ITALIA SVEGLIATI E RITROVA TE STESSA. (ALCIDE)
Ieri, su LA DOMENICA del Sole24ore, è apparsa una orazione civile scritta in versi da parte di un italiano che si firma ALCIDE.
Sono sette paragrafi che vorrei copiare integralmente, tanto a mio avviso valgono, ma non ho trovato nell'archivio del Sole il testo.
Copio per esteso il paragrafo VII, quello finale, che riassume il pensiero in modo chiaro e giunge a una determinazione (ideale, auspicata) concreta conseguenza delle premesse.
Una orazione come questa, rafforza in me la convinzione che (prima formalmente, poi a compimento dell'impegno ideale, nel cuore) che il nostro Inno Nazionale dovrebbe essere modificato nelle parole che sono state innovate il giorno dell'inaugurazione di EXPO 2015.
Secondo i miei principi ideali, mi sento di fare un appunto ad ALCIDE, ed è che io ambirei che fosse la partecipazione civile, l'insieme di cittadini che si fa comunità, via via più ampia, dal quartiere alla città, alla nazione, a togliere l'Italia dal pantano nella quale sembra invilupparsi ogni giorno di più (con buona pace di chi lo nega), ma mi rendo conto che lo sprone di una guida forte (che unisce e non divide come auspica Alcide, che sia “uom di Stato”) è necessario.
Riusciremo a ragionare attorno a questo con “laica intelligenza”. Non con i nani che ora strepitano arrogandosi la rappresentanza di noi cittadini di sicuro.
Ma come vincerem l'indifferenza
e dai nuovi italiani avrem rispetto
se di rispetto noi facciamo senza
incapaci di un vivere più corretto?
Di schierarci il momento già è venuto
uscire dobbiamo dal nostro
giardinetto.
Temporeggiar non è certo d'aiuto
se riunir vogliamo intorno a noi la folta
schiera di chi del rischio ha ormai
veduto.
Che affrontarlo bisogna questa volta
Ma far sul serio assai poco gradita
cosa sarà per chi da un po' ha sepolta
nei privilegi l'ansia di sua vita
al partito venduta: tempo è giunto
di incompetenti far piazza pulita.
Non di partito, ma di Stato appunto
abbiamo bisogno adesso più che mai.
E un uomo di Stato, per venire al
punto,
si levi sul rumore dei pollai,
uomo che unisce, più che non divide,
e promesse non fa da marinai
ci porti fuori dalle secche infide.
Io qui concludo il firmo l'orazione:
se un nome darmi vuoi, chiamami
Alcide.
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