Non so se possa essere considerato un approccio disonesto stralciare pezzi della lettera enciclica (un colosso culturale ed etico). Il dibattito e la riflessione su questa enciclica non si fermerà mail. Riportare alcuni stralci da parte mia testimoniano più la mia piccolezza di lettore e colgono con un tentativo di ironia a volte quanto siano stantie le argomentazioni di dibattito politico e sociale nei nostri giorni, forse anche questo potrebbe aiutarci a capire perchè non siamo in grado di uscire da questo vortice di crisi che non è solo economica.
Al paragrafo 44 scriveva nel 1963 Giovanni XXIII
"LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLA VITA PUBBLICA
E' un'esigenza della loro dignità di persone che gli esseri umani prendano parte attiva alla vita pubblica, anche se le forme con cui vi partecipano sono necessariamente legate al grado di maturità umana raggiunto dalla comunità politica di cui sono membri e in cui operano.
Attraverso la partecipazione alla vita pubblica si aprono agli esseri umani nuovi e vasti campi di bene, mentre i frequenti contatti tra cittadini e funzionari pubblici rendono a questi meno arduo cogliere le esigenze obiettive del bene comune; e l'avvicendarsi dei titolari nei poteri pubblici impedisce il loro logorio e assicura il loro rinnovarsi in rispondenza dell'evolversi sociale" (1963! credo che ogni commento sia superfluo ma un amaro sorriso consentito!)
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