Da quattro anni i basisti che hanno venduto l’informazione
si sono probabilmente iniettati il compenso della loro soffiata accorciandosi esponenzialmente
un’esistenza sprecata, da quattro anni gli esecutori del furto si sono bevuti
la vendita del camper rubato senza migliorare una vita sbandata e ai
margini, da quattro anni qualcuno che
viveva sotto i ponti ha un tetto sulla testa, e tra tutti, pur senza scusarli,
posso dire, gli unici, che un po’ li capisco (non farò certo la guerra io penultimo contro
chi ultimo non ha guardato a principi di legalità propri di chi, come me,
grazie a quei pochi beni materiali posseduti, li difende con maggior
partecipazione).
Da quattro anni chi è incaricato della tutela dell’ordine
pubblico non è stato in grado di ristabilire la legalità e la proprietà. Non ne
faccio una colpa, ma un certo rammarico, un certo dispiacere, un certo senso di
smarrimento proprio di un cittadino che cerca di rispettare le regole e si
sente violentato nella propria intimità, non possono non manifestarlo.
Era un “vecchio bidone”, ma ben tenuto, fedele e affidabile
sulle strade d’Europa, lo aveva fatto per anni, lo avrebbe fatto ancora per
molti anni.
Sulla parte interna della porta della parte abitativa
avevamo attaccato gli sticker dei posti visitati e li guardavamo con gioia.
Era il nostro camper, non un pezzo di lamiera e compensato,
non un motore e quattro ruote.
Come dire, era l’esemplificazione di un diritto ottenuto
rispettando i doveri di cittadini e lavoratori.
Era e non lo è più perché nonostante tutto la legge della
sopraffazione ha dimostrato di essere più forte della legge del diritto e della
legalità. Lo è stata nel piccolo, ma il piccolo è proiezione del grande? Ma senza
legalità la democrazia è salda?
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