ERIC HORSBAWN. IL SECOLO BREVE
Capitolo “LA FINE DEGLI IMPERI”
Il mondo coloniale dopo il 1945 è stato a tal punto trasformato
globalmente in un insieme di stati formalmente sovrani che oggi si potrebbe
credere che quella soluzione non solo fosse inevitabile, ma corrispondesse a
ciò che i popoli coloniali avevano sempre voluto. Ciò è quasi sicuramente vero
in quei paesi che si rifacevano alla propria lunga storia di entità politiche
autonome, cioè i grandi imperi asiatici ( la Cina, la Persia, l’Impero
Ottomano) e forse a uno o due altri paesi, come l’Egitto; specialmente quando
queste entità politiche furono costruite su un grande staatsvolk o “popolo-stato”
come il popolo Han nell’impero cinese o in Iran i credenti nella fede islamica
scita, che era virtualmente una religione nazionale. In tali paesi il
sentimento popolare contro gli stranieri poteva essere facilmente
politicizzato. Non a caso la Cina, la Turchia e l’Iran sono stati tutti e tre
teatro di importanti rivoluzioni autoctone. Comunque este erano eccezioni. Più
spesso, proprio il concetto di un’entità politica permanente con una precisa
unità territoriale e con frontiere fisse che la separavano da altre entità
consimili, soggetta esclusivamente a una autorità stabile, cioè l’idea di uno
stato sovrano indipendente che noi diamo per scontata, non aveva alcun
significato per i popoli coloniali i quali (perfino in zone di agricoltura
stanziale) non riconoscevano alcunché al di sopra dell’unità del proprio
villaggio. Infatti, anche dove esisteva un “popolo” riconosciuto e consapevole
di sé – ossia ciò che gli europei amavano definire una “tribù”- l’idea che lo
si potesse separare territorialmente da altri popoli con i quali coesisteva,
mescolandosi e dividendo con essi svariati compiti, è difficile da afferrare, perché
aveva poco senso. In tali regioni l’unico fondamento per la creazione di stati
indipendenti di tipo novecentesco furono i territori in cui esse erano state
divise in seguito alle conquiste e alle rivalità imperiali, generalmente senza
alcun riferimento alle strutture locali. Il
mondo postcoloniale è perciò quasi interamente diviso dalle frontiere
dell’imperialismo.
Hobsbawn… mica Di Battista
Nessun commento:
Posta un commento