni tratte da #Ravasi #Breviario, ecco un paragrafo tratto da FERROVIE DEL MESSICO di Gian Marco Griffi che sto leggendo.



NON SPRECARE

 NON SPRECARE

Ho avuto l'occasione di leggere consecutivamente tre #breviario di Gianfranco Ravasi su la #Domenica del #Sole24ore.

In date consecutive: 19 novembre, 26 novembre, 3 dicembre. Ho trovato, non so se casualmente, un filo comune che unisce queste tre riflessioni (ma probabilmente se leggessi con maggior costanza troverei che il filo si dipana più lungamente nel tempo)

Il 19 novembre la citazione da Il cavaliere inesistente di Italo Calvino: " Non ci sono altri giorni che questi nostri giorni. Che mi sia dato di non sprecarli, si non sprecare nulla di ciò che sono e di ciò che potrei essere"

Il 26 novembre la citazione di Honoré de Balzac " Al mondo non vi sono né felicità né dolore assoluti. La vita di un uomo felice è un quadro dal fondale d'argento con stelle nere. La vita di un uomo infelice è un fondale nero con stelle d'argento"

Conclude il #breviario del 3 dicembre con una citazione di Charlie Chaplin " canta, ridi, balla, ama e vivi intensamente ogni momento della tua vita, prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi"

domenica 1 ottobre 2023

LA SFILATA DI MODA ALLA QUALE HO PARTECIPATO VOLENTIERI

 LA SFILATA DI MODA ALLA QUALE HO PARTECIPATO VOLENTIERI

Ieri ho fatto una cosa che non avrei mai pensato di fare. Partecipare a una sfilata di moda. Poche cose mi sono lontane e riceve una disistima totale come il mondo della moda. Ma ieri la sfilata era organizzata da @bottega Mondo Alegre di Trezzo ed è stato meravigliosamente condotta da @Valeria Sala.

E' stato proprio "Un altro mondo".

Tutto ciò che ha detto Valeria merita di essere ricordato, io ho memorizzato poche cose, ma le ho trovate significative e mi sono rimaste dentro.

1. Valeria ha detto che dei capi che hanno presentato conoscono tutto. Dall'origine, alla composizione, alla produzione fino alla vendita. Conoscono l'impatto, le condizioni di lavoro, chi lavora e che benefici traggono dal loro lavoro. Insomma una certificazione che ci evita di chiudere gli occhi quando troviamo capi a prezzi stracciati senza chiederci come può essere, e di fingere di stupirci per 10 minuti e dispiacerci per qualche minuto in meno quando crollano palazzi officine in Bangladesh uccidendo migliaia di lavoratrici.

2. Nel presentare la produzione di Paesi emergenti (con forme di lavoro che non sono di sfruttamento, bensì di elevazione sociale e anche di libertà) Valeria ha detto che "il mondo non finisce ai confini dell'Occidente". Mi è venuto in mente che questa frase è detta anche dai vari autocrati o dittatori, siano essi Putin, MBS, i golpisti del Sahel, Ali Khamenei, Xi, Kim Jong-un o Modi. Ma quale altro significato assumono le stesse parole quando intendono significati esattamente opposti! Dal lato di Valeria un invito a ripensare a una economia di sfruttamento che culla il nostro benessere e il nostro spreco, dall'auto degli autocrati ipocriti un tentativo di scardinare quei valori di liberalismo e democrazia che, per quanto grandemente imperfetti e spesso ipocriti, smentiscono e infastidiscono i cultori delle democrazie illiberali o delle dittature vere e proprie (che poi nelle classi agiate sono i principali cultori invece della parte consumistica opulenta del vituperato Occidente_ dove studiano i figli degli oligarchi? dove desiderano andare gli ammiratori della Russia di Putin o della Cina di Xi?)

3. Valeria ha narrato di come una cooperativa di donne che attraverso il lavoro di sartoria, potendo usufruire di un reddito, si potessero liberare un po' dalle condizioni opprimenti familiari di totale dipendenza dal marito, ma che con il covid e con il dover lavorare in casa si fossero trovare in difficoltà  perché la loro cooperativa non aveva forbici per tutte. Una donazione di forbici e di pochi strumenti di lavoro personale aveva risolto la situazione. Fa pensare come a volte gesti che noi possiamo non considerare nella loro piccola semplicità per la facilità di procurarci ciò che ci serve possano invece in condizioni di carenza cambiare una prospettiva di vita in modo determinante.

4. Parecchi capi presentati sono prodotti con recupero, riuso, di materiale già utilizzato. O anche qualche azienda cerca di usare meno cotone (enormemente idrovoro) con materiale riusato o comunque meno idrovoro. Il riuso è una strada che dovremo imparare a imboccare con decisione. A me ha fatto anche tornare in mente le parole di una persona che è tra quelle che più stimo nella Storia che parlava della necessità di ESSERE AUSTERI.

Ho pensato che quanto ha detto Valeria ieri è stato forte e di grande importanza. Ho collegato le sue parole al messaggio di Molte fedi sotto lo stesso Cielo di quest'anno. APPASSIONATI AL PRESENTE.  Vedo un collegamento. Perché quando nell'introduzione Molte Fedi scrive: "I coraggiosi agiscono malgrado" ho letto la descrizione della attività di una realtà come il Commercio Equo. Ho pensato che c'è, ci potrebbe essere un collegamento, diretto tra questo messaggio e il messaggio del commercio equo.

(disclaimer: pubblico solo foto di Giulia perché ho l'autorizzazione, non ho chiesto nulla alle altre modelle)





sabato 7 gennaio 2023

HO VISITATO “Bosch e un altro Rinascimento” a Palazzo Reale a Milano. Lo rifarei? NO

HO VISITATO “Bosch e un altro Rinascimento” a Palazzo Reale a Milano. Lo rifarei? NO

Perché non tornerei a vedere la mostra “Bosch e un altro Rinascimento” la mostra promossa dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Castello Sforzesco e realizzata da 24 ORE Cultura Gruppo 24 ORE con il sostegno di Gruppo Unipol, main sponsor (copio dal sito web)?

Non è solo responsabilità dei curatori, e in particolare degli allestitori e della organizzazione (che a mio avviso, da “inclita”, hanno la loro parte).

E’ perché ho la sensazione che opere così “dense” di personaggi e situazioni, straordinarie dal mio punto di vista, non sono godute e comprese appieno in una visita itinerante in mezzo a una folla compressa in poco spazio, accaldata e progressivamente più stanca.

Poco spazio e accaldata. Contrariamente alla pubblicità che circola sui social, la visione della mostra non è godibile con rilassatezza avendo a disposizione  le opere quasi in solitaria, o al massimo con tre o quattro persone vicino per ogni quadro. Ma questo è preventivabile.

Quello che non si comprende, per esempio, è perché Palazzo Reale non sia in grado di organizzare un servizio guardaroba dove poter depositare gli indumenti inutili e alla lunga fastidiosi in un ambiente caldo e chiuso.

Pessime anche le audioguide, con tasti invisibili nelle sale spesso poco illuminate. Non si chiede tanto, un nastro per poterle appendere al collo e avere la mano libera quando non serve portarsele all’orecchio (mentre il testo letto mi è sembrato ben fatto, molto utile e chiaro)

Un piccolo tocco di ingegno perfido, o di marchiana disattenzione e disinteresse verso il pubblico: le tabelle con l’indicazione dell’opera e il numero di codice per l’audioguida erano a destra dell’opera, peccato che il senso dell’esposizione fosse orario e con la folla accalcata davanti all’opera e la scarsa illuminazione fosse impossibile leggere la tabella stessa.

Culturalmente sono una piccola persona e mi si perdonerà se vedo le piccole cose che non vanno e che mi impediscono di godere con serenità una mostra per la quale gli organizzatori hanno chiesto un non piccolo contributo. Il valore reale della mostra (aver esposto 5 tele su una trentina tra quelle attribuite a Bosch leggendo Wikipedia) sfugge alle mie competenze. Aver dedicato più spazio alle influenze di Bosch piuttosto che all’autore stesso è stato un organizzare una mostra con quello che si riesce a recuperare mettendo il nome di richiamo a mo' di specchio per le allodole oppure un percorso filologico motivato, cercato e corretto? Non sarò certo io a poterlo dire.

A me sono piaciute molto sia le opere di Bosch sia le altre, mi hanno incuriosito e divertito

Ho scoperto un interesse, suscitato dalla mostra, che mi ha spinto a cercare in biblioteca libri sull'artista per approfondire la conoscenza della sua opera e vedere con tranquillità i quadri

Certamente Palazzo Reale a Milano, considerato che certe deficienze stanno manifestando una certa costanza e chi è preposto a risolverle sembra poco interessato a farlo, diventa sempre meno attrattivo.