El Katawi Dafani ha ucciso la figlia Sanaa perchè non poteva accettare le sue scelte in tema di sessualità, stile di vita, scelta di tipo di famiglia, legame multiculturale e multireligioso. In poche parole CONVIVEVA CON UN ITALIANO CATTOLICO.
Noi che siamo laici, che lottiamo per i diritti delle persone a scegliersi il tipo di famiglia che desiderano, che difendiamo la libertà di scelta e persino il corpo delle donne dagli abusi fisici e mediatici, che osteggiamo quel cattolicesimo che non vuole concedere alle persone la libertà di decidere del proprio corpo fino alla scelta di fine vita, non possiamo tacere di fronte a questo scandalo. Scandalo maggiorato dal fatto che leggiamo sui giornali che il signor El Ketawi è descritto come un cittadino ligio al dovere, gran lavoratore e integrato con i compagni di lavoro. QUESTO NON BASTA. Non ci può rendere indifferenti al suo credersi padrone della vita di un'altra persona, dio in terra che da e toglie la vita, in nome di una religione, o meglio del fatto che i dettati di una religione siano più importanti della scelta di una persona di seguirli o meno.
Ma questo scandalo interroga, deve interrogare, la comunità musulmana ( e senza voler aprire la domanda al mondo o all'Italia, io la rivolgo agli amici della mia città, Trezzo). Non potrei accettare il loro silenzio. Questo scandalo credo, auspico, imponga una parola chiara e forte se il signor El Katawi è rappresentativo o un pazzo isolato e se Sanaa, come Hina, è morta per nulla o quel sangue potrà almeno nutrire la terra dove crescano diritti uguali per tutti gli uomini e le donne.
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