Vorrei proporre due stralci iniziali che mi fanno pregustare una lettura piacevolissima.
Il primo paragrafo che copio contiene la frase, di Goethe, che ho messo come titolo del post e che si completa con l'invito a tentare di ripensare i pensieri intelligenti, e LEVI DELLA TORRE spiega perchè. Mi ha colpito il suo argomentare, mi mette in discussione. Non che io abbia pensieri intelligenti, già pensati, piuttosto mi rendo conto, per una ricerca di coerenza a volte un po' donchisciottesca, di far fatica a ripensare i pensieri intelligenti con cui mi confronto, o mi scontro. Insomma, mi rendo conto di avere una certa rigidità di pensiero che non è esattamente laica.
Conclusione: che bello leggere, quanto aiuta nel mettersi in discussione e quindi nell'interrogarsi nel profondo. E come i pensieri intelligenti sono già stati pensati, le frasi intelligenti sono già state scritte, e mi limito a riproporle.
Nel suo breviario di massime e riflessioni Goethe scriveva che "tutti i pensieri intelligenti sono già stati pensati; occorre solo tentare di ripensarli". Se non ripensate, le convinzioni degradano in convenzioni, cambiano inavvertitamente di natura. Così può avvenire anche per le idee più brillanti e profonde; da rivelazioni che aprono nuovi orizzonti e dissipano pregiudizi, diventano fissazioni conservatrici, diventano esse stesse pregiudizio. Ugualmente avviene per le fedi: come i pani e i pesci, meglio siano fresche di giornata
Il secondo paragrafo invece mi conforta. Da ateo mi sento particolarmente interessato alle religioni e alla necessità che molti compagni di strada sul nostro pianeta sentono di avere di un Dio e una religione. LEVI DELLA TORRE mi sostiene in questo interesse, anzi dice che è un dovere per un laico conoscere le religioni per "litigare" (inteso in senso ironico, come confronto)
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