Potrebbe essere giunto il momento delle
tabelle sinottiche del centro sinistra e della sinistra ampia? Il
momento in cui, questa infinita e assurda proliferazione di “soggetti
politici” (nuovi o usati) della Sinistra si siede attorno a un
tavolo e applica queste poche regole: si “parla delle cose”, si
dimenticano rancori personali, si tacciono dichiarazioni ad effetto,
si cerca ciò che unisce e lo si condivide, si media su ciò che è
motivo di dubbio o contrasto, si guarda al futuro con fiducia verso
nell'Italia e nell'Europa e reciprocamente gli uni con gli altri, si
scrive un incipit sentito come proprio e comune per tutti, misura per
il resto dei punti di discussione? Per esempio
“ ciascuno fa al meglio il proprio
dovere, non si lascia nessuno indietro, si calibra la “velocità”
della società in modo che sia adeguata a rispettare il principio
precedente”
Potrebbe essere giunto il momento in
cui ci si “impegna per” e non di fanno promesse, in cui la
programmazione futura è realistica, non stuzzicante o seducente,
bensì strettamente connessa alle possibilità reali concesse in un
mondo sempre più interconnesso e interdipendente e nel quale la
prima cosa da fare è scardinare rendite di posizione e privilegi
inamissibili?
Potrebbe essere giunto il momento in
cui non si promette o non si auspica il migliore dei mondi
(irrealizzabile), ma (se proprio il meno peggio dei mondi possibilile
perché sarebbe deprimente) si assicura l'impegno concreto,
lungimirante, pragmatico, laico, del miglioramento continuo del
mondo in cui viviamo, in senso di giustizia sociale, di funzionamento
dello stato, di redistribuzione del reddito, di cultura di
cittadinanza, di senso del dovere?
Potrebbe essere giunto il momento in
cui i vari (piuttosto usurati) leaders si pongano il dubbio: ma
dietro di me il deserto? E si interroghino se parlano (e si parlano
addosso) autorefernzialmente, e i cittadini si voltano da un'altra
parte e smettono di ascoltare?
Potrebbe essere giunto il momento?