lunedì 1 settembre 2014

Il mondo postcoloniale è perciò quasi interamente diviso dalle frontiere dell’imperialismo.

ERIC HORSBAWN. IL SECOLO BREVE
Capitolo “LA FINE DEGLI IMPERI”
Il mondo coloniale dopo il 1945 è stato a tal punto trasformato globalmente in un insieme di stati formalmente sovrani che oggi si potrebbe credere che quella soluzione non solo fosse inevitabile, ma corrispondesse a ciò che i popoli coloniali avevano sempre voluto. Ciò è quasi sicuramente vero in quei paesi che si rifacevano alla propria lunga storia di entità politiche autonome, cioè i grandi imperi asiatici ( la Cina, la Persia, l’Impero Ottomano) e forse a uno o due altri paesi, come l’Egitto; specialmente quando queste entità politiche furono costruite su un grande staatsvolk o “popolo-stato” come il popolo Han nell’impero cinese o in Iran i credenti nella fede islamica scita, che era virtualmente una religione nazionale. In tali paesi il sentimento popolare contro gli stranieri poteva essere facilmente politicizzato. Non a caso la Cina, la Turchia e l’Iran sono stati tutti e tre teatro di importanti rivoluzioni autoctone. Comunque este erano eccezioni. Più spesso, proprio il concetto di un’entità politica permanente con una precisa unità territoriale e con frontiere fisse che la separavano da altre entità consimili, soggetta esclusivamente a una autorità stabile, cioè l’idea di uno stato sovrano indipendente che noi diamo per scontata, non aveva alcun significato per i popoli coloniali i quali (perfino in zone di agricoltura stanziale) non riconoscevano alcunché al di sopra dell’unità del proprio villaggio. Infatti, anche dove esisteva un “popolo” riconosciuto e consapevole di sé – ossia ciò che gli europei amavano definire una “tribù”- l’idea che lo si potesse separare territorialmente da altri popoli con i quali coesisteva, mescolandosi e dividendo con essi svariati compiti, è difficile da afferrare, perché aveva poco senso. In tali regioni l’unico fondamento per la creazione di stati indipendenti di tipo novecentesco furono i territori in cui esse erano state divise in seguito alle conquiste e alle rivalità imperiali, generalmente senza alcun riferimento alle strutture locali. Il  mondo postcoloniale è perciò quasi interamente diviso dalle frontiere dell’imperialismo.

Hobsbawn… mica Di Battista

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