sabato 18 luglio 2015

IL LETTORE STOLTO. i conflitti più tremendi sono non di rado quelli che scoppiano tra due perseguitati.

Nella vita degli individui e anche dei popoli, i conflitti più tremendi sono non di rado quelli che scoppiano tra due perseguitati. Solo nella pia illusione di alcuni cenacoli romantici i perseguitati e gli oppressi di ogni sorta si uniscono spinti da un moto di solidarietà e procedono schierati insieme per combattere contro il crudele tiranno.

AMOS OZ. UNA STORIA DI AMORE E DI TENEBRA.

“nella guerra del 1948 quasi tutti questi villaggi ebraici, insieme al quartiere ebraico fra le mura della Città Vecchia di Gerusalemme, furono conquistati dalla Legione Araba della Transgiordania. Tutti gli abitanti ebraici che durante la guerra d'Indipendenza finirono in mani arabe furono cancellati dalla faccia della terra – tutti senza alcuna eccezione – e tutti i loro abitanti, dal primo all'ultimo, furono uccisi o messi in fuga o fatti prigionieri, ma a nessuno di loro gli eserciti arabi permisero di tornare a casa dopo la guerra. Nei territori che conquistarono, gli arabi procedettero a una “pulizia etnica” ben più radicale di quella praticata dagli ebrei, nella stessa guerra: dai confini dello stato d'Israele fuggirono o furono cacciati centinaia di migliaia di arabi, ma più di centomila rimasero dov'erano. Per contro, in Cisgiordania e nella striscia di Gaza sotto la Giordania e l'Egitto non rimase nessun ebreo. Nemmeno uno. I villaggi furono cancellati, sinagoghe e cimiteri vennero distrutti.”
Questo brano mi ha fatto venire voglia di leggere qualche libro di storia delle guerre Arabo-Israeliane e in particolare delle vicende contemporanee e successive alla dichiarazione di indipendenza di Israele.

Subito dopo trovo, nello stesso ottimo libro, anche questi tre paragrafi, sicuramente collegati al precedente, e che da esso partono per una riflessione di più ampia portata, che mi sembra attuale ancor oggi, in altri tempi e in altri luoghi.

Nella vita degli individui e anche dei popoli, i conflitti più tremendi sono non di rado quelli che scoppiano tra due perseguitati. Solo nella pia illusione di alcuni cenacoli romantici i perseguitati e gli oppressi di ogni sorta si uniscono spinti da un moto di solidarietà e procedono schierati insieme per combattere contro il crudele tiranno. In verità, due figli di un padre padrone non sono necessariamente solidali fra loro e non sempre la comunanza di destino li avvicina. Capita non di rado, infatti, che l'uno scorga nell'altro non un fratello di sorte bensì proprio l'immagine terrificante del comune persecutore.
Forse stanno proprio così le cose fra ebrei e arabi, da un centinaio di anni.
L'Europa che ha infierito sugli arabi, che li ha umiliati infliggendo loro l'imperialismo, il colonialismo, lo sfruttamento e l'oppressione è la stessa Europa che ha perseguitato e oppresso anche gli ebrei, e alla fine ha permesso, quando non collaborato, che i tedeschi li eliminassero dal continente e li sterminassero quasi tutti. E invece gli arabi quando ci guardano non vedono un gruppo sparuto di sopravvissuti mezzi isterici, bensì un nuovo , supponente emissario dell'Europa colonialista, sofisticata e sfruttatrice, tornata con astuzia in Oriente – questa volta sotto mentite spoglie sioniste – per riprendere a sfruttare, opprimere, infliggere. Mentre noi, dal canto nostro, quando li guardiamo, non vediamo delle vittime come noi, non dei compagni di malasorte, bensì dei cosacchi bramosi di pogrom, degli antisemiti assetati di sangue, dei nazisti mascherati: come se i nostri persecutori europei fossero arrivati qui in terra d'Israele, avessero indossato la kefijah, si fossero lasciati crescere i baffi ma fossero pure sempre loro, i nostri assassini, sempre e solo ansiosi di sgozzare ebrei per puro diletto.”


Mi piace l'incipit di questo paragrafo. Lo trovo, nel suo valore assoluto, un insegnamento e una riflessione sempre attuale. Ma particolarmente in questi tempi bui, nei quali i porgrom stanno iniziando e presto, sono sconsolatamente convinto, cominceremo a contare le vittime reali.

Per il resto, condivido molto dell'intera riflessione, ripete meglio concetti che già avevo intuito. Forse, il libro è del 2002, ora si contestualizza maggiormente la peculiarità etnica propria delle parti in lotta. Ora Israele è potente e fa paura, e in parte opprime le popolazioni arabe soggiacenti individuandosi per sé stesso e non più visto come longa manus dell'Europa (di questa Europa la cui divisione interna va marginalizzando) o degli stessi USA. Però Oz sicuramente conosce dal di dentro la situazione e ha maggior voce in capitolo.

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